PALINSESTO
adeguamento liturgico della Cattedrale di Pescia
nuove scritture. Il progetto prende corpo cercando di dare risposta a tutte le richieste della diocesi in sintonia sia con le esigenze delle norme liturgiche vigenti sia con la necessita di adeguare lo spazio secondo un progetto unitario. Nel far questo è stato tenuto di conto il suo essere al contempo Cattedrale e chiesa parrocchiale, in modo da permettere il soddisfacimento delle dinamiche dell’una e dell’altra senza interferenze e mantenendone le gerarchie.
concetto architettonico. L’intervento di adeguamento viene generato grazie a due operazioni distinte e complementari. L’ampliamento ideale del coro verso il transetto e l’avanzamento della zona presbiteriale. Entrambi i dispositivi mirano a dilatare lo spazio verso l’assemblea presentandosi come luogo della cattedra e della sede ( il primo) e fuoco cardine della celebrazione (il secondo), dove vengono posizionati Altare e Ambone. Caratteristica comune di tutti i nuovi elementi è la ricerca di una famiglia di forme che possa ascriverli come intervento coordinato. Una continua convessità che scava la pietra (marmo bianco Calacatta) secondo declinazioni diverse (Cattedra, enfasi dell’Altare, nicchie dell’Ambone) con l’intenzione comune di accogliere lo sguardo di chi assiste al rito. Di seguito si cerca di descrivere gli ambiti attorno ai quattro punti focali presentati: la cattedra e la sede per il parroco (o chi per esso), l’altare, l’ambone.
la Cattedra e la sede. La rimozione della grande Cattedra attuale evidenzia il problema di come trattare non solo la pavimentazione sottostante (integrata con pezzi assimilabili a quelli attuali del presbiterio) e il paramento verticale (riportato nel progetto di restauro alle caratteristiche della porzione corrispettiva) ma anche il suo stesso riposizionamento. L’idea di estendere visivamente il coro attraverso una nuova controparete (indipendente) in noce, che riveste il transetto recuperando la quota in legno del coro attuale (+2,75m), rappresenta la nuova quinta dalla quale ricavare la Cattedra. L’effetto che si ottiene guardando dalla navata è quello di un fondale che avanza dal coro e avvolge tutto il presbiterio coinvolgendo lo sguardo del fedele. Il legno, da un lato riprende il coro retrostante dando continuità, dall’altro offre una valorizzazione della Cattedra, del nuovo Altare e del nuovo Ambone che saranno in marmo bianco, creando un contrappunto cromatico. La Cattedra rimarrà nella stessa zona dove si trova ora, ma spostata in angolo in posizione obliqua, in modo tale da consentire al Vescovo di vedere bene sia l’assemblea che i concelebranti nelle celebrazioni solenni. Sarà incastonata nel rivestimento ligneo ed in marmo di Carrara Calacatta, che le conferisce notevole risalto. La sede del presidente non vescovo, sarà anch’essa ricavata nella controparete, accanto alla cattedra, con schienale leggermente concavo, ma di legno, e potrà essere utilizzato nei Pontificali anche dai concelebranti principali. Questa soluzione permette di non avere una sede mobile che va e viene a seconda delle celebrazioni, ma rimane fissa. Cambia soltanto l’utilizzo in base alla necessità. La Cattedra, bianca, rimane sempre un simbolo fortemente eloquente anche quando non presiede il Vescovo. Le due postazioni hanno tra di sè una seduta comune, in modo da non sovrapporsi (in presenza ad esempio di due ministranti nelle celebrazioni parrocchiali). Per bilanciare ed enfatizzare la simmetria della Cattedrale il rivestimento e la panca continua integrata viene riproposta specularmente all’asse principale. Questa operazione permette inoltre di ospitare un totale di circa venti sedute, ai quali possono essere facilmente aggiunte delle sedie nel presbiterio per le celebrazioni diocesane.
l’Altare. L’altare si posiziona sull’asse centrale del presbiterio, avanzato rispetto all’impronta attuale, in modo da non invadere né la lapide esistente né la meridiana. La collocazione enfatizza la sua importanza e raccorda il presbiterio esistente con la sua estensione verso l’assemblea proposta dal progetto. La nuova porzione pavimentata, che si raccorda al dislivello attuale (0,50m ca), vuole avvicinare il rito all’assemblea e riordinare il fuoco centrale dell’altare. Questo rende inoltre possibili tutti gli spostamenti attorno l’Altare e prevede lo spazio necessario a tutti i tipi di celebrazioni liturgiche: il bacio dell’Altare nelle concelebrazioni, l’incensazione, le Ordinazioni, la Messa Crismale, il funerale di un prete ecc. La geometria delle pietre posate a secco formerà su questo avanzamento il profilo di una croce. Il materiale impiegato, pietra serena rigata, si pone in continuità con quello esistente, mantenendo una caratteristica della finitura che lascia intendere il differente intervento rispetto all’attuale. La stessa rigatura degli elementi in pietra serena viene impiegata per l’impronta a terra lasciata dalla rimozione della balaustra, come monito della sua memoria storica. L’ Altare sarà di marmo bianco, come già evidenziato ha pianta quadrata, come consigliano le norme liturgiche. Richiama simbolicamente Cristo pietra angolare, fondamento della Chiesa comunità, che lì si nutre di Lui e da Lui viene continuamente edificata. La forma quadrata ha una valenza assoluta. Indica una perfezione intoccabile, assume un senso statico di perno del creato, diventa luogo fermo e immobile a cui lo spazio attorno fluisce come ad esso ancorato. È Cristo, principio e fine di tutto, Signore del cosmo, del tempo e dell’eternità. Sul fronte presenta un’incavatura, come sarà anche nell’ambone, che riprende la flessione dello schienale della Cattedra, mettendo in evidenza il profondo legame simbolico tra gli elementi: è sempre Cristo Pastore che guida il suo gregge, attraverso la sua Parola, la sua carne e l’insegnamento attraverso la vivente Tradizione apostolica. Tale incavatura non toccherà la mensa dell’Altare che rimarrà comunque quadrata.
l’Ambone. L’ambone esistente, retaggio medievale e oggetto di importanza
principale nelle considerazioni progettuali viene scomposto e valorizzato attraverso una nuova significazione, che rispetta il suo canone semantico. I tre elementi si disgregano e ricollocano intorno ad un fuoco coerente che identifica l’ambone come architettura unitaria matrice di un racconto. L’aquila sarà riutilizzata come simbolo di sostegno ai libri liturgici, la statua di San Paolo e i profeti incastonata lateralmente a segnare l’accesso alle letture, mentre il leone, collocato in angolo, assumerà il ruolo di base per il Cero Pasquale. Tale soluzione permette di avere una sede stabile per il Cero, collocato vicino all’Ambone come vuole la tradizione liturgica, di facile utilizzo nella Veglia Pasquale, per i Battesimi e per i funerali, evitando supporti volanti o ingombranti. Le nicchie absidate che ospitano l’aquila e S. Paolo con i profeti rientrano nel principio compositivo delle concavità e nobilitano le espressioni scultoree attraverso una finitura di allestimento in ottone brunito. L’insieme, percepito come soggetto unico, risulta così in una posizione liturgica ottimale, essendo il più possibile prospiciente all’assemblea e visibile da ogni parte della chiesa.