"La somma di cose diverse tra loro dà un risultato più grande della somma di cose uguali tra loro... questo valore non sta dunque nelle singole cose, ma nelle relazioni tra queste cose, il surplus è nel momento dell’incrociarsi, nello sconfinamento, nello scarto dell’uno nell’altro” (M. Ponty)
Inizialmente concepita come elemento isolato rispetto alla città e come sequenza di spazi indifferenziati e compartimentati tra loro, la scuola Enrico Fermi di Torino viene riprogettata attraverso nuovi dispositivi architettonici che permettano lo sconfinamento tra scuola e città, l’intersezione tra didattica, esperienza diretta e attività ludiche, il superamento tra interno ed esterno, tra ambiente artificiale e naturale.
La scuola, grande “Cantiere cultura” nel cuore della città, diviene un palcoscenico che mette al centro l’identità degli studenti, dei lavoratori e dei cittadini che la vivono, in una sequenza di spazi e materiali diversi, facendoli vivere in relazione armonica tra di loro.
Il Cantiere Cultura si propone come polo culturale, centralità all’interno di un panorama vitale e in continua trasformazione, rendendosi manifesto alla città attraverso lo sviluppo di un’immagine forte e iconica. Il progetto rielabora gli elementi propri del patrimonio storico e culturale della quartiere e si presenta come un landmark parlante i cui lineamenti si pongono in equilibrato contrasto con l’immediato intorno urbano e con la nuova collana di spazi verdi che lo cingono.
L’adolescenza è una nuova nascita, scriveva il pedagogista Stanley Hall, definendola quella stagione della vita in cui la ricerca di stimoli e nuove esperienze è l’unico modo per sviluppare una rinnovata conoscenza di sé e del mondo che ci sta attorno. Questo viaggio verso l’età adulta non è un percorso solitario, e diviene tanto più ricco tanto più viene affrontato in comune, accompagnati dagli amici, dalla scuola e dalla famiglia.
L’architettura della scuola Enrico Fermi di Torino nasce come risposta a questo bisogno di complessità e socialità attraverso il progetto di una scuola flessibile e interdisciplinare.
All’interno del volume centrale, un grande atrio a tripla altezza mette in relazione visiva tutti gli ambienti comuni della scuola e ne distribuisce i flussi principali. Nel piano seminterrato la scala principale si configura come tribuna dei ragazzi e si apre verso la corte comune attraverso una vetrata scorrevole. Affianco ad essa il laboratorio di musica, la caffetteria e la sala da pranzo sono di supporto alle attività all’aperto e si affiancano agli uffici alle aree di ricevimento e alla palestra. La tribuna, raggiungibile dal grande atrio del piano rialzato, ambiente direttamente connesso al quartiere e alla città, è visibile dalla biblioteca posta al piano superiore.
In un unico grande ambiente gli spazi di distribuzione ai cluster si sommano a quelli della biblioteca, rendendola vero e proprio cuore pulsante dell’edificio. Illuminati dalla luce zenitale dei grandi lucernari di copertura, gli ambienti della biblioteca si organizzano in aree lettura di diversa natura: tavoli comuni affacciati sulle doppie altezze, mini salotti di lavoro comune, ambienti protetti dai flussi e dai rumori. A ridosso della biblioteca la sala polivalente, raggiungibile direttamente dalla scala esterna, può essere completamente aperta alla scuola e alla sala lettura grazie ad un sistema di pannelli scorrevoli.