Una scatola di luce, un gioco di sguardi
I caratteri del progetto si fondano su poche e misurate scelte: un cubo, il cui perimetro aderisce perfettamente ai dati dimensionali massimi forniti (400 x 400 cm di base e 400 cm di altezza). A partire da questa elementare figura, è iniziato un lavoro di scavo che ha trasformato il prisma cubico in un “osservatorio”, verso se stesso e verso l’esterno. Lo scavo è sottrazione di materia fisica, in cui la luce si sostituisce al pieno facendo del vuoto un luogo dell’abitare dell’uomo. Il modo in cui la luce penetra nel solido è progetto di architettura, come lo è il modo in cui l’uomo – attraverso l’architettura – raggiunge la luce esterna, contemplando ciò che gli è più prossimo o l’orizzonte più distante. Attraverso la luce, il padiglione è diventato così, luogo di sosta, di conversazione e di meditazione, da una parte; e di contemplazione del paesaggio, dall’altra.
I poeti hanno sempre guardato alla solitudine; attraverso di essa si sono interrogati. Nella solitudine, l’arte – quindi il pensiero più alto della condizione umana – ha sempre trovato ispirazione, ha raggiunto e offerto grandi suggestioni. Con essa, l’uomo deve trovare ancora oggi la forza di confrontarsi: è uno spazio che prelude a una dimensione intimista, capace comunque di favorire lo sguardo verso la realtà che ci circonda e, nonostante tutto, continua a sollecitare la nostra sensibilità, la nostra mente.
Lo spazio che ci circonda, l’architettura che costruiamo, dovrà ancora alludere a una solitudine positiva, dove forma e idea ritrovano insieme, come nel passato, un’origine comune: êidos. Forma e idea divengono così l’esito di un ordine fondato nelle coscienze, la misura di un’estetica che è, al tempo stesso, etica.
Il Padiglione è un luogo per la “solitudine”. Come descritto nei brani citati poco sopra, , con grande valore evocativo, la solitudine è a volte inquieta, spesso creativa; sempre e comunque, condizione della vita e del pensiero dell’uomo.
Al progetto invitai a contribuire – nel ruolo di committente virtuale – un artista altoatesino con il quale da alcuni anni, attraverso un sodalizio segnato da grande amicizia, lavoravo su altri progetti. A Erich Demetz, pittore, scultore, saggista e scrittore, chiesi di proporre una sua opera all’interno del padiglione. Insieme, approdammo alla scelta di una grande incisione che lungo una parete reiterasse i versi della poesia di Salvatore Quasimodo "Ed è subito sera".