TESSERA
POLO SCOLASTICO DI ECCELLENZA ALBERGHIERO ED AGROALIMENTARE.
Costruire nel costruito dovrebbe rappresentare la quotidianità della realtà italiana, questione sicuramente non scontata se si parla di edifici pubblici come una scuola. Rendere il progetto un incubatore per lo sviluppo del paese ribalta i ruoli tra contenitore e contenuto caricando di responsabilità e di aspettativa l’oggetto del concorso. Questa parte per il tutto spinge a indagare soluzioni non solo stabili e responsabili (a fronte dei sismi accaduti e dell’istruzione come cardine culturale) ma che allo stesso tempo siano dinamiche e flessibili. La proposta cerca di sviluppare un’idea di freschezza che assecondi la patina del tempo.
Principio insediativo. soluzione di continuità
Il progetto si basa sulla necessità di incardinare l’edificio all’interno di due quote pubbliche, in modo da connetterle e ricostruire un frammento del centro cittadino. L’ottimizzazione del lotto di progetto spinge a razionalizzare l’area in due volumi distinti. Tra questi si frappone spazio connettivo che viene articolato in una duplice direzione. Da un lato si estromette parte di questo spazio all’esterno dell’edificio, in modo da interrompere la cubatura edificata su Via d’Afflitto e dotare questa di un’ulteriore piazza di decompressione. Dall’altra si genera un grande spazio che occupa sei livelli: l’agorà pubblica del civic center. Queste dinamiche comportano il mantenimento della rampa esistente di S. Biagio che viene integrata nel progetto attraverso passaggi pedonali coperti in modo da garantire la risoluzione del dislivello dei due ingressi anche aggirando l’edificio.
Semplici complessità. variazioni volumetriche
La volontà di coniugare una completa aderenza al programma a base di concorso all’abbattimento massimo della cubatura costruite ha dato come risultato una variazione altimetrica della fabbrica su tre quote. Il volume ovest di quattro livelli fuori terra (q. +14,00m da Piazza San Francesco), il volume est di tre livelli (q. +11,00m) ed il dispositivo degli ingressi di soli due livelli (q. +7,50m). Questo gioco di sovrapposizioni ha permesso di alleggerire il carico edilizio a seconda degli ambienti serviti ospitati, distinguendo spazi pubblici dalla sfera privata della scuola. Nei disegni in sezione si nota come le altezze massime rientrino nei parametri del contesto. mitigando il forte impatto che l’edificio demolito aveva sull’area. L’uniformita dell’intero intervento riassume la morfologia della proposta in una variazione di una sola metodologia di intervento, la costruzione di volumi stereometrici precisi.
Un ingresso passante. canocchiale sul paesaggio
Varcando la soglia dell’edifico da piazza S. Francesco si occupa il primo dei due ingressi dell’intervento. Il centro di quella soluzione di continuità prima citata: un doppio volume allineato con il fronte del Centro Pastorale,che apre la vista sul paesaggio, traguardabile anche dalla stessa piazza esterna. Da questo diaframma si diramano, ognuna con la propria distribuzione verticale, la sfera dei servizi pubblici del progetto da quella privata delle aule didattiche e i laboratori scientifici.
La scala elicoidale. passpartout pubblico
L’ambito della collettività è segnato da una scala a tutto tondo appoggiato sul grande volume dell’agorà che spazia dal piano a quota -7.00m al secondo livello di quota +7.00m. Quest’elemento assume diversi significati all’interno del progetto: conforma lo spazio pubblico distribuendo i vari piani che contengono servizi per la collettività, risolve il dislivello tra i due ingressi esterni (Piazza S. Francesco e nuova piazza su Via d’Afflitto) e funziona da legante per l’intero edificio, in modo da amalgamare il grande spazio verticale.
Civic center. spazio collettivo stratificato
Il blocco est si struttura come contenitore gradiente di tutte le attività a vocazione cittadina ed aperte all’utilizzo extracurriculare della scuola, intesa come centro civico contemporaneo. La concentrazione ai vari livelli delle funzioni collettive permette una comprensione immediata dello spazio e mira a incoraggiare un flusso continuo di fruitori che risalgono e discendono l’edificio attraverso il grande volume illuminato zenitalmente. Questa dinamica disegna un layout stratificato che va dal ristorante del polo di eccellenza, scende per laboratori alberghieri, prosegue verso la sala polivalente e la palestra (questi due ultimi grandi spazi a doppia altezza) passando attraverso i due ingressi contrapposti per finire sulla biblioteca pubblica, che si apre sulla nuova piazza interna al lotto.
Patina. utlizzo dei materiali
La gravità dell’edificio comunica l’istituzione del castello Normanno ma si apre attraverso grandi tagli vetrati (agorà, palestra, biblioteca) verso la città e il paesaggio. L’utilizzo del laterizio vuole ricalcare la tradizione costruttiva del luogo, per inserirsi placidamente nel contesto. All’interno, l’intradosso dei solai viene rivestito da maioliche sullo spettro dei colori dell’arte paesana, in modo da rifulgere le luci ed enfatizzare la compenetrazione degli spazi.