COPERTURA SPAZIO "INCONTRI AL CAFFE'"
Concorso di idee per una copertura leggera per lo spazio "Incontri al Caffé" nella Villa della Versiliana
La singolare cornice naturalistica del parco si compone di delicati quanto straordinari equilibri ambientali; la presenza di essenze arboree anche rare, alberature ad alto fusto, radure, corsi d’acqua, specie animali di vario tipo, costringe il pensiero progettuale ad una necessaria condizione di rispetto degli assetti ambientali presenti.
Unico elemento a richiamare la presenza dell’uomo è la Villa che si contrappone alle linee morbide della natura circostante con le sue forme austere e lineari reclamando la propria indipendenza e autorevolezza sul contesto in cui risiede.
Tutto questo veniva esaustivamente descritto da Gabriele D’Annunzio agli inizi del ‘900 nei suoi versi dedicati al parco. Una somma di profumi, di rumori, di ombre e di luci che si stagliano nel silenzio generale e, per mezzo del quale, vengono in presenza palesandosi nella loro magnificenza.
Il progetto si propone semplicemente come la parafrasi di questa poesia dannunziana; scambio continuo tra natura e artifizio, tra materia e manufatto, tra luce e ombra; è attraverso queste silenziose metamorfosi che il progetto si inserisce delicatamente all’interno di uno spazio altrimenti dominato dalla natura, elemento completamente autonomo che trova il suo spazio tra gli interstizi dei rami di pino, architettura silenziosa e silente capace di far piovere su se stessa così come “piove sui pini scagliosi ed irti” che la circondano.
Molti sono stati i fattori da considerare nella formulazione dell’idea progettuale, fattori indispensabili per lo svolgimento sia delle normali attività del Caffè sia di quelle ipotizzate nello scenario del nuovo allestimento.
Una combinazione di necessità e preesistenze antropiche e ambientali hanno suggerito fermamente la distribuzione e lo schema compositivo-tecnologico della nuova copertura.
La matrice del progetto è stata dettata dalla disposizione degli alberi, una cattedrale naturale a tre navate che inquadra la Villa della Versiliana da un lato e il continuum del verde dall’altro.
In questo contesto già spontaneamente disegnato si è deciso di intervenire con linee e gesti semplici che potessero dialogare con l’ambiente circostante e allo stesso tempo esserne assorbiti.
Tre strutture sospese in legno lamellare si sviluppano longitudinalmente in direzione del palco e si inseriscono, slittando su se stesse in corrispondenza dei punti focali sottostanti, tra gli alti fusti degli alberi stagliandosi sotto le chiome dei pini secolari che si lasciano intravedere attraverso i vuoti dell’orditura lignea, anch’essa progettata con la stessa essenza come in un richiamo progettuale alla natura del luogo. Grazie a questa conformazione il progetto sembra levitare tra gli alberi, sospeso tra la natura e l’artifizio.
Sotto, si genera uno spazio completamente libero e flessibile capace di ospitare le più disparate iniziative, dalla semplice attività di caffè alle iniziative culturali e artistiche.
Un’area in attesa di essere plasmata a seconda delle esigenze contingenti, una spazialità che non preclude mai la vista della natura circostante al visitatore. La sensazione di sentirsi costantemente all’aperto restituisce al parco la “manciata di metri” quadrati sottratti dalla nuova installazione.
Solo sei pilastri in acciaio brunito costituiti da coppie di profilati scatolari suggeriscono la presenza della struttura nell’area del Caffè; discreti in collocazione e dimensioni, i sostegni si alternano alla fisionomia degli alberi e sorreggono tre coppie di travi a cui sono ancorati gli estradossi delle tre navate di legno. Tutta la copertura risulta di fatto sospesa riducendo al minimo l’impatto ambientale e funzionale, una presenza costante e mai eccedente che non prevarica sul contesto ma, di contro, da questo trae la sua forza.
La minimizzazione dell’ingombro planimetrico dei supporti garantisce la massima fruibilità dello spazio ed una disposizione più libera di sedute e tavolini permettendo di soddisfare la richiesta di 500 posti a sedere.
Le intercapedini che si creano tra le travi in lamellare ospitano una serie di binari in alluminio per l’installazione di velari bianchi per l’ombreggiatura estiva e la protezione dagli agenti atmosferici.
Ammainati come le vele a riposo dei porti vicini o tesi in cerca di riparo, grazie al sistema regolabile di aperture, i teli fanno assumere alla copertura svariate configurazioni offrendo una percezione sempre differente della spazialità del Caffè e adattandosi a tutte le condizioni metereologiche, di illuminazione e d’uso.
I tendaggi, ricavati da vele nautiche in disuso con classe di reazione al fuoco 1, trovano la sua giustificazione in un’ottica di sostenibilità ambientale, sicurezza e richiamo alla vocazione del posto in cui il parco si inserisce.
Il calcolo della pendenza dei velari garantisce anche lo smaltimento delle acque meteoriche che vengono convogliate in converse che si trovano alle estremità per poi essere smaltite a dispersione all’interno di tre vasconi in cemento artistico.
Per via del tipo di intervento lo studio delle finiture degli elementi compositivi ha richiesto una particolare attenzione in quanto il progetto, per sua natura, abbraccia una serie di delicate problematiche relative ad impatto paesaggistico, sicurezza e manutenzione.
Le travi in legno sono state quindi trattate esternamente con la tecnica giapponese del Shou Sugi Ban. Tale lavorazione che prevede una fase di carbonizzazione superficiale del legno eseguita a fiamma con un cannello a gas e successive fasi di raffreddamento ad acqua, spazzolatura del carbone in eccesso ed impregnatura con olio naturale, fa in modo che il legno così trattato diventi ignifugo e resistente agli agenti atmosferici e agli insetti xilofagi. Queste proprietà vengono mantenute per un arco temporale di circa 80 anni senza la necessità di fare manutenzione. Con una manutenzione decennale tali proprietà si estendono oltre gli 80 anni.
La superficie nero-grigiastra delle travi in legno che deriva da questo trattamento si inserisce con rispetto e continuità nello scenario naturale proprio del luogo caratterizzato dalle cortecce grigie dei pini, sottolineando silenziosamente la propria presenza.
Anche i criteri di sicurezza e manutenzione sono stati sodisfatti, avendo ottenuto una struttura lignea con REI 60 e ridotto al minimo le operazioni di manutenzione.
La struttura portante è stata progettata in acciaio brunito che con la sua colorazione grigio-rossastra richiama, proprio come l’orditura in legno, le tonalità dei pini. Anche con l’acciaio vengono soddisfatti i requisiti di sicurezza e agile manutenibilità. Tutte le materialità scelte sono affini alle texture e ai colori dell’ intorno a garantire una precisa accordatura con lo spazio circostante.
Nel progetto è stata ripensata anche la pavimentazione. Le vecchie mattonelle in graniglia sono state interamente riutilizzate ridisegnandone la collocazione. Nella nuova sistemazione due fasce centrali in dogato di pino tripartiscono longitudinalmente l’ovale della pianta proiettando a terra la composizione architettonica della copertura. Si vengono così a formare tre settori che possono essere utilizzati sia individualmente sia unitariamente.
La progettazione del nuovo sistema di illuminazione ha previsto l’eliminazione dei lampioni presenti in favore di un sistema di luci a soffitto in grado di offrire una luce più diffusa ed omogenea e un migliore confort visivo. L’impianto sfrutta la cavità degli elementi scatolari di pilastri e travi per il passaggio dei cavi senza lasciare nessun “filo” a vista.
Sempre con lo stesso principio sono state progettate le predisposizioni per l’impianto audio che può essere dislocato puntualmente su tutta la superficie della copertura in modo da avere un suono più uniforme e una sua migliore udibilità.
La nuova copertura dello spazio “Incontri al Caffè” risulta essere un elemento del tutto non invasivo e perfettamente inserito nel contesto del parco nonostante le notevoli dimensioni dettate dal programma funzionale. Il disegno lineare e sottile delle travi in legno “carbonizzato” si inseriscono rispettosamente tra gli alberi donando al parco più di quanto abbiano tolto. Anche nel rapporto con la Villa non si creano frizioni e problemi di ribaltamenti di gerarchie dal momento che la nuova architettura per concezione ed ubicazione si attiene, nelle sue scelte progettuali, più al linguaggio del mondo naturale che non di quello artificiale.