Situato tra città e campagna, l’edificio si pone come limite ultimo del tessuto urbano frammentato di periferia. Ne sono testimoni i quattro prospetti che riflettono le necessità contingenti della vita che gli ruota attorno; chiusi e austeri quelli sul retro, rivolti verso la città, a protezione dell’intimità di chi abita la struttura; aperti e vetrati quelli prospicienti il paesaggio.
Il carattere particolare dell’edificio si costruisce attorno alla funzione che accoglie.
Al piano terreno si trovano tutte le aree destinate alla gestione dell’RSA e dei suoi ospiti, (uffici, depositi, servizi di vario genere) mentre al piano superiore, dislocate sui fronti che si affacciano a sud-est e sud-ovest, le dieci camere guardano la campagna senese incorniciando scorci di paesaggio attraverso le grandi vetrate in modo da garantire a tutti gli ospiti della struttura una sensazionale vista sulla natura.
L’impianto architettonico presenta una singolare forma ad L dettata dalla conformazione obbligata del lotto a disposizione. Il progetto ha sfruttato questo vincolo facendolo diventare il principio architettonico che regola la distribuzione interna dell’intero edificio organizzando attorno allo snodo d’angolo tutte le funzioni periferiche che da esso dipendono.
La scelta di realizzare le camere sui fronti ad est è stata dettata dalla volontà di voler garantire a tutti gli abitanti dell’edificio condizioni di irraggiamento solare ottimali, perciò tutti gli spazi distributivi sono stati addossati alle pareti “fredde” dalle cui vetrate verticali entra una morbida e costante luce diurna.
Al piano terra un piccolo hortus conclusus su cui si affacciano mensa ed area relax offre un’ulteriore possibilità di svago all’aria aperta al riparo dall’esterno.
Essendo un elemento con funzione di limite con il paesaggio naturale l’edificio è stato pensato principalmente in relazione ai casali toscani che popolano tutt’ora le campagne che circondano le città. Lo studio dei materiali tradizionali e la composizione degli impaginati verticali sono stati rivisitati in chiave scultorea attraverso un principio di sottrazione che va a sostituire le tipiche cornici marcapiano e gli architravi con aggetti e rientranze.
Le ombre e l’alternanza dei materiali definiscono non solo gli alzati dell’edificio ma anche il suo carattere distributivo interno che si riflette sull’esterno in una lettura immediata del rapporto funzione-estetica.
L’impiego di mattoni rossi, pietra e legno conferisce al progetto un ulteriore plasticità attraverso le proprietà intrinseche che questi materiali hanno. La luce fa vibrare le pareti diversamente ad ogni ora del giorno regalando uno scenario sempre differente e mutevole in accordo con il principio naturale dell’impermanenza.
Per gli interni sono stati scelti invece materiali più vincolati alla funzione che viene svolta nell’RSA e che possano garantire le richieste di salubrità necessarie per ambienti sanitari.
Un ulteriore studio sulle tonalità e sulla loro influenza negli stati d’animo degli abitanti ha determinato l’utilizzo di linoleum, intonaco lavabile e legno di rovere selezionati in una palette di tonalità rilassanti che facciano sentire a proprio agio chi occupa la struttura.