Restauro e ampliamento di una villa nella Riviera di Ponente
La villa si colloca nella parte più alta di un lotto in declivio, a ridosso della collina, assumendo una posizione emergente rispetto al giardino modellato da una successione di parterres erbosi, a fasce digradanti, secondo il disegno tipico del paesaggio ligure.
L’edificio, costruito originariamente negli anni Trenta con tetto a padiglione e sporto di gronda accentuato, presentava i caratteri tipici delle residenze suburbane della Riviera di Ponente: al corpo principale, distribuito su diversi livelli, si affiancava un volume autonomo a pianta quadrata, la “torre”. A partire dagli anni Sessanta la villa è stata modificata da una serie di interventi che ne hanno mutato l’aspetto, eliminando i riferimenti alla tradizione locale e conferendole, per contro, un’immagine di impronta razionalista.
Il nuovo intervento prevede opere di ampliamento e di restauro. Nella parte anteriore, verso il mare, le superfici murarie - di intonaco bianco - e le grandi aperture esistenti - schermate da persiane in legno naturale - vengono mantenute nella forma attuale. Nel corpo principale vengono riformati i volumi degli attici sulla copertura piana; un terrazzo con pergolato in legno - elemento di compenetrazione con il paesaggio - conclude il fronte della “torre”.
Nella parte retrostante verso la collina - la zona maggiormente compromessa da una serie di aggiunte improprie - una porzione di edificio viene demolita e sostituita da un nuovo corpo di fabbrica, con tetto a una sola falda in ardesia e muratura di forte spessore di pietra di Finale Ligure, che si costruisce con forme e caratteristiche autonome.
Assumendo una giacitura diversa, legata all’andamento del suolo e agli edifici rustici del giardino, l’addizione dichiara un rapporto di continuità con l’architettura della tradizione regionale e con i suoi modi costruttivi.
In questo senso il progetto assume il compito di rivelare quanto è caduto nell’oblio, affermando la sua appropriatezza e proponendosi come forma di interrogazione del tempo.
I fronti compatti e privi di aggetti del nuovo corpo definiscono un volume stereometrico, con sembianze di una massa preesistente dalla forte solidità muraria, in netto contrasto con le superfici lisce e i grandi terrazzi che caratterizzano l’edificio rivolto verso il mare. Dal punto di vista distributivo l’addizione risulta potenzialmente autonoma pur se collegata a tutti i livelli con la porzione di fabbricato preesistente.
Si stabilisce così, per mezzo del “montaggio”, uno stato di tensione fra volumi autonomi e riconoscibili, connessi da una copertura piana calpestabile, che si articola come un percorso sopraelevato all’aria aperta e trova nel pergolato un punto di arrivo e di affaccio sul mare.
Sia nel disegno della pianta che nei prospetti, il progetto tende alla semplificazione e alla riconoscibilità delle parti, eliminando le aggiunte volumetricamente contraddittorie.
I diversi elementi della fabbrica sono individuati da specifiche forme a cui si rende coerente la scelta dei materiali al fine di creare figure architettoniche appropriate rispetto alle scelte costruttive.
La composizione, intesa come principio ordinatore grazie al quale ogni elemento gioca il ruolo che gli corrisponde, risolve la tensione tra i “pezzi” e l’insieme, definendo, proprio attraverso la giustapposizione, un carattere nuovo, un concetto “altro” della villa nel suo rapporto con la natura.