NASTRO
Scuola Secondaria Giovanni pascoli. Torino fa Scuola
Incipit | abitare la scuola
Lo spirito del concorso cerca di guardare oltre la fattispecie per introdurre linee guida di intervento in edifici scolastici storicizzati che intendono mantenere il passo con gli standard contemporanei del fare scuola. La contingenza dell’Istituto Pascoli costituisce un laboratorio ideale per questo paradigma, consideratane l’atmosfera pregnante di scuola italiana, direttamente connessa con l’immaginario collettivo.
La proposta mira a coniugare questa immagine con la didattica di oggi, ovvero coniugare l’istituzione con la comunità, l’eleganza con l’intimità, il rispetto con il progresso.
Una scuola pubblica | la dimensione urbana
Una delle operazioni chiave proposta per il riassetto dei flussi riguarda il nuovo ingresso, posto in asse con il corpo Nord-Sud dell’edificio. Questa scelta è conseguenza di considerazioni sull’accessibilità (presenza di barriere architettoniche), sulla inadeguata rappresentanza architettonica e sulla posizione defilata che presenta l’attuale entrata. Il sistema, che prevede l’apertura nella grande finestra che domina l’impaginato del prospetto su via Duchessa Jolanda, permette di risolvere il dislivello di ingresso attraverso un sistema abbinato rampa-scala che si affianca alla facciata. La dimensione di questo dispositivo permette una decompressione fluida degli studenti in entrata-uscita ed un’elemento scultoreo che rimarca il ruolo sociale dell’edificio pubblico nel quartiere. Per dotare del giusto respiro l’intervento vengono spostati alcuni posti auto ed aumentata la porzione pavimentata del marciapiede. La disposizione garantisce inoltre un’ampia zona di filtro (per il controllo termico dell’aria interna) che introduce direttamente nell’atrio, centro di gravità della nuova configurazione. La distribuzione del piano terra si divide tra lo spazio biblioteca con zona relax e la palestra con i relativi ambienti accessori. La prima, in diretto contatto con l’atrio ne costituisce una naturale continuazione, in stretto rapporto con lo spazio relax, che ne garantisce la flessibilità e l’indipendenza attraverso un sistema di pareti mobili in legno. La seconda viene distribuita dal corridoio (sul quale insiste la servitù di passaggio della proprietà confinante) e rappresenta un grande ambiente non solo per l’attività fisica ma anche per eventi interni eccezionali o attività extrascolastiche pomeridiane.
La nuova scala | un atrio avvolgente
La sostituzione del sistema di distribuzione verticale è una condizione necessaria, non solo per recuperare la dimensione e la dignità di un atrio ma anche per ridefinire totale accessibilità a tutti i livelli (compreso il piano ammezzato), senza commistione di percorsi. Questa operazione non significa snaturare l’identità dell’edificio ma persegue l’idea della scala originale con l’intenzione di evolverne l’atmosfera (in risposta all’attuale morfologia dell’edificio) ed inglobare in maniera integrata l’ascensore. Il nuovo corpo si presenta come un volume fluido che unifica tutti i livelli ed enfatizza la verticalità dell’edificio, percepibile da subito al piano terra.
Orizzontalità, adattabilità, navigabilità
Risalendo le scale si incontrano al primo livello le classi prime, seconde e lo spazio ben-essere; al piano ammezzato il laboratorio d’arte ed al secondo le terze con i restanti laboratori e lo spazio insegnanti. Questo assetto rispetta non solo il raggruppamento orizzontale delle classi, ma anche dei relativi spazi di socializzazione nelle loro immediate vicinanze. La disposizione dei servizi igienici e degli ambienti serviti cerca di rispettare l’economia dell’intervento adattando dove possibile il progetto alla situazione attuale. L’utilizzo del colore e dell’arredo, unitamente ad un sistema di comunicazione efficace facilita la navigazione e l’orientamento all’interno della scuola.
Spazi distributivi | i luoghi dello stare
Gli spazi distributivi, i corridoi, le aree secondarie si trasformano in luoghi dello stare, un apparato diffuso che eleva la funzione dei percorsi declinandoli in un ventaglio di utilizzi (esposizione, colloquio, relax, rapporti interpersonali a più scala, condivisione, riflessione). Questa accezione viene garantita da una progettazione curata degli arredi, che assecondano la morfologia dell’edificio e definiscono sedute, armadi, pannelli per indicazioni, tavoli, ripiani. Un’architettura che matura ad una scala più intima per valorizzare gli ambienti attuali senza stravolgerli.