C 20
Villa C20 consiste nel panorama e nei movimenti di suolo. All’unico stazzo emerso, da cui la piscina si protende verso il paesaggio, corrisponde una pianta interrata articolata e complessa, una ricca composizione di ambienti che si aprono sul patio e sul prato.
In posizione di primato rispetto al panorama, davanti a tutte le altre ville, con una visuale aperta sul mare e sulla macchia mediterranea, questa è la villa che più si confronta con il paesaggio: per la parte emersa enfatizzando il belvedere, mettendo in tensione la sequenza di edificio, portico e piscina; per il resto mimetizzandosi nel suolo, liberando la vista e portando alle estreme conseguenze il lavoro di Altromodo sullo scavo.
Se vale, per un tempo di progetto complessivo così breve, una distinzione in generazioni, questa è una villa di ultima generazione nell’intervento di Lo Impostu, dove i temi ricorrenti tendono ad assumere sfumature più morbide, meno dimostrative. Così, l’aggregazione dei volumi sfuma nel disegno di suolo, scavato nella parte anteriore e riempito in quella posteriore; il patio interno e quello esterno legano e illuminano gli ambienti interrati, dissolvendosi nel caso del patio esterno in prato; il passaggio interno/esterno, che taglia in due lo stazzo sotto il tetto continuo si risolve in interno, aperto sul patio o sulla piscina; la piscina riduce il volume a superficie d’acqua a filo con il terreno, traducendosi in geometria di disegno del giardino.
L’attenzione al paesaggio introduce nel progetto una ricerca di conciliazione, mentre prosegue, per altri versi, la ricerca di esattezza dell’architettura: l’uso di materiali diversi a identificare le diverse parti della casa, il granito, il legno di tek, l’intonaco; le bucature raggruppate in un unico vano scavato nella facciata; il dettaglio dell’edificio che si stacca dal suolo perché la sua forma rimanga compiuta.
Se una delle interpretazioni del paesaggio è il quadro, questa villa sta nel quadro di questo e di altri paesaggi. Protesa verso la baia di Lu Impostu, potrebbe protendersi con altrettanta eleganza verso la baia di qualsiasi altro mare. Finché una contraddizione non riporta al luogo: nello slancio orizzontale di elementi piani, il peso di un tetto a falde suggerisce nell’attrito l’attaccamento al suolo.