Etherea
“Etherea” è l’installazione site-specific ideata da Edoardo Tresoldi per il Coachella Valley Music and Arts Festival, uno degli eventi musicali più importanti e attesi al mondo e tappa obbligata per migliaia di persone nei due week-end consecutivi del 13-15 e 20-22 aprile a Indio, California.
L’artista milanese, noto per le sue grandi sculture in rete metallica esposte in tutto il mondo, è stato nominato da Forbes tra gli artisti europei più influenti. L’installazione per il Coachella rappresenta il culmine della ricerca di Tresoldi in ambito musicale, dopo i festival Life Is Beautiful, Roskilde, The Secret Garden Party, Eaux Claires e DERIVE.
L’opera più grande realizzata finora da Tresoldi è anche la più imponente del festival californiano, che dal 2009 commissiona ad artisti internazionali sculture monumentali per le sue vaste aree all’aperto. Una realtà unica delle arti visive contemporanee sempre più cruciale all’interno del Coachella, che vedrà quest’anno musicisti del calibro di Beyoncé, Eminem, The Weeknd, David Byrne, alt-J e Fleet Foxes alternarsi sui suoi palchi.
La ricerca artistica di Tresoldi, incentrata sulla percezione esperienziale dello spazio e sul rapporto con gli elementi del paesaggio, prosegue nel grande festival americano con un significativo salto di scala. L’installazione è composta da tre sculture trasparenti ispirate alle architetture barocche e neoclassiche, dalle forme identiche ma di dimensioni diverse, disposte assialmente secondo altezze crescenti di 11, 16,5 e 22 metri.
“Etherea” si struttura su un percorso percettivo crescente che utilizza l’architettura come luogo e strumento della contemplazione, uno spazio specifico dove il cielo e le nuvole vengono raccontate attraverso il linguaggio architettonico classico.
Il gioco ottico di prospettive e rapporti dimensionali, generato dal passaggio attraverso le tre sculture e le tre scale di misura, riduce o amplifica la distanza tra uomo e cielo grazie alla trasparenza della rete metallica.
Se, citando Norberg-Schulz, “la misura del cielo è pari allo spazio da cui lo si contempla”, con l’espandersi dell'architettura quello stesso cielo sembrerà sempre più lontano e agli spettatori sembrerà di rimpicciolire, lasciando più spazio alla contemplazione delle nuvole.
La trasparenza della Materia Assente, propria della poetica di Tresoldi ed espressa attraverso la rete metallica, filtra, influenza e ingloba lo spazio. Le architetture vuote di “Etherea” respirano attraverso le nuvole e il vento, pervase dagli sconfinati scenari californiani.
L'installazione gioca ironicamente sul dualismo tra l'esperienza pura e quella filtrata che si inglobano una dentro l'altra, compenetrandosi, per poi lasciare al centro di tutto l’uomo.
Nel passaggio da una realtà “macro” a una più ristretta, il corpo umano si fa chiave di lettura, mezzo di scoperta, unità di misura e luogo dell’esperienza proprio come l’architettura stessa. Si instaura quindi un’analogia tra uomo, architettura e ambiente circostante.
Legata all’aspetto ricreativo del festival e pensata per un’interazione continua con gli spettatori, “Etherea” è un’opera pubblica effimera all’interno del Coachella inteso come una grande città temporanea. La dimensione ideale, per Tresoldi, in cui proseguire il racconto scultoreo dell’effimero: una realtà sospesa e attesa da mesi, un’entità che rende “evento” tutti gli elementi al suo interno, uno spazio pubblico che svanisce quando termina l’avvenimento.
Un luogo temporaneo che trova la sua sublimazione in “Etherea” in quanto disegnata dall’espressione massima del transitorio: le nuvole, autrici di architetture di passaggio che traslano la maestosità del cielo in cupole effimere.