Les Choux de Créteil
Reportage fotografico su "Les Choux de Créteil", complesso di edilizia popolare ad opera dell'architetto francese Gérard Grandval, costruito tra il 1969 e il 1974.
Fotografie di Emiliano and Lorenzo Zandri (ZA²).
Nel Quartiere di Palais, nella Nuova Creteil, si colloca l'insediamento abitativo soprannominato Les Choux, un complesso di 11 torri, progettato dall'architetto Gerard Grandval tra il 1970 e il 1974 e considerato una tra le architetture più emblematiche della Francia anni '70.
Diventato col tempo simbolo di Creteil e adottato dagli abitanti seppur con un'iniziale reazione negativa, Les Choux portano un nome che ben risponde allo slogan di maggio di quell'anno -1969- "l'immaginazione al potere". Concepiti in opposizione con l'architettura funzionale, diventano paradossalmente il simbolo del male dei Grands Ensembles. L'architetto Grandval in una dichiarazione al Figaro nel 1972 disse che era stanco di vedere sorgere edifici enormi, perfettamenti allineati, tra loro simili e senza carattere: non bastava più la scusa della guerra -che stava per concludersi- per proporre questo tipo di architettura. Il disagio delle persone, testimonia un'esigenza che non è solo determinata dal comfort, ma anche da un'estetica diversa. "La gente soffre ad abitare gli edifici senza volto, bisogna rompere con l'architettura minerale, brutale nei suoi volumi. Bisogna creare forme più flessibili, più vegetali, più femminili.”
La reazione ai “cubetti” di un certo tipo d'architettura si traduce, quindi, in un progetto di un quartiere che prevede la presenza di 11 torri residenziali di 15 piani che assumono in facciata uno stile che oscilla tra l'organicismo e l'architettura-scultura, in cui balconi arrotondati e sovrapposti in maniera sfalzata, rompono l'immagine di una produzione anonima e generano una singolarità che è la chiave di lettura del progetto e la contraddistingue dagli edifici circostanti. L'architetto voleva, in questo senso, arricchire ancora di più la forza del prospetto delle torri, creando una vera e propria epidermide vegetale, che però non venne mai realizzata. Ed alla fine di vegetale rimase la forma a petalo dei balconi.
Consegnati nel maggio del 1974, questi edifici vengono chiamati inizialmente "Les Epis de Mais".
Tuttavia la crisi economica non aiuta e le abitazioni, che susciteranno più scandalo che curiosità, incontrarono difficoltà nella vendita. Nel 1976, poichè restavano nel mercato ancora 300 abitazioni, venne attuata un a forte campagna pubblicitaria.
Negli anni 90, il traffico di droghe e stupefacenti all'interno del centro commerciale del complesso, ha generato un peggioramento delle condizioni di vita e di sicurezza all'interno del quartiere.
Gli abitanti lamentano una difficoltà nel gestire funzionalmente gli appartamenti all'interno e nell'utilizzo dei balconi non tanto come terrazza ma piuttosto come ripostiglio esterno in cui accatastare gli oggetti.
Nel 1998 la città ha deciso di riabilitare completamente il quartiere. Il cavolo centrale, costituito da unità abitative sociali occupate da famiglie in difficoltà economica, è in fase di ristrutturazione. In una delle torri poste all'ingresso del quartiere invece, per favorire il mix sociale, è stato inserito uno studentato. Allo stesso modo è stato rinnovato il centro commerciale, precednetemente considerato inadatto, aggiunti i parcheggi mancanti e realizzate le passerelle per raggiungere l'Università lì vicino. La Municipalità spera che questi accorgentimenti progettuali possano rappresentare uno stimolo per la cura degli edifci anche da parte degli stessi abitanti.