Il progetto consiste nella ristrutturazione di un bilocale con tipica struttura abitativa milanese a ballatoio di fine ottocento. L’appartamento collocato al terzo piano presenta una pianta stretta e lunga, con doppio affaccio, accesso dal ballatoio e finestra nel secondo locale. Il progetto gioca sulla composizione e scomposizione dello spazio per raggiungere il massimo sfruttamento possibile della superficie limitata. Ridisegnando la distribuzione interna il progettista ha cercato di ampliare visivamente lo spazio disponibile, creando una vista prospettica che unisce gli ambienti interni e i due affacci dell’appartamento. L’intervento si è concentrato sulla creazione di un dialogo tra elementi architettonici ed elementi di arredo. La particolarità è data dal rapporto armonico che si è instaurato tra solidi geometrici di diversa natura.
Rispetto alla sistemazione che il bilocale aveva prima della ristrutturazione si è deciso di eliminare il bagno dal secondo locale, facendolo diventare elemento integrante del primo. Il volume di quello che normalmente è uno spazio di servizio, funge da separatore e unificatore degli spazi, grazie alla particolarità data al box doccia, che oltre a fuoriuscire dal blocco architettonico, si presenta come “lanterna luminosa” creata da un vetro blu opaco. Il bagno è parte integrante della composizione degli spazi, ed è concepito come mediatore di luce tra i due ambienti dell’appartamento; essendo questo dotato di doppio affaccio, con l’accesso dal ballatoio a nord e la finestra nell’altro locale rivolta a sud, è attraversato da un fascio di luce lungo tutta la sua lunghezza, e il box doccia filtra questo passaggio dei raggi solari, creando un particolare gioco di luce. Il bagno così come viene concepito nel progetto diventa artefice della definizione degli ambienti nel bilocale collaborando al disegno e alla caratterizzazione dello spazio. Il primo ambiente dell’appartamento è costituito dalla cucina e dalla sala da pranzo. Il progettista, ponendosi come obiettivo lo sfruttamento di tutto lo spazio disponibile, ha combinato la parete portante del locale di ingresso con un elemento d’arredo, dotato di una forma particolare nata contemporaneamente al disegno architettonico e in conformità con esso. Alla bassa armadiatura che costeggia la parete di sinistra rispetto all’ingresso è affidato il compito di raccordare i due ambienti di cui si compone l’appartamento. La progettazione dell’arredo comprende un tavolo creato appositamente e una panca incassata nell’armadiatura, in questo modo l’ingresso diventa cucina e sala da pranzo. La relazione tra gli elementi descritti collabora alla vista prospettica che porta nel secondo ambiente: la camera/salotto. L’arredo orizzontale che definisce il primo ambiente e il passaggio tra i due locali si trasforma in elemento verticale nel secondo ambiente: un soppalco/letto regolabile in altezza controbilanciato da quattro pilastri che ne permettono la regolazione manualmente senza fatica. Il soppalco, scorrendo verticalmente, definisce la funzione della stanza, quando è abbassato il locale è camera da letto, quando è alzato diventa salotto.