Lungomare di Levante – Lotto Nord – Isola di Ortigia
Progetto finalista
E’ possibile immaginare che la relazione tra la città e il mare non si riduca ad una reciproca attestazione su un margine rigido e definito?
Nel lungomare di Levante le due entità si contrappongono indurendo notevolmente lo spazio di relazione e definendo una precisa area di frontiera lungo la quale le due condizioni si attestano marcando una linea di reciproca difesa; il confine nel tempo sembra essersi ispessito trasformandosi in uno spazio tendenzialmente infrastrutturale, un luogo da attraversare definito da sistemi di accesso, passaggio e di sosta.
Il progetto mira a produrre invece uno spazio efficiente, abitabile, aperto e sostenibile che si costruisce come pezzo di città dotato di un paesaggio e di funzioni con una identità forte, capace di mettere in comunicazione i flussi del porto con quelli del turismo, la vita della città con quella dei visitatori, le consuetudini urbane con quelle più strettamente marittime.
Il recupero di un luogo cosi cruciale per l’isola di Ortigia si colloca all’interno di un processo più ampio che ha come principale intento la valorizzazione della città di Siracusa attraverso la creazione di un nucleo storico funzionalmente connesso con il suo territorio, un luogo d’eccellenza maggiormente riconoscibile e fruibile difeso dal traffico di attraversamento e caratterizzato dall’offerta di attività e servizi storico-culturali e di turismo sostenibile.
I principi ordinatori del progetto sono tre e si possono individuare nella razionalizzazione della viabilità pedonale e veicolare, nella costruzione di un nuovo spazio tra la città e il mare e nella messa in gioco di tecnologie di avanguardia per la qualificazione ambientale, il tutto nel pieno rispetto del sedime dell’impianto storico della città.
Lo spazio viene definito attraverso azioni progettuali leggere legate principalmente al disegno del suolo che trattato diversamente a seconda della funzione che espleta o del tipo di tessuto che incontra (piani,depressioni, gradoni o rigonfiamenti) mira alla ricucitura dei sistemi esistenti di spazio pubblico e alla creazione di nuove condizioni spaziali.
L’intervento si inserisce all’interno di un piano di mobilità pedonale e ciclabile che comprende il collegamento di Ortigia sia con la Borgata di Santa Lucia sia con il Parco Lineare lungo il tracciato ferroviario dismesso.
A scala più’ piccola i tessuti urbani vengono ricuciti mediante nuove connessioni con la trama del centro storico e con il lungomare attualmente interrotto dal parcheggio Talete e dai percorsi veicolari che attraversano il Forte San Giovannello.
Il progetto ridisegna così i flussi dei pedoni e delle automobili razionalizzandoli e delimitando l’ambito di influenza dei rispettivi movimenti evitando contrapposizioni ed eccessivi incroci dei percorsi.
Lo spazio pubblico attualmente frammentato in spazi indipendenti e privi di connessioni viene trattato come sutura
Lungo le antiche mura spagnole, che segnano il punto di sutura tra la città del passato e la nuova ordinazione del sito, si ristabilisce l’antico limite tra la città e il mare: da un lato una lunga “rambla” pedonale alberata e completamente allagata dall’acqua dolce, dall'altro la nuova piazza dell'ex carcere più “dura” e legata ad un ambito più urbano
In tutto il progetto è evidente la volontà di aumentare gli spazi concessi all’acqua e al verde, inesistenti o poco valorizzati in tutta l’isola di Ortigia.
L'intento è quello di creare uno spazio ibrido ma eloquente, che sappia interpretare a pieno la transizione tra luoghi così fortemente connotati preservando la natura distinta delle dimensioni che separa ma assorbendo al contempo risorse ed energie da entrambi.