Istituto di Ricerca in Biomedicina IRB, Bellinzona
Situazione
L’area di progetto si situa all’interno di un comparto urbano per il quale si prevede nei prossimi anni un forte sviluppo, attraverso la realizzazione d’importanti edifici pubblici, riassunti in una recente pubblicazione sui media con il paradigma di “Campus degli Studi”. Questo progetto prevede la realizzazione, entro il 2021, di nuovi edifici scolastici e congressuali di differente tipologia oltre alla realizzazione del nuovo Parco urbano della Città di Bellinzona.
La nuova sede di IRB sorgerà al centro di questo nuovo sistema urbano e sarà il cuore di una nuova cittadella, che potrebbe anche comprendere la nuova Facoltà di scienze biomediche e della scuola di Master in medicina umana dell’Università della Svizzera Italiana.
Il concetto prevede di insediare la nuova sede IRB come primo tassello di una cittadella in divenire, di cui oggi non si può conoscere l’estensione finale, in modo tuttavia da non pregiudicare futuri sviluppi, definendo in modo chiaro gli spazi urbani e un concetto efficace di Masterplan sull’area edificabile denominata “Polo scientifico”.
L’insediamento del nuovo edificio interpreta in modo coerente gli intenti del piano regolatore, con l’allineamento alla linea di costruzione su Via Francesco Chiesa. Da qui i pedoni accedono in modo semplice e diretto al portico di entrata, mentre l’accesso per la mobilità ciclabile e veicolare avviene tramite una via di accesso lungo il limite Est del sedime, in modo da non interferire con gli spazi esterni pedonali del futuro campus scientifico. Il volume occupa tutta la profondità dell’isolato, definendo in modo chiaro i due fronti del sedime, sia verso il parco urbano, sia verso la città.
Ampliamento
Il possibile sviluppo volumetrico sul resto della zona edificabile destinata a Polo scientifico prevede l’inserimento di un volume che si affianca al corpo di fabbrica IRB, allineandosi a Sud per formare un complesso, un insieme ben definito, con un limite chiaro verso il tessuto urbano esistente, e definire a Nord verso il parco urbano uno spazio pubblico generoso.
Il nuovo complesso s’integra nel contesto urbanistico e paesaggistico in modo chiaro e univoco come insieme a se stante, che grazie agli elementi primari definiti nel Masterplan, piazza, strada maestra, portici, si presta a future estensioni oggi non prevedibili aumentando la sostenibilità dell’intervento.
Masterplan
Il concetto di base è di creare una piazza del “campus delle scienze biomediche”, in grado di collegare tutti gli edifici futuri. Essa è punto di partenza a Nord in direzione del Parco e conduce utenti e visitatori lungo via maestra o passeggiata attraverso il Campus. In questo modo ogni edificio ottiene un indirizzo proprio. Il tema del portico sarà applicato anche agli altri edifici. A Sud si definisce un limite chiaro del Campus verso la città e i quartieri residenziali.
Architettura
Obiettivo del progetto è una struttura architettonica capace di rispondere ai requisiti funzionali della massima adattabilità e di conferire all’edificio un’espressione caratteristica.
Il nuovo edificio per la ricerca biomedica è disposto su 4 piani fuori terra (PT, 1°P, 2°P, 3°P) e su un piano interrato.
Il piano terra, con la zona di entrata arretrata che si orienta a Nord sulla Via Francesco Chiesa e a Ovest sul futuro “Campus della Ricerca”, accoglie collaboratori e visitatori in un atrio luminoso e generoso, cui si aggregano l’aula per i seminari e una generosa superficie espositiva. Il foyer longilineo si estende lungo la facciata ovest fino al parcheggio coperto situato a sud, collegando i due accessi. La scala aperta sormontata da un grande lucernario collega, in una sequenza di rampe rettilinee che parte dal piano terra per collegare tutti i livelli, rappresenta l’Istituto verso l’esterno.
Al primo e al secondo piano sono riassunti tutti gli Istituti. I due livelli ospitano tutti i laboratori e gli uffici di IRB, IOR e NSI.
La chiarezza espressiva che caratterizza il corpo di fabbrica è coerente con l’organizzazione degli interni: l’impianto tipologico delle piante si basa su una stecca a tripla manica con una zona di comunicazione e di servizio nella parte centrale dell’edificio affiancata da una zona per uffici e laboratori sui lati e sulle testate. All’ultimo livello dell’edificio, accessibile a tutti, si trovano tutti gli uffici ad uso comune e uno spazio multiuso per discussioni interne e conferenze.
I laboratori sono disposti a “U” lungo i perimetri Est, Sud e a Ovest dell’edificio e raggruppati in cluster. In questo modo si ottiene una separazione chiara della zona laboratori dagli uffici. Ciò nonostante i laboratori e gli uffici facenti riferimento ad ambiti specialistici analoghi (unità funzionali) sono comunque connessi tra loro sullo stesso piano. Gli uffici riferibili ai laboratori sono immediatamente collegati ad Ovest alla zona laboratori e costituiscono un interfaccia tra la zona degli uffici ad uso comune al livello superiore e il mondo interno dei laboratori. Grazie alla disposizione compatta dei gruppi di laboratori e la zonizzazione estremamente flessibile i tre istituti si lasciano organizzare in modo distinto e chiuso e sono accessibili dall’atrio d’entrata in modo neutrale.
L’ambito generico dei laboratori si basa su un modulo progettuale di 1,15m che offre un ottimo potenziale dal punto di vista della flessibilità d’uso e di arredo. I moduli di laboratorio possono essere ingranditi o ridotti a piacimento. I Laboratori Tipo e le unità di laboratorio minori (Laboratorio Radioattività) possono essere combinati o separati in base alle esigenze. La tipologia della pianta è in grado di reagire in modo flessibile agli adattamenti richiesti dalle mutazioni delle esigenze e permette una nuova zonizzazione e/o la riorganizzazione d’interi reparti, con la possibilità di ottenere anche laboratori open space.
La spina dorsale dell’edificio è costituita dalla zona centrale, che si ripete concettualmente su tutti i livelli. Qui sono disposti tutti gli spazi accessori come depositi, locali frigoriferi, locali per microscopi e nuclei di accesso. Questa disposizione garantisce percorsi brevi e un orientamento ottimale all’interno dell’edificio. La giusta posizione dei nuclei di accesso come nuclei fissi nella zona centrale e la scala libera come scorciatoia permette collegamenti verticali ottimali.
Nello sviluppo della struttura spaziale si è posta una particolare attenzione sull’illuminamento naturale e sui riferimenti tra spazio interno ed esterno. Due corti vetrate allungate, due “fessure di luce” sfalsate tra di loro lungo la spina centrale attraversano il volume e fanno penetrare la luce naturale all’interno dell’edificio. Si sviluppano su tutti i livelli, permettendo da un lato di distinguere tra di loro le zone degli uffici e dei laboratori dei singoli istituti, collegandoli al tempo stesso tra di loro grazie a dei ponticelli, che favoriscono le possibilità di incontro e di comunicazione tra gli utenti.
Si crea una sequenza interessante di qualità spaziali differenziate oltre a riferimenti visivi ad ampio raggio.
La “scala celeste” lungo la corte vetrata a Nord e il generoso atrio vetrato collegano il foyer attraverso i due piani di laboratori con il terzo piano, un luogo particolare, comune e condiviso, un luogo d’incontro e dedicato allo scambio. Qui i ricercatori emergono dal mondo introverso e concentrato dei laboratori e degli uffici in un mondo aperto e luminoso dedicato alla ricreazione e alla comunicazione. A complemento e come compensazione rispetto al mondo esterno febbrile e tecnologico le due corti-giardino generano un mondo distinto e giocoso. A questo livello pubblico è disposto anche l’asilo-nido, dotato di un proprio giardino esterno dedicato. Le zone ad uso comune come le sale riunioni e il laboratorio per l’insegnamento permettono di accogliere visitatori esterni come studenti e corsi di perfezionamento in ossequio ai requisiti in materia di sicurezza. La zona biblioteca e la caffetteria sono invitanti e accoglienti e favoriscono l’interazione, il relax e gli incontri informali. Allo stesso tempo una terrazza protetta dal vento crea un riferimento diretto con il contesto e con il futuro parco urbano rafforzando l’identificazione dei collaboratori con il luogo.
L’approvvigionamento tecnico dell’edificio avviene come centrale tecnica sul tetto, al terzo piano, direttamente sopra ai laboratori. La disposizione centrale dei vani tecnici della ventilazione permette un approvvigionamento ottimale delle maniche centrali e laterali dell’edificio. Altri spazi tecnici e di deposito sono disposti al piano interrato. Lì si trova, separato e protetto dagli altri settori, lo stabulario. La collocazione al piano interrato tiene conto della sensibilità alle scosse e alle vibrazioni. Il montacarichi garantisce un collegamento ottimale con la rampa di accesso.
L’accesso per i fornitori e l’approvvigionamento dei laboratori avviene da Est attraverso la Via Francesco Chiesa. Gli spazi per lo smaltimento e l’approvvigionamento come i depositi di gas tecnici, i serbatoi di azoto liquido, i locali di smaltimento rifiuti speciali e radioattivi sono disposti in prossimità della rampa di carico. Sempre attraverso la Via Francesco Chiesa si accede ai parcheggi. La lunghezza dell’edificio permette la disposizione coperta e a livello di quasi tutti i posteggi.