Tegurium e capilla
Tegurium e capilla di Cherubino Gambardella
Nel catino absidale trichorum della basilica Paleocristiana di San Giovanni, del complesso archeologico tardo antico di Cimitile, prossimo alla antica città di Nola in provincia di Napoli, bisognava risolvere il tema connesso al progetto di un edificio leggero in uno spazio vincolato.
Si doveva realizzare una architettura che evocasse il senso del sacro per una rappresentazione nuziale.
Per accogliere il rito, ma anche per favorire la meditazione di due persone - non per forza di religione cattolica - si è immaginato di costruire uno spazio evocativo e connesso alla memoria dei teguria che coprivano i battisteri paleocristiani per immersione.
Interpreto il tema come parte di una geometria dimezzata.
Una porta dai tanti profili di legno appena piallato, è aperta verso l’abside ed avvitata al pavimento.
Lo spazio diviene singolare: si allude a una casa nella casa rifuggendo dall’idea pomposa di un baldacchino poco adatto alla simbolicità dello spazio sapientemente illuminato e dominato dalla penombra in tutte le ore del giorno.
Le suggestioni sono tante: una cappella aperta ad un presbiterio, un battistero che si trasforma in luogo nuziale, uno spazio di pensiero interreligioso e un sito di relazione tra tutti i modi immaginabili di essere coppie di persone.
L’accoglienza era importante e anche il senso sacrale della vita umana ripreso alle suggestioni di Joseph Beuys che aveva frequentato questa terra lasciandovi tracce pietose e determinanti.
La scelta è di una struttura per tre lati chiusa a meno di una porta che dalla navata porta a a questo edificio dentro un altro edificio.
Non c’è spazio per il ministro del culto, c’è spazio solo per due individui e il loro pensiero.
Le piccole travi in legno appena piallato costruiscono uno luogo sfumato: delimitato ma trasparente al tempo stesso che si raccoglie su tre lati e si apre sul quarto attraverso una immensa croce che irrigidisce e completa l’equilibrio strutturale.
Questa è il simbolo di tutte le religioni ma anche l’emblema dell’atto amoroso, è così vicina alle due povere sedie vuote che si fronteggiano fino a rendersi invisibile durante la meditazione e a riapparire alla vista costringendo lo sguardo verso l’alto quando si entra nel profondo dell’abside curvilineo.
Uscendo o entrando dalla basilica, la traccia cruciforme si confonde con questa singolare casa nella casa divenendo enigmatica parte della sua forma poggiata delicatamente al di sotto del presbiterio.
Crediti
Ente titolare del sito archeologico: Ministero della cultura
Committente: Ordine degli architetti di Napoli
Progettista: Cherubino Gambardella
Realizzazione: 2021
Fotografie: Mario Ferrara