Villa A Cagliari
L'edificio è situato sulla sommità del Colle di Bonaria, al margine della piazza che separa l'omonima basilica dalla zona edificata da palazzine e dal parco pubblico che scende verso il porto turistico. Per la sua posizione particolare e dominante, essendo la prima degli edifici privati a margine del parco, la casa è nel contempo un punto di osservazione privilegiato rispetto la città ed il mare ed un punto di riferimento per chi dal mare guarda il colle.
Il progetto è il risultato della trasformazione radicale di una casa esistente a sua volta ampliata più volte partendo da un primo nucleo costruito negli anni venti e di cui si è progressivamente persa la forma architettonica.
Il progetto propone il recupero della spazialità perduta tra interni ed esterni tramite una maggiore scomposizione dei volumi attraverso una distribuzione ragionata anche con l'uso del doppio volume in modo da definire il luogo privilegiato di una residenza.
L'addizione della loggia è una scelta significante ed opportuna in grado di rendere esplicita la compenetrazione dell'esterno con gli interni.
In tal senso vanno interpretati, ai rispettivi piani, i due terrazzi del fronte sud ed ovest della casa, in stretto rapporto al soggiorno d'angolo a doppia altezza ricavato demolendo parte del solaio tra piano terra e primo piano dell'edificio preesistente.
Per quel che riguarda i prospetti, relazioni diverse con il contesto hanno prodotto gerarchie e fronti più o meno compatti, tuttavia uniformati dall'uso della pietra calcarea locale come rivestimento. L'unico fronte intonacato a calce bianca è quello rivolto ad est: l'unico che può essere considerato un retro fronte.
Particolare è il ruolo del giardino della casa che, sebbene di non grandi dimensioni, costituisce un ambito preciso nei confronti degli spazi aperti che la circondano ed in particolar modo abbiamo voluto segnare un limite tra parco pubblico e giardino privato. Il tema della cinta è risultato perciò quasi astratto perché si conforma come un muro semplice e rettilineo che si adatta al terreno.
Questo muro è un'architettura a se: costruito in blocchi di basalto grezzi posati a secco con una tessitura che ricorda quella dei muri agricoli che suddividono i poderi sardi.
Il nero del basalto contrasta con la pietra bianca di Orosei della casa in un mutuo rapporto di valorizzazione, accentuato anche dalla diversità della posa.
Il giardino che contorna la casa è lastricato nella parte di primo accesso (verso la piazza) con una pavimentazione a piccoli blocchi regolari quadrati di basalto mentre la parte privata ha un manto erboso regolare con piante essenzialmente locali: cespugli di mirto lungo il muro in basalto, un lentisco centenario di fronte alla loggia ed un olivastro di fianco all'entrata principale. Un palmeto completa la piantumazione del giardino nella parte più privata.