Centro Civico Polivalente
margine luce percorso cavità ombra materia vuoto.
Il progetto risponde a un duplice obiettivo che guarda sia alle relazioni che intesse con l'assetto urbano circostante sia alla peculiare situazione orografica e ambientale del sito stesso. L'edificio viene concepito - contrariamente alle altre costruzioni di carattere pubblico adiacenti che si configurano come organismi chiusi e autonomi- come una struttura completamente aperta alla città e, nel confronto spaziale a scala urbana, si pone in modo baricentrico rispetto al contesto creando una sorta di grande fondale porticato (di 86 metri di lunghezza per 8 di altezza), margine della nuova “piazza” antistante, parte integrante del progetto. L'accesso pedonale avviene dall'alto, dalla strada principale, attraversando una piccola fitta pineta pensata quale primo elemento del progetto. Un sistema di rampe e scale collega le diverse parti e livelli dell'edificio con il terreno acclive.
L'estrema flessibilità della struttura è caratterizzata dalla trama aperta dei percorsi diversificati in una successione percettiva degli spazi aperti e dei recinti (pineta, rampa-terrazza, loggia, sala ipetrale, passaggio aereo, sala, etc.).La fabbrica si suddivide in tre elementi principali: il lungo corpo dei servizi, l'ambulacro a doppia altezza e la sala polivalente. In altezza l'edificio è concepito come costituito da due “parti” distinte: una parte basamentale in conglomerato cementizio a vista, che si attesta sul crinale del dislivello della pineta, quasi una estensione naturale del sito; una parte superiore completamente bianca che ingloba sia le coperture dell'ambulacro che la sala polivalente. Il corpo dei servizi si configura superiormente come una grande rampa con terrazzo aperto verso la pineta e la corte interna.
Nel piano inferiore, l'alto ambulacro, ideato come una sorta di strada interna, diventa luogo privilegiato di incontro e collegamento tra i vari servizi che si dispiegano lungo il suo percorso. La sala polivalente a doppia altezza è pensata come un grande spazio flessibile. L’opera è stata realizzata utilizzando materiali e strutture low-tech a basso costo. La parte basamentale, pensata quale contrappunto del soprastante volume bianco, è costituita da uno spesso muro in cemento faccia vista lavato. Il cemento è utilizzato anche per quasi tutta la pavimentazione mentre il gesso riveste le pareti; solo la parte superiore della sala polivalente è realizzata con un rivestimento in pannelli in legno mineralizzato grezzo segnato da sottile fughe in legno.
L’uso del colore gioca un ruolo complementare al progetto: i tagli di luce che segnano il soffitto dell’ambulacro a doppia altezza e la loggia superiore sono caratterizzati da una soffusa luce di riflesso di colore giallo – che ricorda il polline della pineta- che si riverbera sulle bianche pareti laterali, mentre le facciate interne della sala ipetrale ripropongono il colore intenso e naturale dell’indaco complementare del giallo. Il passaggio aereo che attraversa la sala, rivestito da una doppia lamiera microforata, è segnato in alto da un doppio taglio continuo di luce zenitale, quale volume sospeso diffusore di luce cangiante.
E.F.