Concorso di idee per la riqualificazione dell’accesso all’abitato di Civita di Bagnoregio, Viterbo.
Un Ponte per Civita
L’Etruria si presenta con un paesaggio dove natura ed artificio esprimono il proprio carattere nella materia che da loro forma: il tufo, scavato dalla natura e modellato dall’uomo, restituisce la percezione dell’insieme come di un fatto naturale.
L’opera dell’uomo non si presenta infatti come il risultato di un assemblaggio, quanto piuttosto come il prodotto di una operazione quasi scultorea, paziente rimozione di materia a formare spazi in una massa uniforme.
E’ in questo scenario che trova posto la Rocca di Civita di Bagnoregio: presenza magica, sospesa nello spazio che le manca sotto le fondamenta e nel tempo cui vuole sopravvivere.
La fragilità, insieme memoria e destino del luogo, viene qui assunta come dato primario del progetto.
La suggestione è legata all’immagine di una terra vinta da forze nascoste: una radice scoperta che si libera e si manifesta oltre la sua natura ma che, ciononostante, continua a “tenere” l’albero e a dargli vita. Una complessa rete che abbraccia il terreno per poi liberarsi nello spazio.
Si propone così una struttura a maglia composta da tubolari d’acciaio a formare un leggero pizzo disegnato a grandi campi di dimensioni e geometria differenti, una tela di ragno che collega angoli improbabili seguendo l’ideale arco che disegna la sella. Una dolce curva che supera il semplice collegamento di due punti trovando il suo centro nel vasto scenario all’interno del quale il segno introdotto cerca il proprio significato.
Il disegno della maglia ricorda i profili irregolari delle grotte scavate nel tufo e la sua sezione rimanda alle creste di terra: l’effetto è quasi mimetico e chiara è la percezione della struttura come di un elemento etereo cui si appoggia un sottile impalcato realizzato in profilati estrusi di alluminio, rivestito in peperino e completato da un parapetto in vetro e da un corrimano luminoso.
L’insieme comunica quell’assenza di materia che ha generato il vuoto e così dato forma allo spazio da cui emerge la solitudine di Civita.