Sarca 235
Il progetto Sarca 235 di Scandurra Studio è un intervento di ristrutturazione di un edificio esistente che ricade all’interno della trasformazione dell’area industriale nord est di Milano.
L’intervento si basa su elementi dimensionali e geometrici semplici, pensati per rispondere al meglio alle caratteristiche funzionali richieste da un edificio terziario; l’intento è stato infatti quello di trasformare completamente un progetto per uffici per Coima.
Dice Alessandro Scandurra: “Oggi gli standard funzionali sono cambiati ed è cambiato anche il valore che può esprimere un edificio per un’azienda. L’idea principale è quella di riaprire l’edificio verso la città e di ricostruire un episodio urbano sulla strada. Mi sono appoggiato a dei modelli consolidati di edifici ad uffici degli anni ’60 tentando di uscire dal tema formale per concentrarmi su pochi e semplici elementi espressivi: l’aria, che è data dalla trasparenza dei materiali, e la luce, restituita dalla rifrazione della materia dei corpi scala”.
L’ingresso principale dà su Viale Sarca, dove ora una piazza urbana rende più visibile la lobby centrale a doppia altezza e collega l’edificio direttamente al viale: un grande cancello meccanico ritualizza l’apertura alla città: “Si tratta di un’urbanità che scaturisce da un solo episodio. L’edificio torna alla città, i segni che lo compongono si mescolano a quelli della strada, si mescolano in un una nuova urbanità. Si tratta di un ulteriore e inatteso spazio privato che si apre alla città , affacciandosi sul percorso pubblico”, racconta Scandurra.
I temi sui quali si è basato l’intervento sono la razionalità, la luminosità, la flessibilità e l’accoglienza del sistema delle hall. Nel sistema degli spazi interni è stata creata una “processionalità” nel percorso di attraversamento degli spazi a partire dall’esterno, dove predominano la luce e l’oro, fino a salire ai piani superiori degli uffici, dove si è immersi nella luminosità e nella trasparenza degli spazi del lavoro.
Per l’intervento sulla facciata lo studio Scandurra ha lavorato sulle finiture, sulla materia e sul colore, utilizzando lamiera ondulata color oro, i cui pannelli, montati secondo sensi diversi dell’ondulatura, definiscono un decoro caratterizzante sia nei corpi scala che nella pensilina. L’oro in questo caso interpreta un elemento naturale al massimo della sua espressione: la luce. “La volontà è stata quella di trasformare in materia un’immagine di luce e bagliori e in qualche modo “dopare” la realtà come in un render “super ritoccato” 2D vs 3D, Fisicità dell’architettura vs immagine fotografica e viceversa.Uno stato della materia tra immaginata e concreta” afferma Scandurra.
La razionalità e la qualità dell’edificio promuovono un’architettura del benessere e danno forma ad un edificio di rappresentanza, fortemente caratterizzato da un rivestimento metallico decorativo ottenuto da una particolare lavoro sui pigmenti e le trame delle lamiere. L’immagine è quella di un edificio dinamico, trasparente e di una classicità contemporanea che unisce la funzionalità ad un alto valore formale.
Fondamentale anche l’aspetto di sostenibilità e compatibilità ambientale, che per Alessandro Scandurra è legato a “un senso di responsabilità a cui non possiamo sottrarci; l’edificio è certificato Leed Platinum, in quanto l’efficienza deve essere non solo energetica e tecnologica, ma deve riguardare tutti i livelli che hanno come scopo finale il benessere dell’uomo. Si tratta di sistemi a diverse scale, che partono dall’efficienza dell’edificio fino a seguire le nuove esigenze che comportano una evoluzione dell’architettura nei suoi cambiamenti socio economici. Azione e reazione, per un’architettura sensibile che si smaterializza per diventare supporto alla vita. Attraverso la tecnologia abbiamo creato un certo comfort ambientale, integrandolo con gli elementi dell’architettura per avere come risultato spazi semplici e confortevoli. Si tratta di benessere percepito e non manifestato”.