Sala parrocchiale don Cristoforo Maggio
Il lotto si inserisce nel contesto di una più ampia proprietà parrocchiale comprendente la casa canonica e l'attiguo giardino, punteggiato in parte da alberi da frutto. Tenuto conto delle potenzialità edificatorie del lotto e della disponibilità di una recente donazione legata alle volontà testamentarie del compianto Mons. Cristoforo Maggio (1921-2012), il progetto prevede la realizzazione di un piccolo salone parrocchiale con annessi servizi: un nuovo spazio che se da un lato potrà essere destinato ad attività formative e di svago, dall'altro si propone quale possibile strumento di qualificazione del tessuto urbano, sempre bisognoso di luoghi di socializzazione idonei a finalità ricreativo-educative. Nell'ottica della committenza, come in quella dei donatori, l'edificio sarà dedicato allo stesso Mons. Maggio, del quale ricorderà con discrezione l'impegno, la generosità e il profondo attaccamento alla sua terra d'origine.
Il progetto prevede la realizzazione di un piccolo fabbricato da adibire a salone parrocchiale, concepito in modo tale da ottimizzare le potenzialità edificatorie del lotto di pertinenza. Esso si configura come prisma compatto, attestato sull'angolo nord-est dell'area e corredato, nell'angolo opposto, da un basso avancorpo che individua l'ingresso principale. Il fronte dell'edificio, che a meno di una finestra si mostra privo di aperture, si sviluppa lungo Via Unità d'Italia, mentre la fiancata ovest stabilisce, rispetto alla preesistente canonica, la consueta distanza di rispetto, generando un oblungo atrio scoperto che funge da spaziosa area di accoglienza e da “luogo sicuro” sul quale si apre una delle due porte di sicurezza (la seconda conduce al piccolo giardino sul retro). Il lungo androne esterno, pavimentato e dotato di minima pendenza per garantire l'accesso alle persone disabili, è chiuso da una cancellata di poco arretrata rispetto al fronte stradale, e si dota di un collegamento diretto con il giardino della canonica e di una piccola area di sosta corredata di una seduta e resa ombrosa da un pergolato. Il lato est del fabbricato si attesta a sua volta su Via Pascoli, mentre il prospetto sul retro definisce, unitamente ai contigui muri di recinzione, un piccolo cortile interclusoadibito a “teatrino all'aperto”, anch'esso dotato, al pari dell'atrio scoperto, di un collegamento direttocon il giardino della canonica.
L'edificio accoglie al suo interno lo stretto necessario: una sala destinata a riunioni, proiezioni o attività a sfondo educativo e sociale; un piccolo atrio d'ingresso comunicante con la corte sul retro attraverso una porta-finestra, e tre locali igienici dotati di aerazione e illuminazione diretta e serviti da adeguato disimpegno. Il salone, la cui superficie utile ammonta a poco più di 70 mq, occupa la gran parte del volume principale, mentre atrio e servizi, ordinatamente disposti lungo il muro volto a sud, si fondono con il piccolo ingresso. La ridotta altezza interna del vano d'ingresso e dei servizi individua un piccolo soppalco, che sebbene non fruibile dal pubblico garantisce un certo agio nello svolgimento delle operazioni di manutenzione. Esso introduce infatti al piccolo balcone dal quale è possibile raggiungere il lastrico solare, e vi si accede dalla medesima scala di servizio che conduce allo stretto ballatoio connesso alle ampie finestre del salone. L'articolazione interna dello spazio, che da un lato consegue un maggior equilibrio nella composizione dei volumi, dall'altro assicura dunque un'ottimale gestione del periodo di esercizio, semplificando molte delle necessarie operazioni di controllo, ispezione e pulitura.
Il salone è prevalentemente illuminato da una generosa finestra aperta sul prospetto est, articolata in cinque moduli e protetta da una soletta ombreggiante. Una seconda apertura, anch'essa dotata di veletta ombreggiante, caratterizza invece l'angolo destro della “facciata”, dove l'obiettivo di introdurre aria e luce si combina con la volontà di inquadrare l'icona mariana che dà il benvenuto, all'esterno, a chiunque si accinga a varcare il cancello d'ingresso. Un'analoga veletta ripara, sul retro, la porta-finestra che introduce al piccolo teatro all'aperto, assicurando così una globale coerenza delle soluzioni architettoniche. Poco più in alto un piccolo oculo dà luce al soppalco, caratterizzando il fronte sul retro e proponendosi quale baricentro della trama compositiva.
All'esterno l'edificio adotta un linguaggio semplice ed essenziale, prevalentemente giocato sul contrasto materico e cromatico tra il basamento lapideo (rivestito con pietra di recupero ricavata dalla recinzione esistente) e il sovrastante parallelepipedo bianco che segnala, con semplicità, il “doppio volume” del piccolo salone. L'ordine superiore, caratterizzato da una semplice finitura ad intonaco, è chiuso in alto da una copertina lapidea che lo protegge dal dilavamento, ed è ritmato da una teoria di solchi orizzontali che disegnano linee d'ombra accennando ad un motivo ornamentale.
Il basamento si arricchisce sul prospetto principale di un gioco di piani che consegue un triplice risultato: risolvere l'accentuato disassamento tra facciata e fronte stradale; introdurre un piano d'appoggio su cui collocare l'icona mariana che denuncia al passante la peculiare vocazione dell'edificio; corredare l'edificio medesimo di una soluzione architettonica semplice, riconoscibile e qualificante, a suo modo interpretabile come segno distintivo di un nuovo soggetto urbano. All'interno del salone il disassamento tra i due piani sviluppa un'intercapedine utile a contenere impianti e/o mobili contenitori, mentre un piccolo deposito potrà trovare luogo anche sul soppalco e al di sotto dell'unica scala interna. Alla sinistra del cancello d'ingresso, infine, il “taglio” operato sull'angolo del basamento contribuisce a testimoniare volontà di accoglienza, e al contempo genera un piccolo “vuoto” sul quale potranno essere collocati, all'occorrenza, addobbi floreali con cui rendere omaggio all'icona mariana situata poco più in alto.