AMPLIAMENTO DELLA GALLERIA DI ARTE MODERNA DI PALAZZO DEI DIAMANTI
Il padiglione conclude il lato incompiuto della corte principale e assicura continuità al sistema espositivo mantenendo il rapporto visivo con il giardino.
Il progetto si rapporta con l’edificio storico muovendosi tra due opposte categorie: armonia ed opposizione. Da una parte, il rafforzamento di alcuni temi fondanti – assialità, sistema dei portali, rapporto tra pieni e vuoti, tema dell’incompiuto - consente di radicare il progetto nel contesto e genera un naturale senso di appartenenza. Dall’altra, l’innesto del padiglione è un atto intenzionale che riconfigura lo spazio, opponendo alla matericità dell’edificio storico la leggerezza di un nuovo volume vetrato.
Il padiglione conclude il lato incompiuto della corte principale e assicura continuità al sistema espositivo mantenendo il rapporto visivo con il giardino.
La sua architettura si compone di pochi elementi: una scatola di vetro tra i due piani orizzontali della base e della copertura; una vasca d’acqua riflettente; un brise-soleil verso il giardino che non è un semplice elemento bidimensionale ma una vera e propria parete, con una profondità che evoca l’idea di una massa smaterializzata. Ne rimane la traccia nel disegno di sottili elementi metallici bianchi i quali generano un’intelaiatura leggera.
All’interno del Padiglione, in corrispondenza con i punti di ingresso, è incluso un unico volume materico, che enfatizza l'assialità e la successione dei portali.
Il tema del portale, in quanto nodo dei percorsi, viene ripreso anche in corrispondenza dei punti di ingresso dalla città, segnalati da tre portali in cemento che si sovrappongono alle mura in mattoni
Il sistema degli spazi aperti si intreccia e dialoga con quello degli ambiti chiusi.
ll paesaggio delle corti, studiato dallo Studio Antonio Perazzi, è pensato per enfatizzare l’idea del vuoto. La geometria dell’architettura si trasferisce per lo più in superfici piane, pensate per essere spazi di diretta prosecuzione delle funzioni interne. Solo puntualmente la natura si solidifica in volumi regolari per organizzare diversi fronti di utilizzo spaziale.