CONCORSO DI PROGETTAZIONE | Trame urbane della città del mare
SECONDI CLASSIFICATI | Concorso di Idee per la Riqualificazione e Valorizzazione del Waterfront di Gabicce Mare
Il ridisegno del Waterfront Gabicce Mare rappresenta la giusta occasione per riguardare e rileggere l’attuale configurazione degli spazi urbani, delle dinamiche di accesso ed utilizzo, alle strategie di propulsione economica della città.
Oggi il fronte mare sembra rappresentare un luogo di limite, temporaneamente occupato durante i mesi estivi, e nuovamente abbandonato una volta smontati gli ombrelloni, accatastati i lettini e chiuso bene al vento gli stabilimenti balneari. La città si ferma, si volta, sembra dimenticarsi del mare.
La lettura dell’evoluzione insediativa della città di Gabicce evidenzia la caratteristica “autogenerativa” del tessuto edilizio, che secondo una logica di accrescimenti locali germinativi, ha condotto al consolidamento del tessuto urbano sul sedime del precedente, conducendo alla formazione di una trama molto compatta, in particolare verso il mare.
Ad oggi tale tessuto inibisce fortemente l’accessibilità alla spiaggia, poiché tali microdirettrici risultano saturate ed occupate nel tempo dalle attività alberghiere.
Le strutture di servizio alla spiaggia, i “bagni” sono organizzati secondo una fascia longitudinale in direzione parallela al mare quasi senza soluzione di continuità, inibendo in modo pressoché continuo la vista del mare.
La configurazione di accesso alla spiaggia è di tipo canonico, secondo percorsi trasversali rispetto alla viabilità lungomare, con accesso attestato in corrispondenza dei “bagni”, secondo una organizzazione fortemente mare-centrica che definisce le costruzioni di servizi come veri e propri retri della spiaggia, terre abbandonate e desolate.
La proposta considera quindi nella sua elaborazione le due situazioni fortemente differenziate del waterfront: il lungomare “basso” di via Cristoforo Colombo ed il lungomare “alto” a fianco del Viale Mare.
La città elastica è il modello di riferimento del masterplan, concepito come sistema deformabile, all’interno del quale trovano spazio e senso le trasformazioni sociali, tecnologiche e produttive della società e quindi del turismo della contemporaneità.
Si passa da un sistema progettuale basato su regole rigide che si ripetono indifferentemente ad un’organizzazione di progetto molecolare che attraversa plancton fluidi, modificando la sua forma per ottenere nuove aggregazioni e congiunzioni.
Il progetto sarà messo in pratica solo attraverso apparati provvisori, destinati programmaticamente alla dismissione, in grado di poter trasformarsi velocemente in base alle esigenze in continua mutazione del turismo.
La traiettoria qui proposta tenta di produrre una nuova strategia di intervento in cui lo spazio pubblico tra gli alberghi e il mare sia lo sfondo principale della scena, i suoi abitanti, i turisti, gli attori mentre la trama si snoda su un approccio olistico, attraverso interventi di chirurgia non invasiva per la rivitalizzazione urbana: una stimolazione puntiforme.
La proposta per il masterplan segue due strategie parallele di intervento per i due ambiti del waterfront (con situazioni di partenza differenziate) per generare una soluzione complessivamente omogenea e coordinata.
Il processo di trasformazione opera secondo 2 fasi differenti. La prima prevede:
Lungomare “basso”:
1)individuazione ed estrazione temporanea del tessuto dei “bagni” esistente, configurato come volume continuo longitudinale
2)riposizionamento della viabilità lungomare attuale su accessi da strade limitrofe
3) definizione di nuova ampia area pedonale di tipo longitudinale parallela alla spiaggia
4)sovrimposizione di una trama di percorsi semi-longitudinali che favoriscano l’accesso alla spiaggia e valorizzino la fruizione laterale piuttosto che la frontale degli spazi
5)riorganizzazione degli interstizi e aree trasversali tra edifici ed alberghi esistenti a spazio pubblico di collegamento citta-spiaggia, mediante la definizione di idonee strategie compensative con i privati, garantendo la possibilità di trasformazione del piano terra e di una fascia antistante i fabbricati di 5 mt a ricettivo o commerciale
Lungomare “alto”
1)individuazione ed estrazione temporanea del tessuto dei “bagni” esistente, configurato come volume continuo longitudinale
2)sovrimposizione di una trama di percorsi semi-longitudinali che favoriscano l’accesso alla spiaggia e valorizzino la fruizione laterale piuttosto che la frontale degli spazi
3)creazione di aree di sosta e belvedere sui percorsi
La seconda fase è quella relativa al ridisegno del sistema spiaggia (servizi ed utilizzo).
Recuperando il “blocco lineare” dei servizi esistente si procede all’applicazione di una trasformazione BEND di curvatura dell’oggetto per definire un nuovo elemento, non più lineare ma puntuale (circolare).
L’oggetto viene poi modificato secondo una molteplicità di trasformazioni successive che mediante operazioni di taglio, rotazione, moltiplicazione, sollevamento, compressione ed estrazione, definiscono la natura dei differenti contenitori.
Il nuovo criterio di appropriazione della spiaggia si basa ora quindi su un impianto nodale, non più lineare.
I nuovi poli, divengono aggregatori di attività e possono contenere, all’interno delle loro differenti configurazioni, la molteplicità di esperienze richieste per la spiaggia contemporanea.
I poli, si dispongono pertanto liberamente sulla spiaggia, secondo un principio di attrazione e repulsione reciproca che li dispone senza un criterio gerarchico di posizione, ma definendo una nuova logica di appropriazione longitudinale. La spiaggia scopre un nuovo mondo di visioni, di relazioni sociali, di scambio e di condivisione.
All’interno del sistema viene integrato anche la struttura esistente del Mississippi che viene ricollegata alla dinamica della spiaggia mediante l’inserimento di un percorso elicoidale che sale morbido e lento in quota.