Il progetto di restauro per la biblioteca insiste su una parte del piano terra del Palazzo Liviano (progettato da Giò Ponti per il concorso del 1934 ed eseguito nel 1937) e sul portico addossato allo stesso prospiciente il cortile interno.
Lo spazio che riguarda il Palazzo Liviano corrisponde alla proiezione al pian terreno della soprastante trecentesca Sala dei Giganti: tale spazio costituisce la parte più antica del palazzo dei Carraresi, caratterizzato da un sistema di volte a crociera ancora perfettamente conservato. Dell’antica reggia dei Carraresi faceva parte una serie complessa di strutture architettoniche, le più antiche risalenti al XII secolo: gran parte delle strutture sono state oggetto di una radicale ristrutturazione nel corso del XIV secolo.
Di questo enorme complesso oggi rimane soltanto il fabbricato di proprietà comunale con la loggia e la regia dei Carraresi e la parte del fabbricato Liviano oggetto dell’intervento.
Il progetto di Giò Ponti prevedeva nel corpo edilizio sottostante alla Sala Dei Giganti la realizzazione di spazi accessori e di servizio alla sede universitaria e l’alloggio del custode. La situazione è andata modificandosi già nei primi anni ’70 e in quelli successivi, con la suddivisione in più ambienti di servizio modificando la spazialità dell’ambito architettonico. In anni più recenti, con il pensionamento dell’ultimo custode, l’abitazione è stata trasformata nei locali della Presidenza di Lettere e uffici.
Il secondo spazio interessato dal progetto è costituito dal portico ad “L” sviluppato sul lato sud della Sala Dei Giganti ricostruito alla fine degli anni ’30 : tale corpo edilizio è stato realizzato per accedere, attraverso lo scalone del Dotto, alla Sala Dei Giganti con la riapertura delle due porte esistenti sul lato sud della sala medesima.
In tal modo si poteva garantire un accesso indipendente alla Sala, anche ad un pubblico estraneo alla Facoltà, oltre a quello esistente sulla parete nord all’interno del complesso Liviano.