CASA PJA
Inquadramento
L’edificio oggetto del progetto si trova all’interno del Nucleo Rurale denominato “Mottaccio”, nella parte terminale a sud del territorio denominato “Andossi”, nel comune di Madesimo (SO).
Il territorio è contraddistinto da una morfologia con un andamento ondulato, a prati e pascolo. Il bosco è posto ad una quota inferiore e delimitata chiaramente dalla quota massima di crescita. Per questo il paesaggio è contraddistinto da una serie di grandi spazi aperti in cui trovano dimora piccoli nuclei ed edifici isolati. Negli ultimi decenni è venuta meno l’agricoltura di montagna a cui questi edifici erano destinati e si è osservata un progressivo cambio di destinazione d’uso degli edifici esistenti. Nella maggior parte dei casi si è assistito ad una mera e propria sostituzione dei manufatti rurali esistenti.
Il nucleo di Mottaccio, nella sua configurazione attuale, è il risultato di queste trasformazioni. I materiali che compongono gli edifici si sono mantenuti anche nelle trasformazioni più radicali (pietra, rasopietra, intonaci rustici). Sul nucleo di Mottaccio, incombe ad una quota più elevata, un grande fabbricato trasformato e
ampliato negli anni 90 denominato “Baitella” a destinazione ricettiva. La dimensione volumetrica degli edifici esistenti è contenuta nei due piani fuori terra. Il nucleo è contraddistinto dal passaggio di una strada carrabile sterrata che poi verso sud si trasforma in un sentiero di montagna che conduce alla frazione di
Scalcoggia.
Edificio esistente: consistenze e descrizione
Come appurato dalla ricerca catastale, l’edificio originario era di dimensioni maggiori, estendendosi su diversi mappali. La consistenza attuale non è altro che quanto deriva dall’edificio più remoto. Una ricerca sugli aerofotogrammetrici di provenienza elvetica ha evidenziato i due edifici presenti al 1945. Questa ricerca
pone le basi per la possibile ricostruzione del primo mappale, di cui è noto il sedime ma non esiste alcuna documentazione fotografica che ne determini la consistenza volumetrica. Con molta probabilità l’edificio si strutturava su un unico piano ed era destinato a deposito per l’attività agricola. Il secondo mappale si
configura su due piani: - il piano terra con un’altezza limitata a ml 2,00 destinato al ricovero degli animali ed un unico ingresso a sud – il piano primo destinato al deposito di fieno e alla residenza temporanea dei contadini. Il sedime è un trapezio irregolare che si allarga verso nord; questa configurazione planimetrica
insieme alla pendenza costante delle falde determina un andamento crescente del colmo che risulta più alto a nord. Le murature sono realizzate in pietra con parti intonacate verso l’esterno e con spessori notevoli. Il manto di copertura è in lastre di pietra con struttura portante in legno. L’edificio è contraddistinto da un poggiolo di ingresso che attraverso una piccola rampa permette l’accesso al piano primo. Una serie di muri a secco delimitano lo spazio d’uso a terra. Le aperture sono concentrate a sud; è presente una piccola finestra ad ovest. L’edificio ricalca fedelmente la destinazione agricola per cui è stato realizzato; si configura come un manufatto ermetico con le aperture limitate al necessario.
Il progetto
Il progetto intende rendere palese il processo di trasformazione dell’edificio: da edificio ad uso rurale a residenza stagionale. Visto che si configurano delle modifiche dal punto di vista volumetrico, l’intenzione è di rendere evidenti eventuali elementi “aggiunti”. L’edificio sul sedime del primo mappale viene ricostruito ad un unico piano in rasopietra. Esso dovrà mantenere il carattere ermetico dell’edificio di origine; per questo motivo, si contraddistingue attraverso
un’unica apertura arretrata rispetto al filo esterno della parete. Questa scelta permette di avere un “vuoto” contraddistinto da un’ombra profonda, come spesso accade per gli edifici rurali e non un riflesso di elemento vetrato.
L’edificio principale esistente è contraddistinto all’interno da una corea orizzontale in legno su cui sono ancorati i travetti e che taglia il timpano in pietra. Il nuovo pacchetto di copertura e il sistema strutturale in legno di nuova formazione determineranno un “nuovo muro” posto al di sopra di quello originario. A sud, la facciata viene demolita e si procede, di conseguenza, all’allungamento del volume secondo le geometrie dell’esistente. Anche questa parte viene realizzata in rasopietra. L’intenzione del progetto è quella di realizzare un rasopietra differente per le nuove parti; in questo modo, la diversa tessitura della pietra o densità dell’intonaco dei corpi aggiunti, si determina un confronto fra il nuovo e il vecchio. Emerge così il processo di formazione del manufatto di progetto. Il progetto si compone di due piani: al piano terra, si trova la zona notte composta da una stanza, un bagno di servizio e una stanza multiuso a sud. Attraverso una scala rettilinea si ha accesso al piano giorno posto superiormente. Esso si compone di un unico spazio in cui trova spazio l’angolo cucina. Attraverso un piccolo corridoio vetrato si accede allo studio. La zona giorno, come la stanza al piano terra, si contraddistingue attraverso una grande vetrata posta ad ovest. La facciata sud riprende la composizione classica delle facciate degli edifici rurali con una portafinestra e delle finestre quadrate. Il collegamento fra il corpo principale e quello sul sedime del primo mappale è incassato nel terreno e contenuto nell’altezza di cm 210.
Esso presenta due tipi di facciata. Ad ovest, una superficie vetrata riflette il paesaggio ed idealmente riconduce alla separazione dei due corpi; ad est, la parete intonacata è supportata da due vasche a quote differenti, in cui troveranno alloggio alcune piante di lamponi. In questo modo, il collegamento “pieno” riconfigurerà la soluzione originaria del corpo lungo. I colmi dei due edifici sono orientati nord-sud.
Il lato est, verso la strada pubblica, si configura come un prospetto muto (ad esclusione di una piccola finestra e della porta di ingresso); mentre quello est, non visibile dalla strada pubblica, si apre al paesaggio.
Le sistemazioni esterne derivano dalla necessità di liberare il fronte ovest nel suo piano terra; un piccolo movimento di terreno, legato alla pendenza esistente, permette di realizzare un piccolo ripieno che termina con un muro di contenimento dell’altezza di cm 45.
A sud, viene riproposto il sistema esistente; un piccolo muro e una piccola scala di accesso delimita lo spazio d’uso esterno.
In conclusione, l’edificio di progetto utilizza i materiali della tradizione (rasopietra) per raccontare un processo di trasformazione, adattando l’edificio ad un uso residenziale, nel rispetto del paesaggio dominante.