Concorso di progettazione per la stazione Zoologica Dohrn, Napoli
Concorso di progettazione per la stazione Zoologica Dohrn, Napoli
La Stazione zoologica Anton Dohrn rappresenta qualcosa di veramente unico per la città di Napoli e in generale per gli acquari internazionali.
La storia vede tre generazioni della famiglia Dohrn impegnate a costruire per fasi e a valorizzare un edificio che viene realizzato nel 1872 per la sua parte originaria, prima del tracciamento di Via Caracciolo entro la Villa Reale di Chiaia. Un blocco potente stagliato su una spiaggia.
Il primo nucleo è limitato alla struttura verso Ovest. Le forme dell’architettura nascono dalla collaborazione di più autori ai quali Anton Dohrn fornisce le direttive. Nasce, così, il corpo dalle forme neoclassiche di impronta toscana mescolato ad indizi mediterranei per gli ampi impaginati ripresi dai disegni elaborati da Schinkel nel suo periodo napoletano. C’è la mano dell’ingegnere William Alford Lloyd, del giovane scultore e architetto Adolf von Hildebrand e il pittore Hans von Marées.
Dopo tre generazioni centrate sul lavoro dei Dohrn, la struttura, oggi, grazie a contributi molteplici e innovativi in continuità con la tradizione scientifica di rilievo internazionale, è una grande realtà di avanguardia culturale. La sua architettura, a causa di numerose aggiunte e rifacimenti si presenta piuttosto disarticolata per gli interventi di ampliamento ad Ovest che ne hanno compromesso l’originario carattere unitario. Un processo recente di reinterpretazione molto interessante degli spazi ne sta attualizzando le forme interne e si ferma al tema del concorso che pone il problema della nuova versione dell’interstizio -realizzato nel 1972- elemento caratterizzato da una logica architettonica piuttosto indecisa. Questo pezzo si incastona nelle strutture ottocentesche senza una scelta netta: non è mimetico in tutto né totalmente anti-mimetico e quindi non riesce a reggere il compito di mediare la leggibilità, il rapporto paesaggistico e architettonico del bell’edificio con la Villa Comunale, il lungomare, il profilo del Golfo e di Capri.
La nostra proposta è ben consapevole del valore dell’oggetto e di tutte le necessità funzionali, storiche, sociali, didattiche, e di documentazione che un organo di questa importanza oggi richiede.
Scegliamo una strada netta che consenta di salvaguardare memoria e integri funzioni nuove richieste dal bando, provando a restituire una immagine che non racchiuda solo in se l’edificio ma lo faccia dialogare intensamente con il contesto restituendone la fruibilità pubblica.
L’acquario deve essere un istituto racchiuso e protetto ma la sua biblioteca con le funzioni pubbliche di studio e di esposizione richieste, dovrebbe divenire una interpolazione aperta visivamente alla città, sfruttando un nuovo accesso indipendente dalle sole funzioni dell’aquarium assumendo così il compito autonomo di atrio leggibile dalla città e praticabile anche oltre il percorso espositivo e didattico tradizionale per eventi collettivi e sociali a flusso controllato.
La poetica
Ristabiliamo i tre livelli creando un corpo unico, una traccia che restaura e regolarizza. Puntiamo su leggerezza, reversibilità, risparmio energetico, eco-sostenibilità, flessibilità e atmosfera friendly. Qualcosa di accogliente che dialoghi con la natura monumentale del corpo edilizio e che pulisca il suo tetto concentrando l’azione impiantistica e di collegamento solo attraverso poche forme semplici e preziose. Sogniamo un intenso cavedio trasparente come il rudere di una città sottomarina unita attraverso scale metalliche, assiti lignei e una grande colonna ascensore “sommersa e polistile” per ogni livello intercettato.
L’architettura
Nel rispetto della preesistenza, il nuovo impianto vede l’inserimento di un corpo apparentemente a sé stante ma che ben si integra con il resto. Staccato dal perimetro murario, questa “lanterna” costituita principalmente dalla trasparenza materica del vetro, vuole essere un punto di contatto tra il mare a la linea di costa della Villa Comunale. Immaginiamo un elemento di sofisticazione e leggerezza dal quale ammirare il paesaggio e lasciar vedere la sua anima interna più celata. I nuovi solai (presenti nello sviluppo verticale di tre livelli in conformità al blocco esistente) si snodano in autonomia attraverso un sistema alternato e costruiscono un registro autonomo di pause e intervalli, rispondenti ai parametri funzionali previsti dal bando. All’esterno il ripristino delle bucature esistenti sarà calibrato attraverso sovrapposizioni geometriche dal registro linguistico dato, con lo scopo di ristabilire un equilibrio formale tra il nuovo impianto e i vicini corpi ottocenteschi. Solai orizzontali isolabili con tende plastiche policrome e fonoassorbenti registrano le diverse funzioni con gli obblighi di flessibilità, riservatezza e didattica in relazione all’attrezzatura necessaria. I prospetti trasparenti, isolabili con tendaggi che ne regolano clima e privacy, permettono di vedere Capri e il parco o di proteggersi per ogni occorrenza. Un mondo di sogni è restituito come un caleidoscopio alla città.
Ricostruiamo il partito della facciata originaria come un calco alleggerito fatto di sostanza reversibile e allestitiva per consentire di raccontare la pausa tra i corpi ottocenteschi riportando l’esterno nell’interno sui due lati lunghi del cavedio. Queste quinte, bucate poi casualmente in relazione alle esigenze di collegamento interno dei livelli, sottolineano la natura storica dei due pezzi che vengono unificati dalle facciate trasparenti. I prospetti esterni, in un ritmo geometrico, usano alcune tracce di montanti ricurvi per ridisegnare una unità leggera e mentale anche all’esterno dell’edificio, sottolineando l’intenzione di perseguire un segno unico e uniforme.
Le funzioni
Il sistema tiene conto della distribuzione di tutte le funzioni richieste dal bando assecondando la volontà e il desiderio di costruire spazi aperti e liberi, armonici e in relazione tra loro. Partendo dal livello ipogeo (200mq ca.), il progetto accresce il desiderio di rendere visibile ai visitatori le vasche di accoglienza e stoccaggio per le specie raccolte, mostrando al pubblico i diversi trattamenti sottoposti. Al livello terra (195mq ca.), visto come prolungamento silenzioso del tradizionale percorso dell’aquarium, si accede attraverso un singolare e suggestivo tunnel di vetro che facendosi vasca vera e propria, diviene filtro e punto di contatto tra lo spazio esistente e il nuovo sistema ospitante gli organismi marini. Il livello 1 (115 mq ca.) attrezzato per il “laboratorio umido” vede l’inserimento di strutture di arredo leggere e mobili che assecondano l’esperienza didattica e multisensoriale dello spettatore, con postazioni attrezzate da specifici strumenti di laboratorio. I successivi livelli 2 e 3 (120 mq e 110 mq ca.) sono costituiti da spazi flessibili, rispettivamente dedicati ad esperienze di accrescimento didattico di gruppo, affiancate al lavoro professionale dei ricercatori. Lo spazio dedicato alla custodia dei libri si snoda sinuosamente a partire dal primo livello, diventando uno oggetto accessorio di fondamentale importanza distributiva.
Le postazioni dedicate alle operazioni di sviluppo e ricerca sono previste al livello più alto, dando la possibilità agli utilizzatori di fruire di un ambiente sereno e rilassante, dal quale poter traguardare e godere della spettacolare vista sul golfo.
I collegamenti e i flussi
Le piastre in sostituzione dei vecchi solai, pensate come un sistema autonomo e staccato dal bordo del muro, rammagliano in verticale i livelli del sistema esistente, recuperando con delle pause i punti di accesso intermedi, grazie la costruzione di un unico corpo distributivo.
Una scala e il montacarichi raggiungono sia la parte sotterranea che i livelli superiori, rendendo semplice e chiaro il sistema di accessi, in previsione di un uso didattico che meglio si presta all’uso dei diversi e molteplici gradi di istruzione.
I materiali e i colori
Il blu del mare toccato dal cielo e l’oro dell’acqua sfiorata dal sole, costituiscono i due registri materici dell’impianto. Il desiderio di ricomporre un ambiente suggestivo, che spinge direttamente il visitatore in una condizione nuova, diversa dalla realtà circostante, è garantito attraverso la creazione di un mondo sotteso e inaspettato, mirato a condurre l’uomo in un immaginifico spettacolo dei sensi.
Gli impianti, la sostenibilità e il risparmio energetico.
Gli impianti prevedono: l’installazione di pannelli fotovoltaici a pellicola chiara sul tetto per la parte a sud est onde minimizzane l’impatto visivo; il recupero delle acque piovane per gli usi consentiti; l’isolamento termico delle parti vitree e l’ombreggiamento con tende oscurabili; la possibilità di aprire gli elementi vetrati per il raffrescamento con l’effetto venturi e al tempo stesso in inverno così favorire il riscaldamento naturale a supporto del sistema di climatizzazione. Il tutto sarà compattato in due cappelli dorati realizzati con una rete microforata per minimizzare il carattere disorganico della copertura in previsione di una regolarizzazione dello skyline. Similmente, scale e ascensori per l’uscita sul tetto a scopo manutentivo, verranno schermati con le medesime forme. La luce artificiale sarà dosata con potenziometri a diversa gradualità per regolare intensità e qualità in relazione alle esigenze.