SCUOLA DELL'INFANZIA COMUNE DI CIMADOLMO
Concorso di idee per la realizzazione di #scuoleinnovative
Primo premio
Parola chiave della strategia di inquadramento urbanistico è riparare nel suo doppio significato: da un lato ricucire la disorganicità di un sito complesso e caratterizzato da diverse addizioni; dall'altro si riferisce ad un significato fondamentale del nostro mestiere che è quello di realizzare un tetto sotto il quale sentirsi protetti, trovare riparo, sentirsi al sicuro per poter giocare e sperimentare al massimo le proprie capacità cognitive.
La proposta progettuale per la nuova Scuola dell'Infanzia di Cimadolmo individua una disposizione planimetrica capace di reagire all'area oggetto di Concorso e i cui criteri costruttivi garantiscono un alto livello di replicabilità.
L'edificio è organizzato su un unico livello al fine di privilegiare la fruibilità degli spazi ed il benessere abitativo dei bambini realizzando 6 sezioni per un totale di 180 alunni.
L'organizzazione planimetrica affronta il tema dell'edifico a corte ed è costituita da due corpi speculari destinati alle aule per attività speciali e libere e da un corpo centrale quale ingresso, mensa e spazio flessibile per le diverse attività di gruppo. Tale disposizione trasmette ai suoi piccoli fruitori un grande senso di protezione, garantendo le condizioni ottimali per il loro sviluppo e per il loro apprendimento. La trasparenza dei fronti interni che affacciano verso il giardino sono lo specchio di un nuovo approccio pedagogico basato sulla fluidità degli spazi e sulla condivisione delle esperienze scolastiche. La scuola a corte permette ai bambini di usufruire di uno giardino ad uso esclusivo dalle generose dimensioni e si configura come una strategia di inserimento urbano chiaramente replicabile in tante delle nostre città italiane caratterizzate da disomogeneità e scarsa qualità edilizia.
Il carattere architettonico che presenta la nuova struttura scolastica è frutto del ricercato contrasto tra spazi didattici esterni ed interni enfatizzato attraverso le diverse proporzioni delle aperture, il trattamento delle superfici e l'uso dei materiali.
L'obiettivo perseguito nella creazione degli spazi interni privilegia la massima flessibilità di questi ultimi: le aule sono di prive muri, disegnate da pareti attrezzate opache solo fino ad una
certa altezza, mentre terminano con vetrine trasparenti che "abbattono i limiti"
della classe e permettono una immediata visione delle attività svolte al suo interno.
La sintonia tra pedagogia e architettura durante il processo creativo che ha guidato lo sviluppo del progetto è espressa nell'uso di quattro termini chiave di tale dialogo:
- Forma, dare forma a qualcosa attraverso l'architettura può significare anche formare il pensiero pedagogico e dargli concretezza. Significa offrire all'azione didattica un'opportunità in più per realizzarsi in spazi stimolanti, coerenti e definiti.
- Spazio, che abbinato alla parola "luogo" definisce uno spazio fisico vissuto, mentre
abbinato al termine "ambiente" descrive tanto i rapporti tra insegnate e allievo nella sua dimensione pedagogica, quanto assume un carattere decisamente più concreto e tangibile nel campo dell'architettura.
- Flessibilità, intesa come versatilità, duttilità e elasticità.
- Innovazione, riferita al processo di cambiamento migliorativo si lega al concetto di progresso, sia esso sociale, pedagogico, economico e architettonico.