Un Parco per l'Acropoli - Progetto tra esperienza e rovina
Il progetto qui presentato è il frutto di una serie di suggestioni che sorgono in primis dalle innumerevoli viste panoramiche che la città di Atene offre sulle rovine dell’acropoli. Il fascino dei resti che si ergono al di sopra delle mura di contenimento dell’antica città fortificata è indescrivibile a parole e testimonia ancora una volta la superiorità emotiva dell’esperienza umana a discapito di ogni forma di rappresentazione che la sostituisca.
Giungere all’Acropoli è un’esperienza dunque unica che permette al visitatore di trovarsi in una dimensione temporale astratta in cui passato e presente riescono a comunicare senza che tuttavia i manufatti appartenenti alle due dimensioni temporali, i reperti e la natura da un lato, la città contemporanea e i nuovi interventi dall’altro, perdano identità.
Cercare di mantenere un filo conduttore con questa esperienza è stato obbiettivo centrale delle scelte progettuali, assieme alla preservazione del fascino delle rovine, qualità essenziale che il progetto tenta di
preservare ancor più degli stessi reperti archeologici.
Valicata la maestosa soglia dei Propilei, lo stato attuale in cui giacciono i resti dell’acropoli è quello di un enorme cantiere a cielo aperto, tutto dedito al tema del restauro.
L’esperienza di visita non può che finire per concentrarsi sulle innumerevoli strutture temporanee, le attrezzature meccaniche di trasporto e sollevamento dei reperti, l’assidua circolazione degli addetti ai lavori, lasciando poco spazio al racconto della storia e al fascino delle rovine.
Il progetto prevede che l’intero sito continui la narrazione del genius loci iniziata alle pendici del parco archeologico e che l’acropoli diventi parte integrante di quest’ultimo.
Prima operazione è dunque lo smantellamento delle aree di cantiere e il consolidamento dei percorsi che permettono la visita dei reperti.
Tali percorsi non vengono definiti attraverso un disegno bidimensionale delle loro direzioni in pianta ma attraverso la rilettura dei confini dei terrazzamenti su cui gli edifici dell’acropoli si ergevano.
Opportune operazioni di rimozione del terreno e di ridefinizione tridimensionale dei terrazzamenti ridefiniscono le originali quote storiche dell’acropoli, permettendone la percezione fisica.
Pavimentazioni e muri di contenimento riutilizzano i resti archeologici di difficile attribuzione come nuova superficie di rivestimento, mantenendo costante la percezione del carattere di rovina di tutta l’area archeologica.
Pur mantenendo libera la possibilità di scelta di direzione di visita dell'area, i nuovi percorsi suggeriscono tuttavia di visitare l'acropoli secondo l'originale andamento dei flussi e di giungere alle soglie originali dei resti del Partenone e dell'Eretteo.
Le aree dei manufatti di cui sono rinvenute solo le tracce a terra, quali , sono infine opportunamente delimitate da nuovi perimetri di contenimento definiti attraverso l’utilizzo di terra stabilizzata di colore differente rispetto alle aree esterne.
Ogni operazione architettonica successivamente eseguita mira a mantenere viva la percezione a scala umana delle varie epoche storiche e delle stratificazioni susseguitesi a partire dall'Epoca Micenea, cercando dunque di ripercorrere tutta la fase di vita dell'Acropoli fino al suo abbandono in epoca tardo-medievale.
La rimozione di terreno nell'area sud permette l'erezione di un nuovo muro di contenimento del terrazzamento su cui si erge il Partenone riconfigurando la spazialità occupata dalla colmata Persiana del 480 a.c.
Il volume che ospitava il vecchio museo dell’acropoli si pone sul suolo in modo del tutto discordante rispetto alle fondazioni dei due recinti sacri del santuario dedicato al re Pandione, risalente al 430 a.c., rinvenute in occasione degli scavi eseguiti nel 1865 per permettere la costruzione del primo edificio con funzione museale dell’Acropoli.
Il progetto prevede la rimozione del copro di fabbrica a favore di un nuovo volume che si erge ricalcando il perimetro dei due recinti sacri.
Posto in continuità con il nuovo muro di contenimento dell’area sud, non ergendosi al di sopra della quota del terrazzamento entro cui si inserisce, esso rimane impercettibile rispetto alla vista panoramica dell’Acropoli, mentre una corte interrata e una nuova copertura rialzata ricalcano alla quota superiore rispettivamente l’originario propileo d’ingresso e il primo recinto sacro.
L’ area d’accesso al nuovo volume con funzione di cortile, ricalca la dimensione del secondo recinto sacro e accoglie i visitatori con un Ulivo, simbolo della divinità Atena. L’ambiente chiuso si presenta come una sala colonnata per esposizioni temporanee, culminante con la piccola corte quadrata in cui la sacralità dell’area viene restituita attraverso una “finestra” direttamente aperta verso il cielo.
Il percorso di visita dell’Acropoli si articola anche attraverso gli spazi interni delle rovine, in particolare attraverso i resti del Partenone dove nuovi interventi di pavimentazione in marmo segnano le tracce dell’originaria cella del tempio. Al fine di far percepire la volumetria originaria di tale spazio sacro, il progetto prevede anche un’intervento di allestimento facilmente reversibile, grazie a un supporto strutturale in acciaio e panelli prefabbricati in cemento alleggerito. Tale intervento continua in senso volumetrico la ricostruzione oggi in corso d’opera del muro nord della cella restituendone anche la doppia fila di colonne interne.
Mentre il rivestimento esterno in pannelli di GRC ( cemento alleggerito in fibre di vetro) cerca una continuità cromatica con l’aspetto esterno del tempio, ogni elemento interno dell’allestimento si dichiara distinto dalle rovine attraverso l’utilizzo di pannelli prefabbricati intonacati di colore bianco.
Un ultimo volume riconduce i visitatori ai propilei d’ingresso, riproponendo l’originario passaggio porticato del santuario d’Artemide Brauronia, di cui oggi sono rinvenuti solo pochi frammenti. La riproposizione volumetrica della stoà risalente al 430 a.c. consente l’eventuale allestimento interno di spazi di servizio per il pubblico e nuove aree espositive. Grazie alla predisposizione di supporti grafici, documenti consultabili interattivamente e ricostruzioni in maquette delle varie fasi storiche dell’acropoli e delle sue architetture, i visitatori sono invitati a terminare la visita del parco archeologico ottenendo una visione complessiva dell’evoluzione storica dell’area e approfondendo conoscenze sui reperti archeologici, in caso facilmente ri-visitabili grazie alla connessione continua dei percorsi e alla facile accessibilità delle varie aree d’intervento.