Muro della Memoria all'interno del Monastero di clausura di S. Gemma Galgani
Il progetto di un tema così insolito è molto intrigante ed appassionante per un architetto, sia per il rispetto della committenza che per il valore simbolico che rappresenta un’architettura di questo genere.
Il muro della memoria nasce dal desiderio delle monache di clausura di S. Gemma di avere uno spazio dove poter ricordare e pregare le sorelle scomparse, attraverso un percorso che nel progetto viene rappresentato attraverso il linguaggio tettonico del muro.
Muro di Travertino di Rapolano, che pensato come una “chiocciola razionalista”, si dipana regolare dall’ingresso alla fine del percorso a segnare in pianta ed in alzato il segno della memoria, dove la verticalità della pietra rappresenta il confronto tra il passato ed il presente.
Il confronto si conclude alla fine del percorso in uno spazio quadrato, “Sancta Sanctorum”, con al centro un cipresso, albero di proporzioni adatte ad un culminare verso il cielo del percorso di preghiera.
Il luogo dove è ubicato il muro, è già di per sé il “Genius Loci” che rappresenta la vita del Monastero di S. Gemma, luogo dove vicino è ubicato l’orto, dove le suore lavorano la terra e raccolgono quello che hanno seminato, luogo dove vicino è ubicato il chiostro, dove le monache passeggiano, leggono e pregano.
Il progetto è un omaggio alle suore, che con la loro dedizione cristiana hanno dedicato con serenità e felicità la loro vita al prossimo.