Le nuove case sociali nella Sila di Gioacchino da Fiore
Abitare il Presente
Giovanni Multari – CORVINO + MULTARI
Per il nuovo Housing sociale a San Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza, nel vasto territorio della Sila Grande, il progetto mette in campo una strategia capace di realizzare un luogo collettivo fatto di attrezzature e servizi pubblici e privati, un luogo senza recinti e recinzioni, uno spazio per l’esistente che si fa carico di una comunità, delle sue tradizioni, della sua quotidianità.
La strategia di progetto per le nuove case, individua quale elemento strutturante del processo di trasformazione il paesaggio silano nelle sue principali componenti: il bosco e la comunità.
Il bosco dà vita a dinamiche ed ambienti ritrovati, regimenta le acque meteoriche e superficiali in condizioni di sostenibilità idrogeologica ed idrografica.
La comunità si ritrova attorno ai valori più autentici della montagna cara all’abbate Gioacchino da Fiore che in questi paesaggi della Sila aveva individuato il luogo idoneo per la realizzazione di uno storico progetto di comunità come era e ancora oggi è l’Abbazia Florense fondata nel 1190.
Valorizzare il paesaggio in un ambiente così riconosciuto dove sarà possibile conciliare le esperienze diverse per un abitare condiviso ed inclusivo.
Il tema dell’abitare si declina tra due diverse condizioni: la prima tra scelte architettoniche ed efficacia gestionale, che genera un elevato standard di fruizione degli spazi, pubblici e domestici, e fa corrispondere limitati costi di costruzione per una facile manutenzione; la seconda sta nel trovare una relazione affidabile tra una spazialità interna ed esterna capace di conferire ai luoghi le atmosfere dell’altopiano della Sila.
Luoghi nei quali abitare, aree prive di barriere in cui l’uomo ha la possibilità di riconoscersi in un ambiente semplice, confortevole, sicuro.
Luoghi tra le case aperti, permeabili, direttamente percepibili, con chiare linee visuali, contrassegnati da elementi riconoscibili, dove è facile orientarsi, dove risulta semplice esercitare la sorveglianza naturale, dove non esiste soluzione di continuità tra gli spazi pubblici, gli spazi comuni e gli spazi domestici.
La traduzione spaziale corrisponde ad un ricercato equilibrio tra la funzionalità della vita quotidiana e la tranquillità del paesaggio naturale, ponendo una grande attenzione alla qualità ed alla continuità degli spazi collettivi.
Un processo che avvii le condizioni per prendersi cura di una comunità, che abita il presente di questi luoghi millenari.