La casa di Teresa
L’edificio è una delle circa 800 case di terra cruda censite dalla Regione Abruzzo. Nel progetto di restauro si sono associati materiali e tecniche tradizionali, terra, paglia, legno e mattone cotto, a innovazioni sia tecnologiche che di organizzazione del cantiere. Dal 2008 la “casa di Teresa” è stata sede di numerosi workshop che hanno visto la partecipazione di oltre 200 persone tra studenti, professionisti e cultori, la collaborazione di artisti, associazioni, aziende, personalità italiane e internazionali, che ne hanno animato il processo di recupero partecipandovi in modo attivo, sperimentando processi di autocostruzione, indagando le tecniche legate alla terra cruda.
CASE DI TERRA NEL MONDO - ITALIA - ABRUZZO
Circa il 30% della popolazione mondiale abita in case di terra cruda: la terra viene utilizzata per costruire abitazioni in tutto il mondo, anche in zone climatiche molto differenti. Nei paesi industrializzati questo materiale è stato riscoperto per le sue qualità di risparmio energetico, eco compatibilità e salubrità. Qualità che permettono di reinterpretare le architetture in terra in chiave bioclimatica, bioedilizia e di rigenerazione urbana strategica, allargando al tema della rivitalizzazione delle contrade rurali.
La consapevolezza del valore architettonico e ambientale di queste case ha portato, a livello internazionale e nazionale, allo sviluppo di progetti legati al loro recupero e valorizzazione.
In Abruzzo nel 1997 è stato realizzato un Censimento che ha rilevato 800 edifici in terra cruda, presenti in gran parte delle province di Chieti, Pescara e Teramo e che interessa oltre 40 Comuni della Regione.
Casalincontrada, con 122 edifici in terra cruda presenti sul suo territorio, è il Comune con la maggiore concentrazione di questo patrimonio architettonico, storico e culturale.
La quasi totalità delle case di terra sono di proprietà privata, ma nel 2008 il Comune di Casalincontrada ha deciso di realizzare un intervento diretto acquistando la Casa di terra n.7 del Censimento Regionale, in c.da Fellonice, e di realizzarvi un laboratorio permanente durato, poi, sette anni.
IL MASSONE
Massone, cob in inglese e bauge in francese, è la denominazione della tecnica costruttiva propria, in Italia, dell’Abruzzo e delle Marche. Prevede la lavorazione di un impasto di terra, paglia e acqua, ad ottenere un pane di terra messo in opera a fresco, senza essere essiccato. Il materiale, nella lavorazione tradizionale, era quello scavato alla base della costruzione ed impastato pestandolo in una buca dagli uomini o dagli animali. Il muro della casa era realizzato partendo direttamente dal terreno, senza fondazioni, sovrapponendo a spirale vari strati di massoni in modo da formare una struttura muraria monolitica. Il muro finito risulta rastremato verso l’interno partendo da uno spessore di base di circa 90 cm per arrivare al colmo a circa 50 cm. Questo tipo di realizzazione, monolitica, rastremata e plastica, ha permesso ha permesso alle case di terra cruda di resistere alle sollecitazioni sismiche durante gli anni.
LA CASA DI TERESA - STATO DI FATTO
L’edificio oggetto del restauro, che prende il nome dalla sua ultima abitante “Teresa”, corrisponde ad una tipologia classica, rettangolare, su due livelli collegati da una scala esterna. La distribuzione vede al piano terra la cucina e la stalla e al primo piano due stanze da letto. Unico elemento attivo per il riscaldamento era il camino della cucina. La parte “a massone” associa all’uso della terra il legno presente nei solai e nel tetto. Interventi successivi avevano appoggiato alla casa due superfetazioni: un magazzino nella parte posteriore e una scala esterna.
LA CASA DI TERESA - PROGETTO
La scelta di progetto è stata quella di utilizzare i materiali e le tecniche tradizionali, terra, paglia, legno e mattone cotto, parallelamente all’inserimento di innovazioni e miglioramenti sia tecnologici che di organizzazione del cantiere.
Dopo un attento rilievo dello stato di degrado si è passati alla demolizione delle superfetazioni e al consolidamento delle murature con risarciture in massone. Si sono sostituiti i solai: al piano terra è stato inserito un vespaio areato e al primo piano l’impalcato con travi in legno e pianelle in laterizio.
Si sono alleggerite le murature con l’inserimento di un cordolo in legno e un tetto a capriate. Ad aumentare il comfort si è scelto di isolare la copertura con uno strato in paglia pressata e, internamente, in uno dei due moduli si è sperimentato il rifacimento di un incannucciato in canne “arundo donax”.
Dove si è riuscito si sono recuperati gli infissi originali e sostituiti quelli mancanti. Si è aggiunta una scala di collegamento interna e ricostruita quella esterna. Nella parte retrostante si è aggiunto un corpo totalmente nuovo per i servizi dimensionato anche per i diversamente abili.
Il 2015 ha visto la piena “riabilitazione” del manufatto in terra come “chiosco informativo e spazio espositivo sulla strade dell'olio e sul paesaggio delle colline teatine”, nodo di un sistema di fruizione e conoscenza delle tradizioni colturali e della sapienza costruttiva delle comunità rurali abruzzesi.
All’interno della casa, gli spazi sono allestiti con una mostra permanente sulle tecniche della terra cruda a cui si affiancano esposizioni temporanee di animazione socio-culturale del territorio a cura del CeDTerra.
AUTOCOSTRUZIONE, WORKSHOP E PROCESSI PARTECIPATIVI
La casa di terra esprime al meglio il senso di appartenenza di una comunità rurale che partecipa alla costruzione attraverso lo scambio reciproco del lavoro in una sorta di anticipazione della “banca del tempo”. Alla terra, quale elemento primario, viene attribuito un valore simbolico e morale che riesce a far superare i ricordi che legano questa case alla povertà e all’emarginazione economica e sociale, proiettando il loro know-how nel futuro.
Questa nuova motivazione, che considera le case di terra un patrimonio salvare, ha dato origine all’idea di avviare un cantiere aperto alla sperimentazione.
Dal 2008 al 2015 la “casa di Teresa” è stata sede di numerosi appuntamenti. Workshop ed eventi, organizzati in collaborazione con il CedTerra (Centro di documentazione sul territorio delle case in terra cruda), hanno visto la partecipazione di oltre 200 persone tra studenti, professionisti e cultori, la collaborazione di artisti, associazioni, aziende, personalità italiane e internazionali, che ne hanno animato il processo di recupero partecipandovi in modo attivo, sperimentando processi di autocostruzione, indagando le tecniche legate alla terra cruda.