Texturised House
Immersa in una valletta tra le vigne, Texturised House di Bongiana Architetture nasce come ampliamento misurato di una piccola preesistenza rurale. Un rifugio contemporaneo pensato per accogliere le feste e i momenti più intimi della famiglia, dove l’architettura costruisce atmosfere attraverso la luce e la materia.
Il progetto si fonda sul principio della raw purity: superfici scabre, materiali lasciati a nudo, dettagli ridotti all’essenziale. Ogni parete e ogni pavimento diventa così esito di un’interpretazione specifica, trasformando ogni superficie in racconto visivo e tattile. La struttura non nasconde il proprio corpo, ma lo esibisce con fierezza, in un gioco di texture che moltiplica le percezioni dello spazio.
Cuore dell’intervento è lo spazio a doppia altezza del barn, concepito come una grande cavità luminosa. Qui la volontà del progetto è chiara: portare dentro la massima quantità di luce naturale, che entra da tagli calibrati e si rifrange sulle superfici materiche, animando l’ambiente con ombre mutevoli. All’interno di questo volume svetta la struttura leggera di una libreria sospesa, che costruisce un nuovo spazio intermedio, aereo e raccolto, in dialogo con l’ampiezza sottostante.
Il tema del fuoco attraversa la casa come filo conduttore tra memoria e contemporaneità: nella parte vecchia resta il camino originario, mentre nel barn una stufa in ghisa diventa il nuovo fulcro. Attorno, le pareti sono rivestite con le piastre in cotto della serie Split disegnata da Bongiana Architetture per Terraformae, in cui l’interpretazione della fuga diventa unico motivo decorativo. Un gesto minimale che costruisce un fondo vibrante, fatto di ritmo e materia.
Anche il pavimento della parte nuova racconta questa volontà di riscrittura della tradizione: una superficie in cemento che reinterpreta il seminato alla veneziana, ma al posto dei tradizionali frammenti di marmo accoglie listelli in cotto, recuperati dai tagli dei forati usati per rivestire i pilastri del portico. Un gesto che lega il suolo alla costruzione, e intreccia memoria e materia in una chiave contemporanea.
Gli arredi raccontano un’altra stratificazione di memoria: pezzi di recupero scelti con cura, come la cucina anni Cinquanta smontata da una vecchia casa e trasformata per trovare nuova vita in questo contesto. Il nuovo e l’antico si intrecciano con naturalezza, dando corpo a un racconto coerente e vissuto.
In Texturised House, Bongiana Architetture conferma la propria poetica: un’architettura di sottrazione, che dà forza al vuoto e spessore alla materia, costruendo un luogo che è al tempo stesso scena collettiva e rifugio privato — uno spazio dove ogni superficie parla, ogni dettaglio racconta.