UNA REGGIA PER I BUOI
Il complesso edilizio destinato al mercato bestiame di corso Australia, a Padova, opera di Giuseppe Davanzo.
Il Foro Boario di Giuseppe Davanzo è tra gli edifici del secolo scorso che per forma e dimensioni dà un vestito architettonico e urbano ad una periferia senza qualità.
Il Foro Boario di Padova, "reggia per buoi” nasce alla metà degli anni sessanta, per volontà dell 'amministrazione comunale impegnata in una sorta di furor edjficatorio: era l'epoca dello sviluppo e della modernizzazione ad ogni costo, spesso a sacrificio della ''forma urbis''.
La rivoluzione normativa relativa alla compravendita del bestiame bovino cambia e così, in breve tempo, il nuovo Foro Boario di Padova diventa privo di funzione; come si diceva allora: una cattedrale nel deserto. Ma appunto: una cattedrale!
Ed una cattedrale, anche se vuota, rappresenta la grandezza della koiné che l'ha edificata.
Il progetto di Davanzo per il Foro Boario di Padova parte dalla contestazione della soluzione a pensiline, richiesta dal bando, che "non avrebbe portato che a una scontata edilizia industriale, mentre il manufatto doveva manifestare la sua predominante funzione di mercato"; per tale motivo si affida all 'immagine di memoria dei grandi tendoni da circo, sotto i quali avvenivano le compravendite di bestiame, durante le fiere paesane: la vivacità della stretta di mano per suggellare un contratto, gli animali che sono valutati da compratori le cui esperienze si fondono con la fenomenologia dal cinque sensi, tanto sono intrise nel loro essere.
È proprio questo clima che Davanzo si accinge a rendere attuale, con
i nuovi materiali, con le accresciute dimensioni, la diversa permanenza e la scala architettonica che diventa urbana.
La tecnica realizzativa è quella della prefabbricazione del calcestruzzo precompresso, con maturazione a vapore, che, negli anni sessanta del secolo scorso, è "ancora legata ad una progettualità colta, ancora ben lontana dalla degenerazione seriale degli anni settanta e ottanta.
Se l'immagine d'insieme si affida a quella del circo a due pennoni, analogamente sostituiti da due lanterne - cifra ricorrenre nella composizione di Davanzo - nella compenetrazione planimetrica di due grandi quadrati che definiscono il corpo principale del complesso, il telaio strutturale è, invece, affidato a una magliamodulare quadrata impostata su pilastri tetralobati che reggono le travi principali in precompresso.
Su tali travi sono ancorate quelle secondarie. sempre in cemento armato, che vanno a formare delle piastre di copertura con modulo 10x10 ml; il passo dei pilastri corrisponde alla diagonale, 14,14 ml, del quadrato, cosicché ogni piastra è sorretta su due vertici opposti da pilastri mentre gli altri due vertici sono collegati alle piastre sovra e sottostanti da appendini metallici (di lunghezza pari a 1,80 m l) appositamente studiati per garantire l' equilibrio statico di tutta la copertura.
Si ha così un doppio scostamento di matrice, sia orizzontale che verticale,
con una leggera sovrapposizione di 1 mi tra le piastre di copertura, sul reticolo strutturale di base di 10x10 ml. Il risultato è una continuità strutturale e di copertura, ma che lascia passare luce ed aria. Inoltre si permette al manufatto di crescere progressivamente in altezza per giungere alle due lanterne, producendo la percezione dì "una sorta di castello di carte".Davanzo crea, in questo modo, un grande spazio coperto senza essere chiuso, con tamponamenti laterali in pannelli di calcestruzzo con argilla espanso, dove trovano ricovero tutte le attività di trattativa, scambio, esposizione degli animali a cui si affiancano stalle di sosta, stalla contumaciale, edifici per servizi vari e parcheggi.
Spazi organicamente determinati grazie anche alla scelta di ruotare il modulo compositivo a 45° rispetto a Corso Australia, dove il Foro Boario si affaccia, con "un asse di distribuzione interno all'area di mercato di facile percorrenza e in grado di corrispondere alla dinamica della trattativa: vedere i capi di bestiame, valutarli, contrattare, pattuire, scambiare informazioni, pagare, il tutto in breve tempo''.
Il cantiere del Foro boario si chiude in tempi rapidissimi, grazie alla tecnica assemblativa degli elementi in calcestruzzo precompresso, dimostrando che, allora, industrializzazione e qualità in architettura potevano essere sinergetici.
Anagrafe dell'Edificio
Foro Boario a Padova (località Chiesanuova)
Anno di progetto: l 965-68 (3° premio e.x aequo al
Concorso nazionale IN/Arch 1966)
Assegnazione della progettazione per Concorso/Appalto
Anno di realizzazione: 1967
Progetto: Arch. Giuseppe Davanzo
Ufficio Tecnico Impresa Pio Guaraldo
Strutture: Ing. Giandomenico Cocco.
Richieste di Progetto:
Mercato coperto per 3.500 capi
Stalla di sosta per 1.250 capi
Stalla contumaciale per 265 capi
Parcheggio per 273 autocarri e 203 automobili (totale: 476
automezzi)
Area di progetto: 118.273 mq (media 33.79 mq) a capo
Area coperta: 35.023 mq
Tratto da un articolo della rivista Padova e il suo territorio (N.131) dell'arch Paolo Pavan