L’intervento è l’esito di un concorso indetto da RFI per la riqualificazione di piccole stazioni abbandonate.
Il contesto è quello della periferia dell’hinterland cagliaritano: un’area industriale fuori dal centro abitato lambita dalla strada provinciale e dal cavalcavia che da questa conduce al paese. L’oggetto è un piccolo fabbricato di muratura rosa, una pensilina in struttura metallica. Scenario comune della periferia dei paesi sardi: la strada, i binari, il piccolo fabbricato della stazione in un paesaggio a forte valenza naturalistica di tanto in tanto “turbato” dal lento passaggio del vagone passeggeri.
Il recupero passa attraverso una “evoluzione di senso” che risponde alla logica di costruzione del nuovo paesaggio contemporaneo antropizzato, ad una nuova idea di territorio complesso, fluttuante ed aperto in ogni sua parte. Per noi la stazione diviene una sovrapposizione. Nella stessa forma e nello stesso volume viene aggiunto un ulteriore livello di significato, un altro spazio, anche se la superficie rimane una sola. I livelli si nascondo per poi riaffiorare, proprio come lo sguardo dell’osservatore verso il paesaggio.
I simboli della comunicazione, il pannello segnalatore, il basso costo messo a disposizione dal committente sono divenuti nuovi livelli di senso da sovrapporre allo spazio esistente. L’osservatore-viaggiatore vede anzitutto un oggetto bianco che viene piegato e macchiato. Per noi questo percorso ha significato il tentativo del superamento dell’idea di una stazione soltanto simbolica, per riprendere allo stesso tempo il percorso di un continuo aggiornamento, del movimento che popola il tessuto dei comuni serviti dalla stazione e della campagna che la circonda.
Il basso costo messo a disposizione (7.000,00 €) è divenuto quindi uno degli elementi di costruzione formale del progetto.