Edificio residenziale in Via Piave
Si tratta di una delle opere giovanili di Capobianco. Venne edificato dopo che l'architetto fece una breve, ma intensa, esperienza in Scandinavia presso il dipartimento di architettura ed urbanistica di Stoccolma diretto allora da Sven Markelius. Questa esperienza segnò fortemente Capobianco che iniziò, una volta tornato a Napoli, a porre l'attenzione al dettaglio progettuale, all'accostamento delle diverse tecniche e ai materiali. Il condominio in via Piave è il caso emblematico di questa nuova svolta che si allontana progressivamente dal linguaggio corrente italiano del Neorealismo architettonico e del Razionalismo. Il piccolo edificio è posizionato alla confluenza di via Piave con il corso Europa e via Tasso, le quali strade danno origine a piazzetta Santo Stefano. L'area racchiusa tra via Piave e corso Europa è stata vittima di quella speculazione selvaggia iniziata negli anni successivi al termine della Seconda Guerra Mondiale, gli edifici per la gran parte sono privi di qualità architettonica eccetto l'edificio in questione e una palazzina nei paraggi progettata da Luigi Cosenza.
L'edificio ha un impianto planimetrico a girandola con quattro alloggi per piano serviti da una rampa di scale ad una tesa che serve anche il piano cantinato. L'immobile è caratterizzato dal dislivello di via Piave e l'architetto ingegnosamente ha sfruttato la pendenza per movimentare il volume riducendo di un solo piano l'ala prospettante a nord. I prospetti sono tutti equivalenti e giocano con il disegno della maglia di travi e solette a vista intervallate da tompagnature rivestite in mattoni semiforati che donano all'intera composizione delle facciate il tocco cromatico. Molto curati sono i dettagli in mattone che creano delle composizioni astratte sotto le logge di via Piave, mentre agli angoli il mattone crea interessanti giochi d'incastri. Si aprono nelle cortine di mattoni ampie logge balconate, finestre a nastro e balconi alla romana nel pieno rispetto degli orientamenti dei vari fronti, a ritmare ulteriormente il volume ci pensano gli sbalzi degli appartamenti che creano a livello del basamento un passaggio al coperto.
L'atrio, ampio e luminoso, è dotato di due grandi vetrate che prospettano sul piccolo giardino condominiale che fa da filtro tra il caotico incrocio e la vita domestica.