Sanctuary of the Split Mountain
Santuario della Santissima Trinità alla Montagna Spaccata
Fu fondato verso il 930 dai Padri Benedettini, sui ruderi della lussuosa villa di Munazio Planco, famoso generale romano (20 a.C.).
I benedettini officiarono il Santuario per quasi 10 secoli (930 - 1788). Dopo un certo periodo di abbandono e di soppressione, subentrarono i frati Francescani Alcantarini (1843 - 1903) che, con l'aiuto del Re di Napoli Ferdinando II, diedero un grande sviluppo e un decoro a tutto il santuario.
Agli Alcantarini successero per breve tempo i Pallottini (1903 - 1917).
Dal 1926 il Santuario è affidato ai Missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere (P.I.M.E.)
Corridoio della Via Crucis
Le stazioni della Via Crucis di questo corridoio furono erette dai padri Alcantarini nel 1849, in sostituzione delle 14 cappelle della Via Crucis che erano lungo la strada da Gaeta Vecchia al Santuario, demolite nel 1849 dal Re Ferdinando II per motivi militari.
Nei venerdì di quaresima i pellegrini, prima i scendere alla cappella del Crocifisso, fanno devotamente il pio esercizio della Via Crucis.
Le maioliche dei quadri sono di Raimondo Bruno (1849) e i versi esplicativi sono attribuiti al poeta Metastasio.
Cappella di San Filippo
Costruita all'inizio del 1400, e a cavallo della principale spaccatura della montagna. Prende il nome dal busto di San Filippo, collocatovi dai padri Filippini nel 1895.
La tela di Gesù nell'orto è opera del P. Angelo Pino (PIME). Le due lapidi latine ai lati dell'altare raccontano la storia della Montagna Spaccata che, secondo la tradizione, si sarebbe aperta alla morte di Gesù Cristo in croce. Dalla porticina nell'angolo a destra si scende nel piccolo cimitero dei padri Alcantarini, costruito nel 1856, a cura del Re Ferdinando II.
La lapide a destra copre la tomba del barone Alessandro Begani, prode difensore di Gaeta nell'assedio del 1815, da parte dei francesi.
La Spaccatura Principale
Da qui si scende fino alla Cappella del Crocifisso, attraversando la principale spaccatura della montagna, per mezzo di una scalinata di 35 gradini, sospesa tra cielo e mare. Essa, era poggiata su spranghe di ferro, perciò si poteva vedere il mare sottostante. Gli attuali gradini in muratura risalgono al tempo di Ferdinando II.
È da notare la perfetta corrispondenza tra le sporgenze e rientranze delle due pareti, se esse dovessero richiudersi combacerebbero quasi perfettamente. Il marmo posto sulla roccia a sinistra, scendendo le scale, ricorda le parole del Vangelo "Alla morte di Gesù la terra tremò e le rocce si spaccarono" (Mt.27,51).
I medaglioni con il monogramma (JHS) scolpiti sulla roccia risalgono al tempo di S. Bernardino da Siena (Sec. XV).
La Mano del Turco
Si racconta che un visitatore miscredente (forse un marinaio turco) si rifiutò di credere che la montagna si fosse spaccata alla morte di Gesù Cristo in croce e, per disprezzo, appoggiò la mano alla roccia. Questa si rammollì miracolosamente e vi rimase l'impronta della sua mano. Il distico latino ricorda così il fatto: "un incredulo si rifiutò di credere ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita". (Sec. XV ca.)
Cappella del Crocifisso
Fu costruita su un grande macigno che, agli inizi del 1400, cadde dal vertice della montagna e si incastrò nella spaccatura, rimanendo sospeso a 30 mt. sul mare. L'altare è sormontato da un miracoloso crocifisso in legno (1400) molto venerato dai fedeli, specialmente nei venerdì di quaresima.
Molti furono i santi e i personaggi illustri che visitarono la cappella.
Pio IX vi venne la prima volta dopo il suo arrivo a Gaeta nel 1848. La visitò altre volte privatamente, ritornandovi solennemente in processione con il clero e la corte reale di Ferdinando II il Venerd' Santo del 1849.
Ai piedi dell'altare è sepolto il conte Pietro Enrico Pramperio (1721), governatore di Gaeta, molto devoto del SS. Crocifisso.
Letto di San Filippo
San Filippo Neri fu uno dei Santi che più volte visitò la cappella del Crocifisso, quando da Cassino, dove si trovava presso uno zio mercante, veniva pellegrino al Santuario. Fu ai piedi del Crocifisso che decise di abbandonare il mondo e darsi tutto a Dio. Spesso si attardava fino a sera inoltrata pregando e meditando la passione del Signore, e si riposava su questo angolo roccioso, che è stato poi chiamato "Letto di San Filippo".
A sx la Montagna Spaccata mentre a dx la Grotta del Turco così denominata, in quanto nel IX secolo, ai tempi del Ducato di Gaeta, le navi dei saraceni trovavano rifugio tra le fenditure di questo strategico promontorio, pronti ad attaccare di sorpresa le navi in transito, al fine di depredarle dei loro carichi.