Porta della Carnia
L’idea del progetto si ispira all’architettura dei borghi rurali delle valli circostanti, dove piccoli edifici in pietra punteggiano il paesaggio con la loro presenza silenziosa tenacemente ancorata alla terra. I volumi originari rivivono nel progetto come frammenti, generando per accostamento un sistema di piccoli volumi orientati in diverse direzioni alla ricerca della luce.
La Porta della Carnia è un luogo di sintesi dei caratteri locali, in cui la tradizione viene rievocata per stabilire una relazione di continuità culturale ma anche per affermare che tali caratteri possono rinnovarsi trovando nuove forme di espressione.
Questo ruolo è interpretato nel nuovo manufatto associando le necessità funzionali a quelle simboliche e di rappresentazione. Il volume principale agisce come una sorta di quinta scenica, rivolgendo la sua silente presenza verso l’esterno e il flusso del traffico che inevitabilmente lo scorgerà, mentre all’interno ospiterà un interessante repertorio delle eccellenze del lavoro delle aziende del distretto Carnia Industrial Park, ne metterà in mostra i prodotti di maggior valore mostrandone al contempo la forte continuità con il passato e la tradizione specifica di questi luoghi. Dei sette elementi che compongono la figura uno è trasmigrato oltre il perimetro della rotatoria fungendo da nuova fermata dell’autobus e arricchendo in questo modo le relazioni con l’intorno.
I materiali impiegati esprimeranno anch’essi questo legame con la tradizione, ma allo stesso tempo sapranno ricercare il nuovo spontaneamente, attraverso sia l’uso di una geometria giocosa che unisce il profilo del manufatto ai profili dell’intorno, l’ampiezza della valle e il potente scenario alpino, sia nella realizzazione delle varie componenti. Alle strutture intraliciate in legno si affiancheranno tamponature leggere in policarbonato accoppiato ad una pellicola in PVB bianco che lo omogeneizzerà al bianco candido dei rivestimenti metallici di copertura e del basamento. Esternamente le pareti in policarbonato saranno protette da tavolati in legno stabilizzato verniciati di bianco posati di coltello così da poter catturare la luce facendo vibrare l’edificio.
La notte le superfici traslucide emaneranno una luce chiara, morbida e soffusa rischiarando l’intorno e stabilendo un dialogo con le vette imbiancate delle cime circostanti.
Nel lato interno le pareti saranno attrezzate per poter ospitare l’allestimento di pannelli e bacheche con esposti i prodotti di punta delle aziende del distretto, al basamento in lamiera verniciata farà qui da contrappunto una boiserie in listelli di legno. Nelle intercapedini delle pareti saranno ospitati piccoli vani di deposito.
Sul lato opposto il recinto che qui si erge ricalca gli stessi elementi del corpo principale ma in una forma più scarna, quasi residuale, priva delle pareti e della copertura e in cui le lame di protezione sono ancora presenti ma con una dimensione in altezza più contenuta. I recessi a cui tale elemento dà luogo ospitano alberature isolate di Pinus Nigra all’ombra dei quali possono trovare collocazione piccoli manufatti della tradizione produttiva locale.
Lo spazio centrale tra le due quinte è uno spazio d’acqua calma, un sottile velo da cui emergono i ciottoli del fondo che provocheranno lievi increspature. Altri massi di rocce isolate punteggeranno questo luogo ritmandolo e arricchendone la percezione soprattutto per chi vorrà attraversarlo lungo gli stretti guadi che tagliano diagonalmente lo specchio d’acqua.