Casa da Cultura de Cantanhede
Il programma di riqualificazione degli edifici della Ex-ETPC e dalla Casa da cultura implica una profonda riflessione sul ruolo urbano, attualmente del tutto inespresso, che quest’area di grande valore strategico svolge sulla scena urbana di Cantanhede. Riconoscere questo potenziale attraverso il progetto significa non progettare esclusivamente un Il edificio, ma contribuire alla costruzione di un luogo.
Così il progetto del sito e quello dell’edificio vengono a coincidere, costituendo la risposta più appropriata alla necessità di una città di consolidare i propri spazi aperti. La proposta progettuale, nel rispetto del programma di concorso, vuole perseguire questi obiettivi strategici.
Il programma di riqualificazione degli edifici della Ex-ETPC e dalla Casa da cultura e dei loro spazi esterni implica una profonda riflessione sul ruolo urbano, attualmente del tutto inespresso, che quest’area di grande valore strategico svolge sulla scena urbana di Cantanhede. Gli edifici che appartengono al patrimonio culturale consolidato e si pongono come contenitori di identità collettiva, come l’antica casa do Capitão-Mor che attualmente ospita la Casa da cultura e il Museu da Pedra, possiedono il carattere di presenza urbana capace di orientare in maniera determinante l’immagine di una città. Un progetto consapevole consente di riallacciare trame distanti attraverso la sistematizzazione dei frammenti che costituiscono lo scenario urbano. La Casa da cultura, i volumi contigui e gli spazi esterni di pertinenza non possono essere considerati come un sistema edificato isolato nel tessuto urbano, ma al contrario come una parte di città che contiene un potenziale di trasformazione urbana che il progetto di recupero deve necessariamente attivare. Riconoscere questo potenziale attraverso il progetto significa non progettare esclusivamente un Il edificio, ma contribuire alla costruzione di un luogo.
Così il progetto del sito e quello dell’edificio vengono a coincidere, costituendo la risposta più appropriata alla necessità di una città di consolidare i propri spazi aperti. La proposta progettuale, nel rispetto del programma di concorso, vuole perseguire questi obiettivi strategici.
Ruolo urbano
Osservando la città di Cantanhede è possibile individuare con sufficiente precisione da un lato la presenza di un nucleo storico e consolidato, caratterizzato da un tessuto compatto e dalla presenza di ambiti di carattere storico, dall’altro la forma più dilatata della città contemporanea, i cui margini tendono a disperdersi in un territorio fatto di edifici dotati di specifica autonomia. L’area di progetto si pone in corrispondenza del passaggio di stato tra i due tipi di città. La triangolazione costituita con Largo Pedro Teixeira e Largo Cândido dos Reis si pone come una vera e propria soglia urbana, evidentemente riconosciuta come tale nel passato, ma dequalificata e connotata in maniera latente in epoca contemporanea. La riscoperta di questo ruolo urbano passa necessariamente attraverso il bilanciamento di due aspetti complementari: da un lato il riconoscimento delle qualità architettoniche e del valore simbolico dell’antico edificio che ospita la Casa da cultura, dall’altro l’attenzione progettuale verso il sistema di vuoti frutto delle operazioni di trasformazione e che si determinano come nuovi spazi pubblici per Cantanhede.
Ampliamento della Casa da Cultura
La riflessione progettuale ha condotto alla conclusione che l’edificio che ha ospitato l’EPTC non sia adeguato alla costruzione del sistema di relazioni tra gli spazi pubblici già presenti intorno all’antica Casa do Capitão-Mor e quelli richiesti dal bando, né alla necessità di ospitare le nuove funzioni richieste. La proposta che avanziamo si fonda sulla sua sostituzione di questo edificio con una nuova costruzione che, mentre assolve adeguatamente ai criteri richiesti dal programma, riesce a configurarsi come ambito di mediazione tra architettura e spazio urbano. Il nuovo edificio contribuisce innanzitutto a definire con maggiore chiarezza un sistema di spazi urbani: da un lato una nuova piazza che si pone in continuità con Largo Pedro Teixeira e con il parcheggio contiguo al Musei da Perda e configura un adeguato ingresso alla città da Rua dos Bombeoros Voluntários; dall’altro uno spazio dal carattere più intimo condiviso con la Casa da cultura, che rimanda alle atmosfere della città storica e si integra nel sistema di percorsi pedonali. Il nuovo edificio è organizzato su due livelli, accessibili indipendentemente dalla Casa da Cultura. Il piano terra, accessibile direttamente dalla nuova piazza ospita l’ufficio turistico, uno spazio commerciale eventualmente legato alle attività espositive, dotato della possibilità di collegamento diretto con l’ufficio turistico, aree di deposito e magazzino. Al primo piano si trovano gli spazi espositivi derivanti dall’ampliamento della Casa da Cultura, una caffetteria affacciata sulla città. La galleria espositiva può essere utilizzata autonomamente, ma è tuttavia collegata agli spazi espositivi collocati al primo piano della Casa da Cultura attraverso la galleria sopraelevata.
Casa da Cultura
L’attuale ambiente di ingresso alla Casa da Cultura si può considerare come vero e proprio spazio di mediazione tra l’istituzione culturale e la città. Il progetto propone di utilizzarlo come foyer intorno al quale si organizzano gli ambienti al piano terra e ai piani superiori. Si può così determinare un ambito di transizione verso il cuore dell’edificio, costituito da un duplice ampio spazio rettangolare, presente ad entrambi i livelli, ottenuto dalla rimozione delle pareti che non possiedono rilevante funzione strutturale. Nelle due stanze così liberate sono organizzati i collegamenti verticali fra i tre livelli dell’edificio. Mentre il piano nobile viene riservato alle attività espositive, il piano terra ospita gli ambienti amministrativi, una sala per le esposizioni temporanee, spazi di servizio e una galleria che conduce verso il nuovo edificio di progetto. Nel piano sottotetto è collocata una sala conferenze per 110posti, anticipata da un foyer e accessibile direttamente dal piano terra.
Edifici come parti di città
Il nuovo sistema costituito dalla Casa da Cultura e dalla sua estensione riconosce il valore rappresentativo stabilito dalla presenza dell’edificio esistente nella città e stabilisce un sistema di relazioni con la città contemporanea tanto più nuove quanto più profondamente radicate nell’organismo urbano.
La configurazione degli spazi architettonici si basa su un duplice sistema, fatto di percorsi di attraversamento e affacci verso l’esterno. I percorsi consentono di penetrare attraverso gli edifici e di stabilire una sistematica continuità tra esterno e interno. In questo modo, gli ambienti della Casa da Cultura e della sua estensione, così come gli spazi esterni compresi tra essi, si qualificano come interni urbani, o meglio come spazi di relazione tra il visitatore e la città dotati di qualità urbane. L’ingresso della Casa da Cultura, spazio dotato di qualità architettoniche e concepito con un carattere urbano, viene ampliato fino a comprendere il nuovo scalone che conduce al piano superiore. Si stabilisce così una continuità di relazioni che non si esaurisce al primo livello del palazzo.
Il nuovo edificio che estende il programma funzionale della Casa da Cultura si determina intorno ad un sistema di affacci verso la città e di logge che consentono di penetrare l’edificio o semplicemente trovare riparo al suo interno. Dalle logge si può guardare il nuovo sistema di spazi pubblici e osservare da nuove prospettive la città.
Materiali
L’intervento sulla Casa da Cultura si configura necessariamente come progetto di restauro. Si privilegia la continuità materica con quanto esistente e una presenza discreta delle attrezzature di nuova installazione: intonaco per le pareti, legno per i pavimenti del piano nobile. I pavimenti che al piano terra assumono il ruolo di creare continuità con lo spazio urbano saranno rivestiti in pietra, così come lo scalone di accesso al primo livello. La nuova struttura di copertura è realizzata in legno e rivestita con pannelli lignei fonoassorbenti per migliorare le qualità acustiche. Il nuovo edificio, volendo rivelare la natura di spazio coperto attraversatile, rende esplicita la dualità tra la struttura e il suo rivestimento. La prima è costituita da superfici continue di calcestruzzo armato, visibili nei solai e nei nuclei strutturali interni. Il secondo si manifesta nel rivestimento lapideo del piano terra, e del coronamento di sommità, realizzato con la pietra calcarea di uso tradizionale. Il livello superiore è rivestito da un sistema di pannelli di calcestruzzo bianco distanziati da un giunto vuoto, necessario per continuare la scala architettonica della casa do Capitão-Mor.
Reabilitação das antigas instalações da ex-etpc / Casa da Cultura de Cantanhede
O programa de requalificação dos edifícios da EX-ETPC e da Casa da Cultura e dos seus espaços exteriores implica uma reflexão profunda sobre o papel urbano, na condição atual não expresso, que esta área de grande valor estratégico desempenha na cena urbana de Cantanhede. Os edifícios que pertencem ao património já presente no lugar e que se apresentam como contentores de identidades coletivas – como a antiga casa mandada construir pelo Capitão-Mor de Cantanhede e que atualmente aloja a Casa da Cultura e o Museu da Pedra – possuem aquele caráter urbano necessário à definição da imagem da cidade. Um projeto consciente permitiria recompor traços distantes por meio da sistematização dos fragmentos que constituem o cenário urbano. A Casa da Cultura, os edifícios contíguos e os espaços exteriores adjacentes não podem ser considerados como um sistema isolado no tecido urbano, mas pelo contrário como uma parte da cidade que contém um potencial de transformação urbana que o projeto de reabilitação deve necessariamente ativar. Reconhecer este potencial através do projeto significa não apenas projetar um edifício, mas também contribuir à construção de um lugar. Sendo assim, o projeto do sítio e o do edifício coincidem, oferecendo a resposta mais apropriada às necessidades duma cidade de consolidar seus espaços abertos. Esta proposta projetual, em conformidade com o programa do concurso, quer perseguir tais objetivos estratégicos.
Papel urbano
Observando a cidade de Cantahnede é possível individuar com su ciente precisão por um lado a presença de um núcleo histórico e consolidado, caraterizado por um tecido do compacto e pela presença de âmbitos de carácter histórico, por outro lado a forma mais dilatada da cidade contemporânea, cujas margens tendem à dispersão num território feito de edifícios caraterizado por uma específica autonomia. A área de intervenção insere-se exatamente entre essas duas tipologias de cidades. A triangulação formada com o Largo Pedro Teixeira e com o Largo Cândido dos Reis constitui-se como um verdadeiro limiar urbano, evidentemente reconhecido como tal no passado, mas desqualificado e relacionado de forma latente na época contemporânea. A redescoberta deste papel urbano passa necessaria- mente através do equilíbrio de dois aspectos complementares: por um lado reconhecer as qualidades arquitectónicas e o valor simbólico do antigo edifício que aloja a Casa da Cultura, e por outro lado o cuidado projetual para o sistema de vazios gerado pela operações de transformação e que se constituem como novos espaços públicos para Cantanhede.
Ampliação da Casa da Cultura
A reflexão sobre o projeto levou à conclusão que o edifício ocupado pela ETPC não é apropriado para a construção do sistema de relações entre os espaços públicos já presentes ao redor da antiga Casa do Capitão-Mor de Cantanhede e aqueles pedidos pelo concurso, nem sequer para conter as novas funções. A proposta que avançamos baseia-se na substituição deste edifício por uma nova construção que consegue configurar-se como âmbito de mediação entre arquitetura e espaço urbano, respeitando ao mesmo tempo os critérios pedidos pelo programa. O novo edifício contribui em primeiro lugar para definir com mais clareza um sistema de espaços urbanos: por um lado uma nova praça que se põe em continuidade com Largo Pedro Teixeira e com o aparcamento contíguo ao Museu da Pedra, configurando um adequado acesso à ci- dade pela Rua dos Bombeiros Voluntários; por outro lado um espaço de carácter mais recolhido, partilhado com a Casa da Cultura, que remete às atmosferas da cidade histórica e se integra no sistema de percursos pedonais.
O novo edifício é organizado em dois níveis, acessíveis de modo independente da Casa da Cultura. Em continuidade com a nova praça, o piso térreo aloja o Posto de Turismo, uma área comercial eventualmente conexa com as atividades de exposição e dotada da possibilidade de ligação direta com o Posto de Turismo, áreas de depósitos e armazenagem. No primeiro piso encontram-se os espaços de exposição que constituem a área complementar da Casa da Cultura e uma cafetaria com esplanada que olha para a cidade. A galeria expositiva pode ser utilizada autonomamente, mas é também conectada por uma passagem ao primeiro piso da Casa da Cultura.
Casa da Cultura
O atual espaço de entrada da Casa da Cultura pode considerar-se um verdadeiro lugar de mediação entre a instituição cultural e a cidade. O projeto propõe utilizá-lo como foyer em volta do qual se organizam os ambientes do piso térreo e dos pisos superiores. Pode-se assim determinar um âmbito de transição para o coração do edifício, constituído por um dúplice amplo espaço retangular, presente em ambos os níveis, obtido através da remoção das paredes que não possuem relevante função estrutural. Nas duas salas que ficaram livres organizam-se as ligações verticais entre os três níveis do edifício. Se por um lado o piso nobre está reservado às atividades expositivas, o piso inferior aloja a área administrativa, espaços de serviço e uma galeria que leva para o novo edifício projetado. No sótão encontra-se um auditório com pelo menos 110 lugares, introduzido por um foyer e acessível diretamente pelo piso térreo.
Edificios como partes da cidade
O novo sistema constituído pela Casa da Cultura e pela sua ampliação, reconhece o valor representativo estabelecido pela presença do edifício existente e constitui um sistema de relações com a cidade contemporânea,
tanto mais novo quanto mais profundamente radicado no organismo urbano.
A configuração dos espaços arquitectónicos baseia-se num dúplice sistema, feito de caminhos e vistas para o exterior. Os caminhos permitem atravessar os edifícios e estabelecer uma constante continuidade entre o interior e o exterior. Desta maneira, os ambientes da Casa da Cultura e da nova ampliação, assim como os espaços exteriores entre eles, se qualificam como internos urbanos, ou seja como espaços de relação entre os visitadores e a cidade, dotados de qualidades urbanas. A entrada da Casa da Cultura, espaço dotado de qualidades arquitectónicas e concebido com um caráter urbano, é ampliado até estender-se à nova escadaria que leva ao piso superior. Estabelece-se assim uma continuidade de relações que não se limita ao primeiro nível do prédio. O novo edifício que amplia o programa funcional da Casa da Cultura determina-se em volta dum sistema de aberturas para a cidade e de lógias que permitem entrar no edifício ou simplesmente de se amparar no seu interior. Das lógias é possível olhar para o novo sistema de espaços públicos e observar a cidade desde novos pontos de vista.
Materiais
A intervenção sobre a Casa da Cultura configura-se necessariamente como projeto de restauro. Privilegia-se a continuidade matérica com o que já existe e uma presença discreta das nova instalações: reboco nas paredes, madeira para o pavimento do piso nobre. A pavimentação que no piso térreo assume o papel de criar continuidade com o espaço urbano será recoberta em pedra assim como a escadaria de acesso ao primeiro piso. A nova estrutura de cobertura está realizada em madeira
e recoberta com painéis de insonorização para melhorar as qualidades acústicas.
O novo edifício, que pretende evidenciar a natureza de espaço coberto atravessável, torna patente a dualidade entre a estrutura e o seu revestimento. A primeira é constituída por superfícies contínuas de betão armado, visíveis na laje e nos núcleos estruturais externos; o segundo manifesta-se no revestimento pétreo do piso térreo e da coroação do topo, realizado com pedra calcária tradicional.
O nível superior é revestido por painéis de betão branco distanciados por uma fresta subtil, necessária para continuar a escala arquitectónica da Casa da Cultura.