Muro Di Sormano
Il carattere prevalente del “Muro di Sormano” è la sua pendenza.
Non è un semplice dato orografico: è ciò che lo rappresenta nell’immaginario della popolazione, ciò che lo qualifica in un determinato ambito (quello sportivo) che lo riconosce, dopo l’inserimento triennale al Giro di Lombardia, come uno dei percorsi più difficili in assoluto, seppure con la sua brevissima storia. Paradossalmente proprio la durata effimera ed il fallimento si sono rivelati conduttori fenomenali nella memoria collettiva, generando una sorta di mito dell’impossibilità se è vero che pochissimi corridori, seppur professionisti, riuscirono nell’impresa di raggiungere in sella la vetta del Muro.
È noto infatti che dopo le resistenze dei ciclisti, negli anni successivi, il circuito dovette passare per la strada nuova con pendenze decisamente più dolci. Il Muro passò così da uno stato di inattività ad una situazione di lento degrado che ce lo riconsegna ai giorni nostri nelle condizioni di utilizzo prevalentemente pedonale in cui la memoria del Muro pian piano sfuma insieme ai personaggi che hanno vissuto il periodo breve della sua fama.
È importante rilevare però che l’aspetto sportivo non è l’unica chiave di lettura della forte pendenza che caratterizza il percorso.Si trova infatti in quell’intervallo di altitudine in cui la montagna subisce un cambio di paesaggio radicale. Secondo questi principi si sviluppa il progetto per la sua riqualificazione del “muro”, come una sorta di narrazione di un paesaggio che cambia, letto sempre attraverso la lente di questo suo carattere – la pendenza – che diventa non più mezzo, tramite, ma esso stesso obiettivo di questa operazione.
Degli inserti grafici nella pavimentazione sono posti ogni metro di dislivello, in maniera tale che l’aumento e la diminuzione della pendenza potrà essere letta, oltre che direttamente con la fatica, indirettamente dalla compressione o dal diradamento di questi elementi (per pendenze intorno al 10% ogni 10 mt, per pendenze del 20% ogni 5mt e così via). Questi elementi costituscono il trait d’union dell’intervento poiché sono presenti a varie densità su tutto il percorso. È una occasione per raccontare il paesaggio che incontriamo.
A valle del tratto che precede l’ultimo tornante, la vegetazione prevalente è arbustiva, il punto è il migliore dove godere della vista delle montagne che, nei giorni più limpidi, diviene spettacolare. Qui la grafica orizzontale indica il punto preciso in cui godere della vista migliore, attraverso alcuni cerchi concentrici, che come un radar rileva i nomi delle vette più importanti (GRIGNA, CORNIZZOLO, ecc..) nella direzione di avvistamento.
Lungo il percorso sono collocati stralci di “famose rivelazioni” di Bartali e altri ciclisti sul muro. Le scritte di altezza 30 cm, occupano tutta la larghezza del percorso a formare una sorta di texture, composta dalle lettere.