"Berliner Schloss/Humboldt-Forum"
Si vuole che nel cuore di Berlino, nel luogo dell’antica residenza dei re e degli imperatori prussiani, risorga
un grande edificio, fatto di corpi ricostruiti e di corpi di nuova costruzione, quasi del tutto compresi nel
volume del distrutto Castello barocco, da ridestinare a un complesso culturale e museale denominato
Humboldt-Forum.
Il progetto si accorda alle indicazioni del programma del concorso, anche a quelle, più controverse, della
ricostruzione delle facciate, decisa da un voto largamente maggioritario del Parlamento tedesco: a ragione
del valore politico e civile che solo quelle antiche forme possono oggi qui avere e non per una qualche
preferenza estetica, che ovunque potrebbe applicarsi.
La ricostruzione, prescritta dal programma, riguarda i corpi di fabbrica e la corte d’onore (Schlüterhof) del
Castello – progettati o trasformati nei primi anni del Settecento da Schlüter, Eosander e Böhme – e la
riproposizione volumetrica dell’ “edificio trasversale“, che separava i due cortili interni, e della cupola sopra
il portale del fronte occidentale, eretta da Stüler e Schadow a metà dell’Ottocento; la ricostruzione, voluta
dal progetto, riguarda le tre facciate “barocche” della corte occidentale (Eosanderhof) e le forme esteriori
della cupola.
La nuova costruzione riguarda un insieme di luoghi e di corpi di fabbrica all’interno dell’antico cortile
occidentale e un nuovo edificio esterno sul lato verso la Sprea, adiacente al muro cieco del Castello barocco ,
al quale si addossavano le precedenti costruzioni della residenza dei sovrani brandeburghesi, per le quali non
si imponeva l’obbligo della ricostruzione.
Il grande blocco parallelepipedo del palazzo reale e imperiale, a cui si è riferita nel tempo la
costruzione dei luoghi centrali della città e l’architettura di tanti suoi monumenti,
vuol ritornare dopo cinquant’anni nel luogo in cui per alcuni secoli è stato, con le sembianze di chi fosse
sempre stato qui. Le sue facciate si ripresentano come la “pelle“ di un corpo simile a quello perduto (un
muro massiccio dello spessore costante di un metro, il doppio di quello previsto per i muri della nuova
costruzione), evitando l’effetto artificioso di una “maschera” dai mille pezzi appesi a un qualche scheletro di
acciaio. In accordo con la configurazione delle facciate, si ripropone anche la ripartizione degli spazi interni
in quattro piani principali, ciascuno all’antica quota o quasi.
I cinque corpi di nuova costruzione aggiungono una molteplicità di luoghi aperti e chiusi a quelli
dell’antico Castello: due edifici stretti e lunghi, con spazi del tipo “a galleria”, sui lati contrapposti di nuovo
cortile- piazza; due edifici cubici, con spazi del tipo “ad aula”, fra le piazze e le strade coperte dell’“Agora”;
l’ edificio-belvedere verso la Sprea, concepito come una scenografica architettura “senza tempo” e “senza
abitazione”, fatta solo di scale e di loggiati sovrapposti. All’interno dell’antico Castello si ricostruisce lo
Schlüterhof con una nuova facciata sul fronte orientale, quella facciata che anche Schlüter avrebbe voluto
più simile alle altre tre da lui disegnate; ma soprattutto si costruisce per la prima volta un cortile,
denominato Schloss-Forum, che attraversa tutto l’edificio nel suo asse mediano. E
estende fra i due portali contrapposti, che sempre sono stati i luoghi dell’ingresso e dell’uscita dal Castello, il
punto d’arrivo e d’inizio di principali strade e piazze della città di allora e di oggi, della Breite Strasse a sud,
e della Unter den Linden a nord. Di questo luogo, che comunque può definirsi un cortile di palazzo o un atrio
d’ingresso allo Humbolt-Forum, si può dunque dire con certezza che sarà una piazza centrale della città, un
luogo che per misura e figura può ricordare, fra gli esempi più noti, la Piazza degli Uffizi a Firenze.
L’architettura si affida ai principi razionali della dialettica di “muro“ e di “colonna“, di sistema murario e
trilitico; qui in particolare la combinazione di un insieme di triliti, evocativi degli ordini di colonne, e di una
ravvicinata parete finestrata, suggerisce in maniera inequivocabile il carattere pubblico del luogo e degli
edifici.
Dentro al blocco dell’antico Castello, nell’area del suo cortile occidentale, si costruiscono per la prima volta
anche la “piazza colonnata” e le “strade“, illuminate da cieli di vetro, della cosiddetta Agora, un insieme di
luoghi e di spazi coperti di interesse generale (teatro, auditorium, ristoranti, sale per esposizioni temporanee
e altro) che possono essere raggiunti e utilizzati anche autonomamente: sono disposti al piano terra e in un
piano sotterraneo, fra loro collegati dallo scalone che spacca l’aula colonnata dell’ingresso lungo l’asse
mediano.
Due lunghe scale contrapposte, in fondo alla sala dell’ingresso, conducono alle bibloteche e ai “laboratori del
sapere“ del primo piano, e salendo ancora, ai diversi spazi espositivi dei Musei delle civiltà extraeuropee,
disposti al secondo e terzo piano.
Progetto
prof. arch. Franco Stella, Vicenza
collaboratore: arch. Michelangelo Zucchini
Consulenti specialisti
coordinatore: Winkens Architekten, Berlin
impianti: BLS Energieplan GmbH, Berlin
strutture: CRP Bauingenieure GmbH, Berlin
costi: Ingenieurbüro Schmid Gesellschaft für Projektsteuerung und Bauüberwachung mbH, Berlin
modello: Maurizio Bassignani, Genova
Progettazione
Franco Stella