Nuovo Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
Inaugurato il 3 agosto 2018, Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia presenta il suo nuovo allestimento, che mette in risalto la ricchezza delle sue collezioni e nuovi reperti restaurati.
Come molti tra i maggiori musei archeologici italiani quello di Aquileia, straordinario per la ricchezza e l’importanza dei reperti, versava in una condizione di immagine molto penalizzante, dovuta essenzialmente ad una carenza di aggiornamento architettonico e museografico. I servizi di accoglienza per il pubblico, divenuti ormai basilari per una adeguata offerta museale, erano pressoché assenti, mentre l’allestimento offriva una casistica eterogenea e disordinata di soluzioni che nuoceva alla comprensione della valenza delle opere e del loro contesto di origine.
Il restauro architettonico e l’adeguamento tecnologico-impiantistico, affrontato dal team di progetto tenendo in massimo conto le caratteristiche del sito, la sua storia e le sue valenze ambientali, è stato pensato contestualmente all’allestimento museografico, in modo da avere un perfetto riscontro tra spazio e reperti, tra percorso e narrazione. Una particolare attenzione è stata rivolta verso l’addizione del nuovo corpo di fabbrica di collegamento alle gallerie lapidarie, adibito a biglietteria-bookshop, dove viene anticipata l’immagine di contemporaneità del nuovo museo. Attraverso le trasparenze di vetrate continue verso lo straordinario patrimonio botanico del giardino storico di villa Cassis Faraone, il rapporto tra interno ed esterno del museo viene valorizzato da nuove visuali prospettiche, incorniciate da quinte di pietra grigia, amplificando il fascino dell’impianto romantico del secolo scorso.
Il restauro degli ambienti interni ha volutamente lasciato in situ alcuni lacerti musivi collocati a pavimento, memoria dell’allestimento storico dei primi decenni del ‘900, valorizzandoli con un nuovo piano di calpestio in resina grigia. Il percorso attraverso le sale, pur vincolato dalle caratteristiche distributive dell’edificio storico, è stato completamente rivoluzionato dalla nuova collocazione dei reperti, con l’intento di catturare l’attenzione dei visitatori, ma soprattutto dal nuovo linguaggio allestitivo, rigoroso ed essenziale, che ha determinato la nuova immagine del museo, con eleganti fondali e quinte a tutta altezza in acciaio verniciato color salvia.
Al piano terra ardite soluzioni espositive hanno con-sentito la collocazione di frammenti di architetture monumentali e di sculture celebrative, attentamente selezionati in modo da far conoscere al pubblico l’evoluzione urbanistica di Aquileia ed il rapporto con il potere di Roma. E’ la città antica che si mette in mostra e racconta la sua storia attraverso i frammenti che ha restituito, con l’ausilio di grandi grafiche stampate a parete che descrivono situazioni, contesti, relazioni politiche e culturali. Gruppi di straordinari ritratti “veristi” di antichi aquileiesi, stupiti ed increduli di tanto interesse per la loro vita, accolgono i visitatori lungo i collegamenti verticali fra i due piani del museo, invitandoli a conoscere le loro domus. Al piano primo infatti si snoda la narrazione della vita privata, e quindi delle attività commerciali e produttive chehanno determinato la fortuna della città e la ricchezza degli abitanti. Qui gli apparati allestitivi incorniciano le espressioni più rilevanti del mondo domestico, con mosaici e marmi di altissima qualità. I reperti più fragili e preziosi (i vetri, gli argenti, le ambre, i bronzi, le gemme) testimoni dell’alto tenore di vita dei cittadini, sono protetti da teche vetrate di sicurezza, a parete, ordinati ed illuminati in modo da esaltare le loro caratteristiche materiche e la loro raffinatezza. La ricostruzione evocativa di una stiva di nave, carica di merci rare da e per il Mediterraneo, rimanda all’intensa attività legata ai traffici marittimi, all’andirivieni di genti di diversa lingua e cultura, alla diffusione di culti orientali, e allo sviluppo di nuovi mestieri orgogliosamente descritti e raffigurati su stele lapidee, ad imperitura memoria.
Testo di Giovanni Tortelli