Masterplan Strijp Philips a Eindhoven
[…] La città di Eindhoven è stata fino dall'inizio del secolo la sede storica delle industrie Philips; in questa città è nata la prima lampadina elettrica, il primo cd-rom e il primo walkman. Fino all'inizio degli anni Settanta quasi tutta la popolazione lavorava per Philips. Poi progressivamente è iniziato un processo di trasferimento nel mondo degli insediamenti produttivi, e Eindhoven, come tutte le città monoculturali, ha cominciato un lungo processo di ripensamento di se stessa.
[…] Collocata nel sud dell'Olanda, vicino al confine con la Germania, Eindhoven è circondata da una regione ancora largamente agricola; analizzando la sua pianta si nota la presenza di tre aree strategiche disposte lungo il ring che circonda il centro storico. […] Questi tre cunei circondano dunque il centro della città e suggeriscono la possibilità di interconnettere il verde, anche utilizzando il nuovo passante ferroviario di Peter Eisenman, per realizzare una grande “Y” che attraversa il territorio urbano.
L'idea elaborata durante il nostro seminario di giugno è stata quella di conservare allo Strijp Philips la sua caratteristica discontinuità rispetto al contesto urbano, come parco agricolo attraversabile che permette di riattivare la connessione tra le parti separate della città, divisa fin dall'inizia del secolo dal recinto di fabbriche e stabilimenti. Il problema della forma complessiva dell'intervento e della zonizzazione delle diverse destinazioni urbane interne, è stata superata stabilendo delle modalità progettuali nuove: esse consistono nella nostra richiesta rivolta preliminarmente all'amministrazione di Eindhoven di considerare quest'area come un territorio sperimentale dal punto di vista tipologico e anche normativo. Un'area cioè dove possano attuarsi attività che richiedono volumetrie variabili nel tempo, con destinazioni non definite in maniera normativa e gestibili come in agricoltura, seguendo criteri variabili nel tempo e nelle stagioni, secondo il mutare della domanda e dell'opportunità dell'offerta.
Il disegno del terreno non è stato dunque tracciato con un sistema stradale, ma con un pattern di percorsi pedonali, ciclabili e tranviari, una sorta di grande tartan di penetrazioni deboli e incrociate, tracciate sull'erba del parco, che costituiscono un tessuto omogeneo di distribuzione leggera, che ricostruisce una attraversabilità totale dell'area.
[…] La configurazione programmatica dello Strijp Philips consiste dunque in un tartan distributivo leggero […] su cui si dispongono layers specializzati autonomi; un asse di servizi concentrati lungo la ferrovia nord-sud, con teatri, luna park, centri di ricerca; un sistema diffuso di mulini per lo sfruttamento dell'energia naturale (una wind farm); alcuni edifici industriali storici da conservare; l'attuale sistema aereo di distribuzione dell'energia artificiale con la propria centrale di produzione. La nuova edificazione si attua attraverso un sistema diffuso di prefabbricazione leggera, facilmente trasformabile e smontabile, adeguata a programmi d'uso reversibili secondo quella filosofia che possiamo definire caratteristica dei modelli di urbanizzazione debole.
Estratto del testo di Andrea Branzi "Prime note per un master-Plan", Lotus international 107, Electa, Milano, 2000.