Waterfront Fesca-S.Girolamo
Un cerchio diventa un "mercante di diametri:
"andava per i mercati
a vendere diametri sigillati.
A chi ne comprava tre
dava in omaggio un raggio.
Tutto questo succedeva in un paese nebbioso,
dove anche un raggio di cerchio sembra tanto luminoso."
Gianni Rodari - Il mercante di diametri
Tra due linee d'acqua dove l'acqua non c'è. Ai bordi di una spiaggia dove la sabbia non c'è. Lungo i bordi di una passeggiata dove lo spazio non ha identità, non c'è. Una successione di territori conclusi ci accompagna con difficoltà attraverso la stratificazione delle infrastrutture sino al mare. Non ci si orienta. Non si scopre nulla. La fatica di sentire e conquistare il mare, quando siamo al di qua, non ci conducono alla visione del mare come di un sogno. Eppure arrivare al mare non può perdere questa dimensione onirica e reale al contempo. La conquista visiva dell'orizzonte non può essere banalizzata da una condizione indifferente al luogo e alle sue specificità. Per fare questo non abbiamo bisogno di nuovi esercizi di stili e materiali, di performances linguistiche e/o di spazi riempiti di oggetti senza ragione e sentimento. Abbiamo bisogno di sentire il mare come una conquista, visiva, percettiva, di piacere. Abbiamo bisogno di definire con variabile intensità la soglia che separa l'artificio dalla natura, il solido dal liquido, l'immutabile dal variabile. Bisogna conquistare una nuova dimensione del rapporto con il mare, ora in maniera solida e brutale (la punteggiatura delle rocce) ora sospesa e leggera (i diametri visivi che sottendo i cerchi sul mare). Ora tutto diventa una scoperta, sempre differente a secondo dell'ora, del giorno e del mese. Ora il fronte ha il suo basamento orizzontale che discende verso il mare come un strip orizzontale articolato su un piano toprafico variabile, come la tastiera del pianoforte in una sonata di Mozart.
Milleduecento metri la distanza che separa le due lame, la Lamasinata e la Balice. Milleduecento metri al cubo saranno le linee, le aree, i pontili che uniranno le due lame. Un bordo senza definizione diventerà uno “spessore urbano e ambientale” che varierà dai 5,5 metri (punto) del tratto verso la Lamasinata, per poi diventare 80 metri nello spazio intermedio tra i due diametri principali (linea) sino a raggiungere i 200 metri di profondità laddove diverse nature si incontrano (la pineta, e la selva di eucaliptus, il mare e la nuvola di acqua nebulizzata). Lo spessore verso terra avrà il suo corrispettivo verso il mare. I 3 diametri, luoghi intermedi tra terra, mare e cielo, ci porteranno sul mare con una sequenza di spazi per la balneazione, per la ristorazione, per il tempo libero e la sosta, per le attività sportive, ora a 100 metri, ora a 190 metri ora a 120 metri dalla nuova linea di costa. Una sequenza di luoghi ci permettono di muoverci nello spazio e come i passi di danza del tango che ci obbligano con piacere e sensualità a indirizzare gli sguardi e i nostri movimento in tutte le direzioni. Tre ordini di colori, i toni dell'azzurro, del verde e del rosso ci accompagneranno da nord a sud. Materiali naturali (legno, terra stabilizzata, sabbia, prato, acqua…) accompagneranno la città verso il suo nuovo rapporto con il mare.
Il progetto si fonda sull'approccio energetico-ambientale con l'obiettivo di poter concepire i luoghi tra terra e mare come sistemi autosufficienti dal punto di vista energetico (fonti rinnovabili). Strategia del progetto è riuscire a sfruttare le risorse naturali esistenti quali il sole, il vento e l'acqua (movimenti marini), dalla cui sommatoria è possibile raggiungere un'autonomia energetica. Lo stesso disegno circolare degli elementi sul mare si presenta come la miglior forma per riuscire a captare le forze naturali: l'acqua si insinua tra i pontili generando dei vortici marini che generano energia, mentre l'energia solare ed eolica vengono catturate attraverso la predisposizione sugli stessi di pannelli solari e micro pale.