Casa MYNG
Il progetto di Casa MYNG nasce da precise richieste formulate dalla committenza. La necessità è quella di allargare gli spazi “comuni” della casa, annettendo all’appartamento esistente un piccolo bilocale. La famiglia, composta dai genitori e dalle due figlie studentesse universitarie, ha compreso che gli spazi intimi delle camere sono diventati universi impenetrabili che appartengono al singolo, con i suoi riti e le sue abitudini. In contrapposizione a questa consapevolezza, la richiesta si è orientata verso la necessità di uno spazio cucina, pranzo, living che permettesse di costruire delle relazioni fra i componenti della famiglia, ma che al tempo stesso permettesse di “isolarsi”, senza doversi per forza rifugiare nella propria stanza.
La ricerca dello spazio intimo all’interno di uno spazio condiviso è diventato il principio che ha orientato tutte le scelte progettuali. In una sorta di gioco di addizione, i micro-luoghi si sfiorano, si giustappongono e costruiscono un unico spazio da condividere. È diventato fondamentale chiedersi come ci si poteva muovere all’interno del “grande” spazio e come ci si poteva sottrarre, sostando, quasi appartati. L’ingresso dell’appartamento si contraddistingue per una quinta realizzata con un mobile “triangolare”. Da una parte, accoglie chi entra con un ripiano porta oggetti e saluta, con uno specchio posto in angolo, chi esce.
All’ingresso, della casa, si hanno semplici scorci. Al sistema di arredo, si accosta un sistema scorrevole in vetro cannettato che rende eteree eventuali presenze al di là di essa. La vetrata nasconde un’alcova a
nicchia e una lunga mensola che fa da eventuale piano lavoro. A sinistra, una finestra posta sopra un piccolo scrittoio permette la vista all’interno della cucina; come in un gioco di specchi, prende luce dalla portafinestra che conduce al terrazzo.
Lo scrittoio continua sulla parete in ceppo trasformandosi in una picco- la panca sulla soglia della cucina. Un luogo di sosta, di attesa, dai tempi ristretti, in cui anche il piccolo cane di famiglia ha trovato il suo spazio. Qui, un’altra vetrata scorrevole permette di aprire e chiudere la cucina ma al tempo stesso permette alla luce di entrare in profondità. La sala pranzo su cui si affacciano questi spazi è contraddistinta da una grande parete armadio in cui le maniglie “danzano” per formare nuove figure.
Una grande T formata da trave e pilastro accompagna verso la parte più pubblica. Un grande divano bifacciale, come un’isola, permette di affacciarsi verso diversi mondi. Verso il mobile basso che all’occorrenza diventa seduta, verso l’arredo che accoglie lo schermo della televisione, verso lo spazio esterno del terrazzo ed infine verso un luogo intimo contraddistinto da una boiserie plissettata, da una lampada iconica e da due poltroncine da conversazione.
All’interno di questa casa, chiunque può conquistare un microspazio, farlo suo, ma al tempo stesso la prossimità di questi luoghi permette immediatamente di interagire, relazionarsi e condividere esperienze.