Verdeacqua VA160_miglior proposta di dettaglio
paesaggi liquidi
un microcosmo che dà la sensazione di un universo_ Bernardo Bertolucci
dove finisce il Po? il fiume ha braccia negli affluenti e radici nei boschi. il Po è tutta la struttura capillare che lo lega alle città vicine. E' campi agricoli, pioppeti e cave. il Po è la struttura boschiva che partecipa al ciclo dell'acqua e alla strutturazione di un complesso ecosistema
Ad una intensificazione di questa complessità mira il progetto, innescando nuove dinamiche ecologiche e di fruizione, lavorando sulla sfumatura dei limiti e sull'intrecciarsi delle componenti.
Credendo nella ricchezza degli ambiti di transizione, è nel grigio_il non bianco e il non nero_ che il progetto si inserisce: dove l'acqua diventa terra, dove l'affluente diventa fiume, dove il verde diventa acqua.
Questo paesaggio tutto in orizzontale, che sembra privo di asperità, di nascondigli, di zone oscure e di segreti, deve contenere il suo mistero nella apparente assenza di ogni mistero_Guido Fink
consapevole dell'evolversi dello stato di questo territorio nel tempo, il progetto prende le distanze da slanci nostalgici per foto in bianco e nero o ricordi di un lontano eden. nessun viaggio nel passato, o ripristini di stati ideali, ma l'intento è innescare nuovi dinamismi che conservino però l'aroma delle vecchie foto e di quei ricordi. Le tracce del muoversi antico dell'acqua sono attentamente raccolte e come in una seconda vita il loro andare sinuoso è affidato a nuove e vibranti fasce boschive. Vengono a definirsi nuovi orizzonti che con altra materia e consistenza accennano al racconto di meandri scomparsi. Quello che era acqua è verde.
Le fasce boschive instaurano nuove continuità ambientali, ricucendo brandelli di bosco esistenti. Acqua e vegetazione come due linee, in una perpetua danza, si rincorrono, si intersecano, si affiancano, generando nuovi ambienti ed ecosistemi.
il paesaggio è anche questo, sono i mestieri che permangono e quelli che scompaiono_ Giorgio Tinazzi
Il confronto con la dimensione produttiva che struttura il territorio si snoda lungo il corso degli degli affluenti, riconoscendo ad essi un ruolo fondamentale riguardo la salute e la qualità ambientale del fiume. il progetto individua aree intestine tangenti queste acque secondarie e comprese tra campi agricoli, zone industriali, pioppeti e cave in cui il corso dell'acqua può subire deformazioni, declinandosi diversamente a seconda di ciò che tocca: genera bacini di fitodepurazione in dialogo con le attività produttive; invade ambiti dismessi per definire zone umide o aree esondabili, se vicino ad aree residenziali crea assieme alla vegetazione zone ricreative.
il progetto legge in questa struttura capillare il perfetto supporto al sistema fruitivo. trasversali al muoversi del fiume gli affluenti sono intesi come strumenti di avvicinamento ad esso. Come percorsi cerimoniali in cui la presenza dell'acqua si svela lentamente in una successione di sequenze diverse . L' intervento diventa puntuale, la scala locale. queste braccia del po sono intese come fili di relazione tra il grande fiume e i nuclei urbani limitrofi. Fili che consentano una perfetta narrazione della composizione del paesaggio e su cui innescare il sistema fruitivo: fatto di percorsi, osservatori,approdi, luoghi di sosta e ristoro, ambiti ricreativi ed educativi
Dove le acque dell' Enza rincontrano il fiume, tra pioppeti e cave dismesse il progetto cerca la verifica dei presupposti prima elencati, dando un'esemplificazione dell'atteggiamento generale.
L'affluente, il Po e l'acqua di falda vengono messe a sistema definendo una sequenza di sfumature distinte. lo strumento di lavoro primo è quello topografico. La modellazione del terreno permette l'articolazione di un circuito depurativo. La vegetazione si diversifica di step in step, creando una successione di giardini acquatici. Imovimenti topografici sono occasione per ricavare percorsi in quota e piani inclinati in cui svariate attività ricreative possono trovare luogo. Le acque dell'Enza, percorso il circuito, prima di raggiungere il fiume creano un ambito balneabile. Ancora il sapore del passato emerge, di un fiume in cui "si andava in vacanza". Le vesti cambiano però. Ma rimane l'idea un contatto diretto con l'acqua, di un rapporto stretto che è anche gioco e divertimento a cui si aggiunge una nuova componente molto contemporanea: quella educativa. il circuito depurativo, infatti non è solo sistema operativo con cui migliorare la qualità dell'acqua, ma anche l'occasione per raccontarla, conoscerla, esperirla nelle sue diverse forme.