Una Piazza Italiana, Rionero in Vulture
Sistemazione e riqualificazione di due piazze storiche
La nuova piazza di Rionero in Vulture
Ipotesi generali di progetto
In termini evocativi, tutta la Piazza, assecondando il pendio digradante del suolo, si configura come una cavea addossata al naturale profilo altimetrico. Questo sistema a settori concentrici - variamente disassati in funzione di privilegiati punti prospettici di riferimento – conferisce alla Piazza un aspetto unitario pur se concepito in modo da garantirne la realizzabilità per stralci autonomi.
Considerata nel suo insieme, la Piazza è strutturata ad ampi gradoni che lentamente recuperano le varie quote esistenti per innestarsi sui bordi laterali. Ogni gradone è realmente concepito come una escissione del suolo che si inarca innalzandosi sul gradone successivo di un’altezza variabile tale da permettere l’introduzione di panchine e di alberi di pregio per l’ombreggiatura.
L’area perimetrale della Piazza è ricondotta al suo alveo naturale per consentire, all’occorrenza, il transito degli autoveicoli per la sicurezza e per lo scarico merci. Questa divisione tra l’area mediana della piazza e i bordi perimetrali è marcata da un continuo e discreto filare di illuminazione a pali che si integra con un più diffuso sistema a raso su pavimento e a incasso nel sottogradone.
Questa serie di punti luminosi, viatico e segna passi per un percorso iniziatico alla ricerca della bellezza, sembrano lievitare sulla pavimentazione di pietra grigia scura che, bagnata dall’umidità della sera, tende al nero, come la tipica pietra del Vesuvio che del resto denuncia una provenienza analoga.
Da uno sguardo più attento e approfondito scaturisce la prima suggestione, quella che annuncia - quasi in contraddizione con un famoso testo pasoliniano - il ritorno delle lucciole, a conferma dell’assenza di inquinamento, per scoprire che si tratta di un sistema di illuminazione che contrariamente a ciò che avviene nella norma parte dal terreno ed indica con progressivi segnali una strada.
Le piazze, esaltando la loro natura di invaso recettivo ed accogliente, digradano progressivamente dall’alto verso il basso, ad acclamare una sorta di platea naturale da cui è possibile assistere a concerti e spettacoli, ma anche a manifestazioni pubbliche e comizi politici.
Tutte le operazioni progettuali ambiscono evocare l’antica funzione della piazza, luogo privilegiato dei nostri progenitori che qui si scambiavano i prodotti della terra e le parole. Infatti, poco lontano dal sedime su cui insisteva un tempo il teatro demolito, è previsto un nuovo spazio destinato a mostre e spettacoli, dove solo l’accesso forse memore dei precedenti avvenimenti è in quota mentre il resto si cala dolcemente nel sottosuolo illuminato da ampie aperture ad arco che giocano come onde, pronte ad imporre un movimento all’andamento calmo della piazza. Scendere in questa cavità che dialoga con la superficie per il gioco di finestrature e dei tagli di luce, è un viaggio tutto da compiere sia per osservare eventuali mostre che per assistere a concerti o spettacoli teatrali. Un viaggio che inizia proprio dalla scala che con dolcezza seguendo un movimento ellittico, ci aiuta a scendere. L’eleganza dell’insieme e la raffinatezza dei dettagli denunciano che siamo alla presenza del salotto cittadino dove la comunità celebra i suoi riti ed in essi si riconosce.
Tornando in superficie è possibile scoprire che proprio addossato sulla muratura di uno degli archi, il più visibile, si nota il busto bronzeo del Capitano Michele D’Angelo che combattendo a Derna, in Libia, cadde eroicamente nel 1912 e fu insignito di medaglia d'Oro “alla memoria”. Sull’ampia vetrata che porta al foyer compare, serigrafato sul vetro, il profilo dell’edificio demolito: il Teatro dei Combattenti la cui memoria è così cara ai cittadini di Rionero.
All’interno dell’invaso, il nostro viaggiatore noterà in primo luogo le possibili connessioni con le emergenze storiche, in particolare con Palazzo Fortunato, Piazza della Fontana Grande, la Chiesa Madre e l’antico quartiere “Costa”. Inoltre la presenza di alcune isole di vegetazione con alberi ad alto fusto nati da foreste poco lontane che nella parte bassa schermano un edificio piuttosto ingombrante proiettato su Piazza XX Settembre mentre nella parte in alto sembrano indicare un possibile percorso verso il giardino di Palazzo Fortunato. Infine una serie di polle d’acqua disegnano un percorso. Simili a quelle che annunciano la presenza di una sorgente naturale sembrano spuntare dalla terra scura. Del resto Rionero, Arnìur in dialetto locale, allude proprio ad un fiume scuro e rappresenta il luogo e quindi non può non apparire nella piazza principale. Queste polle, insieme alla pavimentazione, alle panchine d’autore e all’edificio formato da una sorta di onde creano un insieme che sembra confermare la presenza di un elemento perduto ma in grado di risorgere in vesti sempre diverse. Sotto questa inedita veste, più che un pozzo che contiene una limitata quantità d’acqua, il sistema di polle è paragonabile ad una fontana che “tracima” continuamente acqua sempre nuova. Il suo getto può variare, ma rappresenta pur sempre un viatico al nostro bisogno di non arrendersi alla piattezza del sentire, del desiderare e del pensare. Da questo punto di vista, il senso di sublime ch sprigiona non è altro che quella eccedenza di senso, quell’invisibile ultravioletto verso cui ci spostiamo ogni volta che cerchiamo di sporgerci, trasformandoci, verso gli estremi e inesplorati confini della nostra esperienza.
Intervento per stralci
1° Lotto
Il primo lotto interessa la parte gradonata della Piazza che dal fronte del Palazzo Giustino Fortunato si sviluppa sino al cerchio che, da un lato, intercetta il manufatto basamentale che costituisce lo snodo verso la Fontana Grande e, dall’altro, l’edificio angolare di sponda opposta. Tutto il sistema gradonato assorbe progressivamente il dislivello tra la quota più elevata verso il Palazzo Giustino Fortunato a +623,38 fino alle quote di +617,83 e +620,41 sull’arco di cerchio inferiore.
Il maggiore dislivello presente in questo primo lotto rispetto agli altri è sfruttato per disporre le pendenze dei gradoni ad andamento alterno in modo da avere come massimo distacco altimetrico tra un gradone e l’altro la misura di circa 45 cm. Questo dislivello è adoperato per inserire le panchine ad assetto curvilineo, le quali risultano collocate secondo uno schema planimetrico zigzagante alternato. In questo modo, nella parte planimetrica che si inserisce tra le panchine viene a determinarsi un allineamento delle quote tali da permettere uno sviluppo diagonale continuo delle pendenze, utili per favorire l’agevole transito dei portatori di handicap.
Verso il lato destro del Palazzo Giustino Fortunato sono impiantati due gruppi arborei utili alla ombreggiatura di due aree di sosta.
2° Lotto
Il secondo lotto riprende dalla interruzione del primo e con analogo schema a settori di cerchi concentrici si sviluppa sino all’area dove è attualmente dislocata la rotonda spartitraffico. Nella parte centrale di questo tratto di piazza, due gradoni curvilinei si inarcano fino a raggiungere un punto di altezza massima di 4,50 metri rispetto alla quota di imposta dell’arco. Il volume che viene a determinarsi si configura come una più ampia escissione del suolo rispetto agli altri gradoni e congiunge, simile a un ponte pedonale, le sponde opposte della piazza recuperando le quopte esistenti dei tratti stradali.
L’edificio per un piano è in scavo fino a una quota di – 4,20 rispetto all’esterno e la parte fuori terra non supera la volumetria di 500 mc indicata nel bando. Lo scavo è previsto tenendo conto della condotta fognaria esistente.
Al di sotto dell’arco che assicura il passaggio in continuità sulla piazza sia in senso trasversale (al di sotto) sia in senso longitudinale (al di sopra) è ospitata una sala conferenze per 200 posti, un’area espositiva con annesso bar-caféteria collegato attraverso una scala elicoidale ad ampi gradoni, un’area per laboratori e piccoli convegni con annesso deposito al di sotto della sala conferenze. Un ascensore dall’atrio esterno assicura l’accesso ai portatori di handicap mentre le scale opportunamente distanziate assicurano il rapido deflusso di emergenza.
L’illuminazione naturale è assicurata da pozzi luce che dal basso raggiungono l’estradosso dell’arco. Tutto lo sviluppo perimetrale del volume fuori terra è previsto in vetro a opacità variabile in funzione dell’attività che si svolge all’interno.
La parte centrale dell’arco è sgombra per favorire la pecorrenza continua tra esterno e interno e, in occasione di feste o eventi, può fungere da cassa armonica per gruppi musicali diventando la scena del sistema teatrale verso Palazzo Giustino Fortunato.
Anche il dorso degli archi può fungere da spalto per piccoli spettacoli all’aperto in occasione di particolari ricorrenze. In questo modo tutta la piazza può animarsi di differenti attività in contemporanea durante l’arco della giornata e delle stagioni.
3° Lotto
Il terzo lotto completa lo sviluppo della piazza sino al bordo del parco. Questo tratto è quasi pianeggiante ed è trattato in modo unitario alternando ampie pezzature di verde collocate alternativamente in settori triangolari di risulta tra due cerchi susseguenti a orientamento variabile. Sul parterre di questo tratto si trova un edificio di 20 metri di altezza che viene parzialmente schermato in senso ortogonale da gruppi arborei che preannunciano il Parco successivo.
Materiali, elementi di arredo, memorie
Il parterre dei tre lotti è concepito in modo unitario ed è costituito da una pavimentazione di nuova integrazione in pietra di basalto scura con spessore di 7 cm. a bocciardatura fine. All’interno del parterre le basole di pietra vulcanica esistenti vengono riutilizzate nelle aree di sosta in prossimità delle panchine e delle aree alberate, luogo entro cui trovano posto anche piccoli accatastamenti verticali fatti con la stessa pietra di recupero.
In ricordo del “rio nero” tutta la piazza è disseminata di piccole polle d’acqua scolpite nella stessa pietra di basalto della pavimentazione. Le polle ricevono l’acqua dalle incisioni che corrono lunga tutta la base dei gradoni. Il sistema così concepito è utile sia alla raccolta dell’acqua piovana, sia alla irrigazione naturale delle aree trattate a verde. Inoltre un sistema di recupero e di pompaggio dell’acqua consente, in particolari occasioni di far zampillare l’acqua dalle polle che durante le ore notturne, con dei punti led incassati sul fondo, possono dare luogo a dei giochi di luce e acqua di particolare carattere evocativo. L’acqua delle polle segnalerà metaforicamente lo sfogo del rio d’origine che spinge dal sottosuolo, le incisioni per irrigazione ricorderanno l’attività vitivinicola e agricolo rurale del luogo mentre i raggi di luce verticali, opportunamente dislocati, durante le ore serali ricostruiranno in fasci luminosi il perimetro del distrutto Teatro dei Combattenti.
Gli elementi di arredo principale sono costituiti dal sistema di illuminazione a pali e dai dissuasori per salvaguardare il centro pedonale della piazza.
Come ulteriori elementi di arredo verranno collocate delle panchine per la sosta. In particolare, le panchine che segnano il passaggio tra i tre lotti vengono affidate alla ideazione di un artista che ne disegnerà alcune varianti.
Opera d’arte
In punti selezionati dell’intero invaso è predisposto un numero di panchine, di misure e immagine leggermente differenti fra loro, vere e proprie opere d’arte che si integrano pienamente nell’immagine generale della piazza.
Ognuna è leggermente arcuata a seguire l'andamento curvilineo della pavimentazione del grande (ed unitario) piazzale – scalinata, e si collocherà esattamente lungo il bordo che marca la differenza fra i tre lotti previsti, quasi a segnare la fine di una realizzazione e l'inizio di un'altra.
In tal senso, l'opera è da intendersi unitariamente sviluppata lungo tutto lo svolgimento della piazza, anche se sarà suddivisa in tre parti autonome ognuna appartenente ad uno dei tre lotti in bando. Questo per sottolineare l'aspetto unitario dell'intervento artistico rendendone possibile la realizzazione nell'arco di tempo necessario al completamento dell'intero progetto. In questo modo, l'opera non si pone come qualcosa da "porre in sovrapposizione" al piano del costruito, bensì ne sposa l'andamento progettuale e le necessità urbanistiche fino ad integrarsi con esso. L'opera d'arte diviene così un segno d'arte che si discosta di poco dal piano architettonico, ma proprio in questo "poco" deposita tutto la sua potenzialità estetica e simbolica.
Dal punto di vista tecnico, ogni panchina sarà realizzata in vetro strutturale ultra-chiaro, una materia trasparente dentro la quale saranno inglobate una grande quantità di piume bianche immerse in vernice anch'essa bianca e retro-verniciate di rosso. Lo strato inferiore del cristallo sarà dipinto parzialmente di bianco in modo che ogni piuma superiore diventi fonte di luce colorata per questo piano che sarà una sorta di schermo su cui si deposita il riflesso del colore. Questa rifrazione luminosa muterà con il movimento del sole fino a diventare un segno brillante durante la notte perchè catturerà ogni luce disposta nei dintorni intrappolandola al suo interno.
Al termine dei tre lotti previsti, ogni segno di luce e materia trasparente farà riferimento all'altro in una sorta di fiume che si rincorre fluido oppure come un vento, un'aria che circola lungo il piazzale trasportando folate di piume bianche e luminose.
L'opera proposta si pone in relazione allo spazio in modo non invasivo ma dinamico come il flusso delle persone che circoleranno nell'ambiente.
L'opera sarà realizzata con un sistema di stratificazione costituito da lastre in vetro extrachiaro temperato. Si tratta di tre lastre con spessori differenziati: 15 mill. per quelle inferiori e superiori con al centro una lastra monolitica di 30 mill. per un totale di 60 mill. La stratifica dei vari strati di vetro avviene mediante l’impiego di apposito materiale plastico PVB (polivinilbutirrale) avente caratteristiche di trasparenza, tenacità ed elasticità tali da garantire un’efficace adesione tra le lastre di vetro. L’impiego di questo intercalare PVB tra le lastre consente di realizzare un insieme del tutto simile a quello di un blocco monolitico che, comunque, anche in caso di rottura permette di non rilasciare frammenti di vetro che rimangono omogenei a tale strato plastico in modo da risultare inoffensivi (protezione delle persone dalle ferite).
Le lastre che hanno subito un trattamento termico di tempera hanno un elevata caratteristica di resistenza meccanica, così che il prodotto finale risulta essere adeguato per la realizzazione di superfici praticabili e anche calpestabili.
Sistema arboreo
Con densità diversificata, il sistema arboreo si snoda per tutta la piazza secondo calibrati slittamenti effettuati lungo l’arco di cerchio su cui si dispongono. I gruppi arborei, rari nel primo lotto per non interferire eccessivamente con le visuali prospettiche verso Palazzo Giustino Fortunato, si intensificano man mano che si giunge verso il Parco. Le essenze sono diversificate e di dimensione variabile. In contrasto con la comprensibile monumentalità dei lecci presenti nel giardino retrostante il Palazzo Giustino Fortunato e i pini del Parco, sono più idonei in raccolti ambiti pedonali della piazza.