In queste immagini è illustrato il progetto di ricostruzione del Teatro La Fenice; progetto che forse troppo spesso è stato identificato semplicemente sotto lo slogan che aveva caratterizzato il Concorso nel 1996: Dovera comera.
Fin dalla fase ideativa in realtà, benchè i vincoli del bando non consentissero alcuna alterazione delle sagome morfologiche ed architettoniche del teatro andato distrutto, il progetto di Aldo Rossi si distinse per il forte carattere di trasformazione tipologica ed evoluzione delle sue parti oltrechè per la ricercata volontà di legarsi non solo a Venezia ma più in generale al mondo veneto.
La Fenice è stata sempre fortemente legata alla struttura urbana di Venezia e via via nel tempo ha trovato i suoi spazi occupando anche parte del tessuto edilizio per potersi espandere e completare. Questo processo ha fatto si che il teatro non sia solo metaforicamente connaturato allimmagine della città ma che vi appartenga nel senso fisico più profondo in tal senso la possibilità di trasformazione, data dalle ali complementari (Sud e Nord) al corpo storico del teatro, è stata sfruttata al massimo delle potenzialità sia dal progetto iniziale che da quello esecutivo.
Questo progetto complesso perciò parla non solo della ricostruzione di un teatro allitaliana ma si misura con temi compositivi, architettonici ed urbani, di ineluttabile attualità in cui confluiscono ricostruzione filologica, restauro, innovazione ed addizione.
Il rispetto dei vincoli dati e la definizione degli ambiti di libertà progettuale in un rapporto non soccombente con lantico, pur senza alzare i suoi toni espressivi, sono la cifra forse più importante di questo progetto.
Se la città è di fatto un grande teatro questo edificio teatrale al suo interno è concepito come una piccola città con parti riconoscibili e costitutive.
Il lavoro successivo alla scomparsa di Rossi si è concentrato espressamente su queste parti rispettando le indicazioni date per la creazione della Sala Nuova (prove coro ed orchestra) con il grande frammento palladiano ma anche accogliendo le prescrizioni della Soprintendenza e dellEnte Teatro.
Sono nate così vere e proprie parti nuove di cui il teatro prima dellincendio non era dotato: la sala regia e ballo, la sala coro grande, la sala esposizioni da cui si può anche ammirare lo skyline veneziano.
La macchina scenica con la sua conchiglia acustica completa quel rapporto di continua evoluzione necessario a tenere vitale un teatro storico come questo.