Lisce superfici si prestano a ruvide carezze di donne eteree e trasparenti uscite dalle macchine del tempo. Rumore di cinepresa, pellicola che gira tra i suoni dello smartphone.
Computer sulla pietra, metallo sulle prese elettriche e seta sul cemento...
La finestra a filo esterno per sedersi sul davanzale, affacciarsi e rimirare i grattacieli di pietra che rompono le nuvole. Sono Antenne stratosferiche che dal centro della terra mandano segnali di emozioni violente nell’etere borioso. Superfici, torri, lune e soprattutto tagli d’oro come lame di rasoio che scandiscono il ritmo di una musica elettronica con canti di pastori sardi.
Il vento batte sulle lastre di metallo dorato, penetra tra i fori e ci riporta a casa tra i petali di pelle sul freddo marmo nero, tra le braccia di Bardot...ma cosa ci fa Brigitte Bardot nel mio letto? Spengo la musica e m’arresto.