Divina Sezione. L’architettura Italiana per la Divina Commedia
Reggia di Caserta, Sala degli Alabardieri e Sala delle Guardie del Corpo, 8-29 Marzo 2018
Opening giovedì 8 Marzo 2018 ore 16:00 a cura da Luca Molinari e Chiara Ingrosso.
Progetto d’allestimento di Simona Ottieri con Maria Gelvi e Concetta Tavoletta
Simona Ottieni - Un’architettura per Dante
Oltre settanta disegni d’autore, un tema inedito che galleggia nella memoria collettiva.
E’ difficile pensare che in ognuno non ci sia già un’immagine, anche sfocata, del meraviglioso universo raccontato da Dante nella Divina Commedia.
Infinite illustrazioni, culminate con quelle famose di Gustave Dorè, ne hanno disegnato le scene senza mai delineare spazi architettonici o luoghi in cui l’architettura è protagonista.
In questo caso, le rappresentazioni in mostra presentano tecniche, modi e visioni assolutamente eterogenee e non classificabili secondo la logica più ovvia della tripartizione in Inferno, Purgatorio e Paradiso.
I lavori non raffigurano specificamente luoghi delle cantiche o scene particolari, costituiscono piuttosto un grande racconto di temi e suggestioni che dalla lettura dantesca si trasformano in città luoghi, paesaggi, edifici.
Si è pensato, dunque, ad un percorso che seguisse la logica della tripartizione spaziale delle cantiche per costruire una macchina scenica che metta assieme la varietà delle opere esposte in libertà e il tema della mostra.
L’allestimento, pertanto. è bianco, neutro anche se dalle forme nette e spigolose per consentire, attraverso una pausa cromatica, una combinazione non confusa tra contenitore e contenuto.
C’è una porta, che costituisce l’inizio della mostra evocando un passaggio e un cambiamento di condizione emotiva.
Da qui in poi la messa in scena si traduce in un movimento dello sguardo verso il basso, gli Inferi, verso l’alto, il Paradiso, passando per la direzione umana più naturale, quella orizzontale del Purgatorio.
Una popolazione di rocce geometriche che escono da terra accolgono le prime opere.
Il percorso prosegue lungo due muri e culmina in uno spazio a pianta centrale dove lo sguardo si spinge verso il cielo.
La logica del progetto segue, quindi, la volontà di guidare il percorso espositivo contribuendo, attraverso il simbolismo delle tre posizioni dello sguardo, a realizzare una architettura dinamica che immerga il visitatore in uno spazio quanto più possibile vicino all’idea dell’universo dantesco.
A meno di una sezione completamente costruita in polistirolo ad alta densità, tutta la macchina espositiva è realizzata in lastre di cartongesso. La struttura in alluminio in alcuni casi resta a vista come elemento decorativo prezioso.
Si è voluto manifestare la forza espressiva di materiali che vengono largamente utilizzati ma mai mostrati.
Gli elementi modulari sono stati progettati per essere smontati e riassemblati in contesti diversi per adattarsi ai luoghi che ospiteranno la mostra. La prima ambientazione è nell’appartamento storico del Palazzo Reale di Caserta dove si materializza con grande stupore un fitto dialogo tra nuovo e antico.
I settanta autori in mostra appartengono a tre generazioni diverse di progettisti attivi sulla scena dell’architettura italiana contemporanea:
— 2A+P/A (Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo con Gergana Yaneva) — Benno Albrecht con Jacopo Galli — Laura Andreini – Studio Archea con Donatello D’Angelo — Carmen Andriani — Aldo Aymonino — Carmelo Baglivo — Guya Bertelli, con Paola Bracchi, Giulia Bonizzoni, Pasquale Mei — Nicola Braghieri — Andrea Branzi — Lorenzo Capobianco — Lucina Caravaggi, Alessandro Cimmino — Paolo Carli Moretti — Matilde Cassani — Francesco Costanzo — Raffaele Cutillo in collaborazione con Yorgos Spanodimitriou — Maddalena De Ferrari — Michele De Lucchi — Fernanda De Maio — Federico De Matteis — Manfredo di Robilant — Lorenzo Degli Esposti — Corrado di Domenico con Vittorio Golia e Salvatore Scandurra — Alfonso Femia con Diorama — Alberto Ferlenga — Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi con Lorenzo Brunetti, Annalucia D’Erchia — Emanuele Fidone — Fabio Alessandro Fusco — Luca Galofaro — Cherubino Gambardella — Matteo Ghidoni — Paolo Giordano con Lorenzo Giordano e Carla Mottola — Stefano Guidarini, Pierluigi Salvadeo, Marina Spreafico — bda bottega d’architetti + D’apostrophe — Aimaro Isola — Ugo La Pietra — LABORATORIO PERMANENTE (Nicola Russi, Angelica Sylos Labini con Alessandro Zanoletti, Marco Di Forenza, Luca Cozzani, Francesca Lina Pincella) — Peter Lang — Vincenzo Latina — Francesco Librizzi — ma0 studio d’architettura (Ketty Di Tardo, Alberto Iacovoni, Luca La Torre) — Giulia Maculan — Camillo Magni, Ilaria Pedrini, Omar Rota, Lorenzo de Pascale — Raffaele Marone con Arcangelo Martino — IM STUDIO MI/LA (laria Mazzoleni, Richard Molina + Jessica C.R. Passos + Tri Ta – ricerca specie animali Lola Dompe’) — Milk Train s.c. (Pierluigi Barile, Francesca Borgia, Giampiero Sanguigni) — Subhash Mukerjee — Maurizio Navone con Flavio De Rossi — Park Associati – Milano — Domenico Pastore — Pietro Carlo Pellegrini — Gianluca Peluffo — Carmine Piscopo, con Daniela Buonanno — Efisio Pitzalis — Piuarch. (Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica Tricario) — Attilio Pizzigoni — Paolo Portoghesi — Franz Prati — Raffaele Pugliese e Dora Pugliese — Franco Purini — Franco Raggi — Massimiliano Rendina Con Vincenzo Merola, Cinzia Rosa, Antonio Paolo Verde — Renato Rizzi Con Susanna Pisciella, Marco Renzi — Michele Sbacchi — Valter Scelsi — Beniamino Servino— Tamassociati — Davide Vargas — Francesco Venezia — YellowOffice — Ground Action (Carlalberto Amadori, Francesco Cucchiara, Matteo D’Ambros, Roberto Zancan).
Le opere animano il luogo artisticamente e storicamente più eccelso della città: la Reggia, esposte negli appartamenti reali con un iter figurativo che permette di ripercorrere fisicamente gli ambienti danteschi, interamente ricreati.
Attraversata la porta dell’Inferno, il visitatore calcherà le orme di Dante, circondato dalle sue stesse visioni, reinterpretate e riprodotte da famosi architetti ed esposte nella cornice di ardite ed evocative scenografie interamente realizzate con i sistemi costruttivi Knauf, che assieme alle opere diventano così parte integrante dell’opera d’arte collettiva.
Ideate dallo studio Gambardella Architetti, che ha potuto contare sulle tante possibilità plastiche permesse dai sistemi Knauf, queste spettacolari architetture riproducono gli aspri e tortuosi paesaggi infernali, le faticose ascese del purgatorio e le strutture celestiali del paradiso.
“Knauf da oltre 10 anni ha iniziato un percorso in favore dell’arte e delle forme più creative per la sua divulgazione. In questo contesto abbiamo messo la nostra tecnologia a supporto di alcune tra le più importanti manifestazioni, come la Biennale di Venezia, l’urlo di Munch a Genova, creando ambienti espositivi unici, che non sarebbe stato possibile realizzare in nessun altro modo. In questo senso Knauf non si limita a supportare l’arte, ma si fa strumento essa stessa, nelle mani degli artisti.” sottolinea il Dott. Damiano Spagnuolo, Market Manager Knauf.