Costruire con il costruito. Un progetto per la nuova biblioteca dell'IUAV
Il tema di progetto si concentra sulle possibilità con cui intervenire all’interno di un tessuto urbano denso, dotato di un’alta qualità storica, spaziale e materiale.
Il progetto interviene su un piccolo vuoto urbano a Venezia, a Dorsoduro. L’area è limitata a Nord dal Rio dell’Anzolo Raffael, ad Est dagli ex Magazzini Ligabue, ad Ovest dalla Facoltà IUAV e a Sud dal Canale della Giudecca.
L’area di progetto porta con sé la memoria di un importante progetto di ampliamento del polo universitario IUAV, esito di un concorso internazionale, poi non realizzato. È pertanto un’area segnata da un destino mancato, ora in attesa di un risarcimento.
La condizione del margine è stata movente per mettere in opera quelle idee progettuali, suscitate dall’ambiente circostante. Il progetto diviene, così, lo strumento per condurre ricerche, formulare domande e tentare risposte nel campo delle trasformazioni fisiche che interessano il luogo del progetto di un’architettura in relazione ad un contesto complesso e già formato.
Il progetto, che si vuole proporre come elemento di sintesi dei caratteri della città, soglia entro questo contesto, il cui carattere principale è quello di registrare al suo interno una doppia morfologia, è guidato dalla volontà che il progetto sia in grado di metabolizzare i connotati della città storica e di quella industriale, proponendosi come elemento di soglia.Tale principio, che definisce l’identità insediativa del progetto, porta con sé un’ambiguità relazionale: è spazio autonomo e allo stesso tempo appartenente a regioni dello spazio distinte. L'importanza della soglia è che essa ha già intrinseche le condizioni per la sua trasformazione; la soglia in sé è elemento di passaggio e superamento della sua ambivalenza; è una zona griglia di passaggio tra una condizione ed un'altra, ma nella sua interpretazione, già prefigura una sua risoluzione.
Il progetto si delinea come un'aggregazione di diversi volumi, organizzati intorno ad una corte centrale, con la volontà di riproporre la complessità quasi labirintica del tessuto veneziano, facendo della geometria il proprio principio insediativo. Tramite la definizione di un bordo continuo verso il Canale della Giudecca, contrapposto ad una composizione più frammentata delle nuove volumetrie, intervallate dalla progettazione di spazi aperti, tipici veneziani, sul fronte Nord, si è definita la possibilità di creare un dialogo tra progetto del nuovo e luogo. Il disegno complessivo dell’area, comprensivo delle nuove strutture a servizio dell’Università e degli spazi aperti, definisce il rapporto con le condizioni del luogo, con il paesaggio della città, con la sistemazione e l’integrazione degli spazi di limite e, in termini generali, con la memoria della città, assumendo quindi questo rapporto come tema centrale della ricerca progettuale.