Teleferica di Barletta
Teleferica di Barletta
photo_Massimiliano Cafagna
text_Vito Quadrato
Le teleferiche sono una traccia puntiforme che attraversa la trama agraria del paesaggio barlettano. E’ il segno paratattico del movimento dell’uomo che attraversa l’orizzontalità del piano, dell’uomo che sfida, senza paura, l’omnidirezionale della natura.
Le teleferiche sono il silenzioso procedere in fila indiana di figure umane astratte. Degli uomini che facendosi colonne, cristallizzandosi, si regalano l’eternità. Uomini che tendono mani al cielo, mani che si trasfigurano in delle funi. Quelle funi che una volta trasportavano il sale, quelle funi che mettevano in rappresentazione il rito del passaggio aereo, una collana di sale sublimata dal cielo.
Le teleferiche quindi, hanno qualcosa di sacro: sono al contempo la rappresentazione dell’uomo collettivo e singolo, la celebrazione dell’artefice nella natura, che non conosce estetiche al di fuori di sé.
Oggi le teleferiche, da monumento del movimento sono sfondo di un paesaggio mutante. Eppure l’eco di quel sogno metafisico sembra ancora sibilare tra i sostegni di cemento. Il sogno dell’uomo che non ha paura di chiamare quel paesaggio, il suo paesaggio.
Vito Quadrato
La teleferica di Barletta fu costruita nel 1955 e collegava il porto di Barletta con la vicina città di Margherita di Savoia per velocizzare il trasporto del sale.
Lunga 13 km riusciva a trasportare 175 tonnellate di sale all'ora. Attraversava il mare per 1,5 km poggiando su sette piloni di cemento armato alti 20 metri. A causa degli alti costi di gestione fu dismessa nel 1981 e i piloni sul mare demoliti nell'anno 2000.